Silvano, la vita rimasta “laggiù”

Oggi che in troppi sembrano dimenticare… Storia di Silvano Lippi, soldato italiano in Grecia e poi prigioniero nei campi di concentramento. Il suo racconto dopo sessanta anni di silenzio, in « Dal ritorno », di Giovanni Cioni. Nei giorni della Memoria, un film che non è sulla memoria, ma sullo smarrimento… sulla vertigine della solitudine… Per tornare «laggiù»…

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L’uomo che cercava la sua vita nei giornali

Leggendo dei senzatetto ancora morti nel freddo… qualche nota di cronaca, l’accenno a un nome, una strada…  arriveranno poi le statistiche, che tutto restituiscono in poltiglia di numeri…

Gatto Randagio è andato a rileggere un racconto di un po’ anni fa. La storia di un uomo che per anni ha visto trascinarsi dietro pacchi di giornali, e giorno dopo giorno lo ha spiato, per cercare di capire… fino a incontrare, all’alba di un giorno d’inverno, un profilo trasparente di marmo che ancora non dimentica… ieri, come oggi…

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Naufraghi… in cerca di una stella

Un sorprendente esperimento di pratica filosofica, dal carcere di Rebibbia. E una cella diventa “spazio di libertà dove è stata pensata la vita e messo in scena il mondo”. Ne nasce un libro, autori dodici persone detenute: “Naufraghi… in cerca di una stella”. Scritti che si aprono come una vertigine sull’esistenza, e che ci invitano ad aprirci alla conoscenza, al riconoscimento dell’altro…

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«Siamo schiere di angeli caduti»

Come non pensare, in giorni di stucchevole retorica a proposito di feste, fuochi e regali per bambini nostrani, a tutti quegli altri i cui cieli sono squarciati, tutto l’anno, da bagliori di morte…
“Decennio letale” per i bambini, quello che ci lasciamo alle spalle, dalla Siria allo Yemen, dall’Africa all’Asia centrale… E presto le terribili conseguenza dell’assassino di Soleimani.
La nuova specie di bambini sognata da Elias Canetti: quelli che durante le guerre non ci sono proprio.

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«Siegfriedsdorf dixieland Band», uno swing per sopravvivere

A ridosso dell’anno che muore, vi voglio parlare di un film liberamente ispirato a quanto accadde nel lager di Theresienstadt, dove c’erano molti artisti che vennero strumentalizzati dalla propaganda nazista. Per chiudere l’anno con l’eco impronunciabile di una storia che vorremmo per sempre lasciare al passato (mentre ancora qua e là c’è chi imbratta memorie) grazie a un racconto che nasce da una voce tanto giovane, che fa ben guardare al futuro… Cesare Mangiocavallo, il giovanissimo regista.

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La vera storia di un’impensabile liberazione…

Il racconto di Natale che vi regalo quest’anno è tratto da uno spettacolo diventato poi un libro… “(tra parentesi). Storia di un’impensabile liberazione”, che ripercorre l’esperienza umana e professionale di Franco Basaglia, attraverso la narrazione del suo allievo e collaboratore, Peppe dell’Acqua. Una storia di passioni e conflitti, conquiste e interrogativi, destinata a non finire mai…
“Ma quante cose possiamo fare se ci mettiamo tutti insieme a sognare?!”

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Presepe e paure, guardie armate alla capanna contro l’agnello lupo

Piccola riflessione sulla “tranquilla ansietà” nella quale siamo indotti a vivere.
Lo sguardo attonito di Suleiman sulla follia del mondo, e la “realtà percepita” delle nostre paure.
Tempo di presepi… “Se la realtà percepita ci insinua il dubbio che in ogni pastore potrebbe nascondersi un Erode, in ogni pecorella una belva feroce… quasi quasi metto a guardia della capanna la statuina di un uomo in divisa, a garantire la tranquillità in terra. E che gli angeli pensino alla pace nei cieli…”

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‘La vita non è sogno’, Nuvole, carcere di Capanne, Perugia

Alcuni brevi dialoghi da “Cosa sono le nuvole” di Pasolini, alcuni brani de “la vita è sogno” di Calderon de la Barca, il laboratorio teatrale del carcere di Perugia, le voci e i volti di persone lì detenute… e nasce “Non è sogno”, film di Giovanni Cioni. Ovvero, come trasformare in un sorprendente racconto, decisamente fuori dai canoni dell’ordinario, questo errore di scrittura che credo sia il carcere tutto…

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La fantastica favola di Leonardo

Ancora un dono che arriva dalla Sardegna. Due web radio, Quartaradio e Parole di storie, fondate da Gaetano Marino, attore, contastorie, drammaturgo del suono… “Accenderle” è sembrato come aprire uno scrigno pieno di tesori. Sulla prima sono stati messi in voce scritti di Deledda, Poe, Pirandello, Verga, Roth, narrazioni della terra di Sardegna…, con la seconda ho conosciuto le favole di quel genio di Leonardo da Vinci… Tutte da ascoltare.

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Venezia da salvare. Dalle acque e dall’ingordigia degli uomini

A bordo di gondole e barchini, per difendere Venezia soprattutto dai mostri creati dall’incultura e dall’ingordigia. Ascoltando le voci di due veneziani che per la loro “città anfibia” mai hanno smesso di battersi: “Lo stato di Venezia”, di Angelo Marzollo e “Il ponte di debole costituzione”, di Nelli-Eleva Vanzan Marchini.

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‘Neurotipici’ prevenuti e sciocchi, l’autismo e le menti necessarie

Pensando Greta Thunberg, l’invito a un viaggio nel mondo dell’autismo. Per scoprire che “la percezione autistica può essere superiore a quella delle persone neurotipiche” (cioè noi). “I nostri sensi non sono abbastanza sviluppati per riuscire a capire come una persona autistica percepisce il mondo, però dobbiamo ascoltare le persone autistiche che ci possono aiutare, quelle definite ad alto funzionamento”. L’insegnamento di Olga Bogdashina e Temple Grandin.

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Lessico del razzismo democratico

I gesti e le parole del nostro razzismo quotidiano. Davanti alle tragedie dell’oggi, un invito a riconoscere il razzismo che serpeggia nell’uso degradato delle parole di tutti i giorni, e che pure contribuisce a produrle, quelle tragedie. Perché le parole possono uccidere…
Ritrovando due libri, “Lessico del razzismo democratico. Le parole che escludono”, di Giuseppe Faso, e “Sulla lingua del tempo presente”, di Gustavo Zagrebelsky.

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Non si uccidono così i cavalli…

Appena due giorni dopo la pronuncia delle Corte Costituzionale che apre una breccia nell’ergastolo ostativo, è morto Mario Trudu, “ostativo” da quarant’anni. Una beffa del destino, o piuttosto degli uomini…
“Ma che c’entro io con Falcone e Borsellino, se quando sono stati uccisi ero in carcere, già definitivo, dal 1979, e neppure sono siciliano…”
Ne parlo, e ancora ne parlerò, perché eravamo diventati amici, perché quando mi è stato permesso di frequentarlo molto da lui ho imparato. Degli uomini e della vita. Molto ho imparato della sua terra…

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Hevrin Khalaf, la vigliacca guerra sul corpo delle donne

Guardando le immagini dell’uccisione di Hevrin Khalaf, lapidata e brutalizzata… ricordando la Medea del mito delle origini. Serve sempre, allora come oggi, una donna da lapidare, e chi meglio della donna che conosce il delitto su cui si fonda il dominio patriarcale e, tenace e ostinata, vi si oppone. L’eterno stupro delle donne… Un pensiero e un disegno per Hevrin Khalaf, di Anne e Valeria Scafetta, per “far volare dal suo sangue, nel cielo e non nella polvere, petali e uccelli a portare ovunque quanto ha fatto…”

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Baschi rossi e cappelli simbolo tra le paranoie del potere

In Uganda è vietato l’uso di baschi rossi, richiamo al musicista e leader dell’opposizione Bobi Wine che sempre lo indossa. I cappelli e quel che rappresentano, e non da oggi, possono far paura a chi governa. Gatto Randagio, a modo suo, prova a cercare le ragioni profonde di tanto timore, e cercando di risolvere l’arcano… si perde nel gioco esoterico dei tarocchi…

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Le scarpe dei matti,
viaggio al termine del manicomio

Cumuli di vecchie scarpe impolverate, senza lacci, rosicate dai topi… abbandonate nei sotterranei dell’ex manicomio di Aversa. Dalla ferita che quell’immagine provoca in chi le ha viste nasce un libro che attraversa un secolo e più della storia della nostra psichiatria. Un libro per lettori forti, avverte l’autore, Antonio Esposito. Da leggere, perché “non si può capire la psichiatria di oggi se non si sappia riflettere sugli abissi di dolore che si accompagnavano, dilatandola e ampliandola, ad ogni sofferenza psichica immersa nella solitudine di un manicomio”. E perché siamo tutti coinvolti se “dietro ogni scemo c’è sempre un villaggio”.

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Remocontro