Dalla ‘casa del nulla’ nel nome di Pannella e papa Francesco

Forse non ci sarà grande folla con Gatto Randagio vestito da Francesca de Carolis alla marcia per l’amnistia intitolata dai Radicali a Marco Pannella e a Papa Francesco. Il problema è che la galera è facile da invocare di fronte a certi orrori del mondo, ma nessuno conosce davvero cos’è l’orrore della galera stessa. ‘Pensando ai delitti e alle pene. Pensando, soprattutto, al tremendo delitto che l’esecuzione della pena sa diventare…’.

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Il visibile e l’invisibile, fantasmi personali e di famiglia

Francesca de Carolis anticipa novembre. Con Tutti i Santi destinati da sempre ad essere sepolti dalla ricorrenza dei morti. ‘E il pensiero si affolla di presenze altre…’, anticipa Francesca, che, grazie agli insegnamenti di zia Carlotta, ‘zia madrina’, ci parla del suo amico Turi, che forse è stato uomo ma che lei ci racconta come fantasma. O viceversa. Poi le sollecitazione a ‘non chiudere la mente e il cuore alle strade dell’invisibile’. ‘Provate ad esercitarvi anche voi. Iniziando dai vostri fantasmi personali. Magari iniziando da quelli di famiglia’, è la sfida finale.

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L’uomo senza nome che viveva su un’auto

Pensiero d’autunno tra la poesia di Rilke e la sensibilità di Francesca de Carolis. Un uomo, scomparso cinque anni fa in un giorno d’ottobre. Aveva vissuto almeno una dozzina d’anni in una vecchia automobile parcheggiata in quella strada… Quel pomeriggio di fine ottobre, la sua casa-automobile circondata da vigili, che delimitavano l’area intorno con strisce di plastica bianca e rossa, le gambe rattrappite che appena si indovinavano sotto il lenzuolo che lo copriva. ‘Molto vile -confessa Francesca a nome di chiunque di noi- neanche quel giorno ho chiesto se qualcuno ne conoscesse il nome’.

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Che cosa pensa una farfalla? Poesie dalle scuole

Che cosa pensa una farfalla? / Io non so volare / ballare, danzare, / non so neppure camminare. / Un giorno mi sveglierò / e ballare potrò, / come una farfalla danzerò / e allora saprò / cosa pensa una farfalla. ”Poesie dalle scuole”, raccolta di poesie scritte dai ragazzi disabili incontrati nella sua vita per la scuola da Giovanna Cantoni. ‘Voci lievi, allegre o disperate, che chiedono amicizia, che anche nel dolore più profondo raccontano di sé, con impressionante naturalezza, quello che la scuola spesso non vede…’, ci spiega Francesca de Carolis che ci impone un groppo alla gola. Come ha fatto Mara, che si è interrogata su cosa pensa una farfalla e che, come molti degli autori delle poesie di questo prezioso libretto, adesso non c’è più.

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Siberia 1895, Domenico Morandini, fu Giovanni, di Osoppo, Friuli

TRANSIBERIANA, MIGRANTI E ALTRO – Una cartolina, la didascalia: Distretto di Jenisei (Ehucev), Siberia, 1895, Domenico Morandini, fu Giovanni.. Da Osoppo, ‘dove tanta gente aveva combattuto contro gli austro-ungarici, rimasero la moglie e i figli. Lui voleva lavorare al treno delle meraviglie. Vladivostoc, San Pietroburgo, Pechino..’. 120 anni dopo altri migranti italiani e altre miserie in casa. Lavoro, sogno e bisogno. Per finire con “I misteri della donna, e dei principi femminili”, di Esther Harding, allieva di Jung che Francesca de Carolis sta ancora leggendo e che forse non c’entra nulla con Domenico, la transiberiana e quanto ha scritto oggi.

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Tra le pietre antiche di Venezia, mani tese ad ogni calle. Città fatte di uomini o di pietra?

Gatto randagio a Venezia per la biennale di architettura quasi a giustificarsi. Ponti, traghetti, calli, turisti ma non solo. Mani tese ad ogni angolo. E sono tanti, e sono masse. A Venezia come altrove ridisegnano i volti delle strade, perché, è proprio vero, sono gli uomini, e non le pietre, a fare le città. I popoli come l’acqua, “che segue il suo andare e quando incontra ostacoli scava nuovi letti, e quando troppo preme e troppo si gonfia non c’è argine che tenga…”.
Appunti di un gatto randagio, guardando al tramonto il cielo sopra Venezia ..

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Le Cayenne italiane, galere dove morire rieducati

‘Le Cayenne italiane. Pianosa e Asinara: il regime di tortura del 41bis’. Un libro, ma non solo. Cayenne e anche un po’ Abu Ghraib, torture americane in Iraq, negli anno ’90. Francesca de Carolis sempre scomoda. Torna sul regime carcerario del 41bis che, quando non è tortura illegale e violenta, è tormento legale e infinito. Che senso ha parlare di rieducazione se poi teniamo in carcere le persone sino alla fine dei loro giorni? “Per farle morire rieducate”, è l’ironia amara.

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Paralimpiadi, campioni dalla corsa ad ostacoli della vita

Chiudono a Rio i giochi delle Paralimpiadi, segnate ieri dalla morte del ciclista iraniano Bahman Golbarnezhad, caduto durante la gara. Ma la sfida delle paralimpiadi vince ed è vita. La sensibilità di Francesca de Carolis gli eventi li anticipa. La storia di Oxana, arrivata con la sorellina da Pietroburgo nella famiglia romana che l’ha adottata, velocista sui 100 e 200 metri. «Alla fine siamo diversi da chi? Solo dall’idea che ci facciamo di ciò che vorremmo essere», ci dice la saggezza di Oxana. Avete mai assistito a una partita di basket in carrozzina? ci chiede Francesca. «Trasmette il piacere di un gioco fluido che scivola via…». O un incontro di scherma?, il mantello bianco a coprire le gambe, «e il loro muoversi sembrava a tratti danza di dervisci…».

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Suorine di Teresa colorate e nere tonache, suorine arcobaleno

Suorine. I sari bianchi e azzurri colore del cielo. Ma prevale il nero e il grigio. Gatto randagio, gatto birbante per le strade di Roma nei giorni della santificazione di madre Teresa di Calcutta. Suore, suorine spesso giovani e ancora sorridenti con i volti di tutti i colori del mondo, costrette il più delle volte in tristi e soffocanti abiti bui… Beatrice, una ragazzina che, ascoltando discorsi di adulti a proposito di religioni, ha mormorato: “Io diventerò buddista!”. E perché mai? Le hanno chiesto i grandi. Risposta: “Perché sono colorati”.

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Ladri di bambini, i mostri utili e le prevenzioni senza pentimento

Ladri di bambini: Ram Lubhaya, “l’indiano” che il giorno dopo ferragosto “ha tentato di rapire una bambina”, su una spiaggia nel Ragusano. Furia popolare anche contro la Pm che lo aveva tolto dal carcere. Nessuno ha poi scritto che Ram era risultato platealmente innocente. La responsabilità di chi racconta le cose a metà. Ram e Rom, gli zingari, il ‘mostro intorno’ al quale catalizzare le nostre paure. Allarmi mai provati. Qualche anno fa nella periferia romana invece un’organizzazione tutta italiana “forniva” bambini rom a pedofili. “Italiani ladri di bambini”, titolava l’Espresso, a proposito di minori sottratti ai genitori in Congo per darli a ignari genitori italiani. Da rivedere il film “Ladro di bambini” di D’Amelio (la foto di copertina) e il buon carabiniere del film che alla fine dovrà persino difendersi dall’accusa di aver rapito i ragazzini che gli erano stati affidati.

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Per un palmo di stoffa in più o in meno

LA LIBERAZIONE DELLA DONNA MUSULMANA – Francesca de Carolis non solo ‘remacontro’, ma spesso anche il salita. Una vignetta anno 1966 con uno sbirro che intima a una donna in topless, ‘signora si rivesta’, e lo sbirro 2016 che alla donna in burkini impone, ‘signora si svesta’. Non è solo un gioco di parole. 50 anni di differenza o crescere o a regredire? E se il burkini fosse un passo in avanti lungo il sofferto percorso della liberazione della donna musulmana? Povera morale “laica”, se arriva a fare di ritagli di corpi esposti all’aria il suo vessillo…

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«Allucinante» uso delle parole e l’olimpiade del non dire

CHI HA PIÙ CURA DELLA VERITÀ DELLE PAROLE? – Gli istanti dello sprint che ha portato alla vittoria uno dei nostri atleti olimpici. Il cronista urla che sembrava gli scoppino le vene: “ALLUCINANTE! ALLUCINANTEEEE!!!”. Campione sotto effetto di allucinogeni, oppure cosa che colpisce spaventando, impressionante, paurosa? Di allucinazioni verbali siamo certamente sommersi, annota Francesca de Carolis. Che conclude con la frase della Merini: “Mi piacciono le persone che scelgono con cura la parole da non dire”.

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Le sirene, il canto ammaliatore e il terribile silenzio

Mica poteva fare un semplice pezzo sulla vigilia di Ferragosto, come la capitava in anni giovanili al Tg1. No, da Francesca de Carolis il consueto mai. O vola alto o si immerge nel mare a caccia di sirene, sì quelle di Ulisse e delle tentazioni a cui ci piacerebbe tanto cedere. Ma pare non ci sia molto da scherzare anche su questo, se un monaco benedettino, a cavallo fra il ‘600 e il ‘700, sulle sirene scrisse che “è il caso di supporre che siano nate dal coito perverso fra individui di due specie”, e visto che marinai e pescatori in Spagna erano spesso costretti a firmare atti notarili in cui giuravano di “non intavolare commerci con le Sirene, qualora le incontrassero”. Mamma mia, le sirene!

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Quando l’Europa padrona pensò l’Oceania continente galera

«Nell’anno 1787, ventottesimo del regno di Giorgio III, il governo britannico inviò un flotta a colonizzare l’Australia” (…) ora questa costa sarebbe stata testimone di un esperimento coloniale mai tentato prima e destinato a restar unico nel suo genere: Un continente inesplorato sarebbe diventato una prigione. Lo spazio che lo avvolgeva, l’aria stessa, il mare, l’intero labirinto trasparente dell’Oceano Pacifico meridionale, sarebbero diventati una muraglia spessa ventiduemila chilometri».

Una storia che ci appartiene, viaggio nella nostra ferocia, legittimata dal sentirsi “classe giusta”, cosa che autorizza le peggiori violenze nei confronti di chi non riconosciamo degno di starci accanto, e per la nostra tranquillità è meglio eliminare.

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Torturiamo appena appena.. uccidiamo poco poco.. una volta sola..

PESTAGGIO SEMPLICE O TORTURA? E LA TORTURA SONO SOLO BOTTE?

Il reato di tortura che in Italia non c’é. Non c’è il reato, sia chiaro. La tortura, qualche rara volta scopriamo che esiste e viene praticata molto più spesso di quanto riusciamo a sapere. Azzeccagarbugli parlamentari a litigano sugli aggettivi che debbono qualificare la tortura per renderla punibile. Ma il blitz della polizia alla scuola Diaz di Genova, G8 del 2001, “deve essere qualificato come tortura” -senza aggettivi- decide la Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia anche perché non ha una legge per punire il reato di tortura. La discussione in parlamento sull’introduzione del reato di tortura va in vacanza. Ma sono tanti a ricordare che, anche se è estate, il dolore non va in vacanza, né dovrebbe la giustizia…

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Hello Harry Potter, hi Benny! Magheggi di una mamma straordinaria

Una alternativa all’ottavo libro delle avventure di Harry Potter. Una mamma medico che dialoga con la figlia autistica attraverso Harry Potter, personaggio in cui la figlia si identifica e a cui chiede aiuto. E l’idea fulminante di aprire un indirizzo di posta elettronica attraverso il quale scrivere alla figlia sotto le mentite spoglie di Harry Potter. “Un fantastico uso della bacchetta magica di Harry Potter” conclude Francesca de Carolis.
Da altra fonte leggiamo che Harry Potter potrebbe fermare la corsa di Trump alla Casa Bianca. Merito dei buoni sentimenti e dei valori di giustizia e tolleranza dai libri della saga che aumentano l’avversione verso il candidato repubblicano e i politici autoritari in genere. Francesca ci perdonerà per questa intromissione in prosa tra la poesia di “Hallo Harry! Hi Benny!”. Un magheggio per Benny e tutti noi senza Trump.

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Remocontro