Crimini di guerra prima di Karadzic. Il comandante responsabile di tutto?

Il primo processo per crimini di guerra alla fine della seconda guerra mondiale non fu Norimberga ai nazisti, ma il processo americano contro i vertici militari giapponesi. Il comandante fu ritenuto in ogni caso responsabile degli atti commessi dai subordinati. Per la ex Jugoslavia, il principio della ‘responsabilità di comando’ non è più assoluto ma va giudicato quanto il comando e il controllo sui subordinati siano effettivi e reali.

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La guerra più breve della storia: 38 minuti e Zanzibar fu inglese

Contrariamente a quanto si crede il Blitzkrieg, la guerra-lampo che risolve un conflitto con un colpo rapido, deciso e ben assestato, non fu un’invenzione tedesca, ma inglese. Accadde il 27 agosto 1896, 120 anni orsono, a Zanzibar, dove si combatté la guerra più breve di tutti i tempi: in trentotto minuti la marina di sua maestà britannica riportò l’ordine sull’isola dove un colpo di stato favorito dalla Germania aveva spodestato il sultano.

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Verdun, 100 anni fa, battaglia d’Europa

Verdun, battaglia d’Europa: le attuali buone relazioni tra Francia e Germania nascono anche da un massacro di un secolo fa. E da quando nel 1966 de Gaulle ricordò Carlo Magno proprio a Verdun. ‘Asse franco-tedesco’ o addirittura ‘Europa carolingia’ sinonimi dei cordiali di oggi tra Francia e Germania

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Memento coloniale in Africa, 120 anni fa ad Adua

Conca di Adua in Etiopia, 1° marzo 1896, l’esercito italiano subisce una delle più pesanti sconfitte della storia. Settemila caduti, duemila feriti e tremila prigionieri: in una sola giornata insomma le perdite di tutte le battaglie del Risorgimento dal 1848 al 1870. I tradimenti di allora. Gran Bretagna e Francia, il commercio delle armi e degli schiavi. Poi ci fu l’impero fascista e le riconquista dell’Abissinia, ma fu storia breve. Spunto per riflettere

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1787, quando popolo e cultura curda furono svelati agli italiani

Il primo libro stampato in Europa in cui si parlava un popolo e di una lingua kurda autonoma in mezzo alle diverse lingue dell’impero ottomano. Fu scritto da un frate domenicano italiano e stampato a Roma nel 1787. Poi venne la rivoluzione francese. Il popolo kurdo tra l’impero e quello del zar russo. Guerre, epopee, personaggi

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Quando in Siria i ‘foreign fighters’ erano nazisti

Criminali di guerra nazisti in fuga. America del Sud, principalmente, ma anche Medio Oriente. In Egitto, ma soprattutto in Siria. Prima dei tagliagola del Califfato quindi ex ufficiali tedeschi e criminali nazisti in fuga.

-La strana storia di Walter Rauff, polizia SS, nascosto a Roma nel convento di Santa Maria dell’Anima il cui rettore, Alois Hudal, gli fornì i documenti falsi per la fuga

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Kaiser e Sultano, trattative tra Imperi prima di Merkel-Erdogan

Wilhelm Leopold Colmar von der Goltz, morto 100 anni fa esatti, fu personaggio chiave nelle relazioni tra Germania e Turchia a cavallo tra fine ‘800 e la Prima Guerra mondiale. Visse a Costantinopoli dove insegnò all’accademia militare ottomana per dieci anni. Sui suoi testi si formarono generazioni di militari turchi tra i quali Mustafà Kemal, non ancora diventato Ataturk.

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Confini Siria Turchia
litigio post ottomano

Leggiamo preoccupati di espansionismo territoriale turco ai danni della Siria in guerra, una fascia di sicurezza anti curda, con minaccia di invasione. Punzo ci porta a quando le potenze coloniali decisero di spartirsi qual pezzo di impero ottomano tra Turchia, Siria e Iraq

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C’ERA UNA VOLTA
Guerra nel litigare la pace
Vietnam pensando alla Siria

Amici e nemici in guerra si riconoscono di fatto? O accade nell’accettare trattative di pace? Non sempre è vero. Tra il 1970 e il 1972 a Parigi incontri per fare cessare la guerra in Vietnam. Problemi a scegliere la forma del tavolo intorno al quale riunirsi. Tavolo rettangolare che faceva i 4 interlocutori eguali?

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C’ERA UNA VOLTA
Ambasciatore e giornalista
donna di grinta e di destra

Attenti a non sbagliare! Rubrica di storia e non di attualità. Non confondere minacce diplomatiche di oggi con la storia di Ann Clare Boothe Luce, ambasciatore Usa in Italia tra il 1953 e il 1956: prima donna a questo rango a Roma, la sua presenza sulla scena politica italiana non passò inosservata

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Nonni danesi salva ebrei. I nipoti imitano i nazisti

Giorni fa la notizia che la Danimarca confischerà gioielli e beni ai rifugiati per pagarsi le ‘spese di accoglienza’. Governo di destra che concede: ‘potranno tenersi la fede nuziale’. Per loro vergogna, l’eroismo dei nonni che salvarono gli ebrei danesi dalla furia nazista a rischio della vita

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C’ERA UNA VOLTA
Crisi mondiali, le spie
e le sorprese evitabili

La funzione principale dell’intelligence è la previsione. Prendersela ogni volta con i servizi segreti che non hanno saputo prevedere è diventato un mantra. È accaduto spesso, più di quanto si possa immaginare, per cui tornare su vecchie storie diventa inevitabile. Nella seconda guerra mondiale…

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C’ERA UNA VOLTA
Altra domenica di sangue ½ secolo fa a Derry-Irlanda

Un’eredità avvelenata a quasi mezzo secolo dai fatti. Irlanda del Nord, ‘Bloody Sunday’, la ‘Domenica di sangue’ nella città di Derry. I paracadutisti britannici aprono il fuoco contro manifestanti per i diritti civili. 14 morti tra cui sei minorenni. Ora l’esercito ammette la sue colpe ma..

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C’ERA UNA VOLTA – Quando anche in Vaticano le spie erano una cosa seria

Altre trame vaticane e altri tradimenti. 1948 nell’Italia contesa e affamata. Edward Prettner Cippico, monsignore, arrestato in Vaticano per traffico di valuta scappa e finisce poi a Regina Coeli. Fu anche indicato come possibile spia sia di Mosca che di Washington. Perdonato, rimase sacerdote

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‘Ghosty army’ alla Giletti, fiction nella guerra vera

«Ghosty Army», esercito fantasma, nome scherzoso del ’23rd Headquarters Special Troops’, che nella seconda guerra mondiale a Londra inventava storie, montature ed inganni, ma nella guerra vera. Tra i maestri assoluti dell’inganno guerresco l’americano Ralph Ingersoll, giornalista non a caso

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C’ERA UNA VOLTA
Il gran muftì al-Hussein
il nazismo e Netanyahu

Citazione falsata di Netanyahu sui rapporti del gran muftì di Gerusalemme Amin al-Hussein col nazismo. La ricostruzione storica di Giovanni Punzo documenta i cedimenti hitleriani del muftì -vedi la formazioni SS musulmane in Bosnia e Kosovo- ma lo sterminio ebraico era da tempo in corso

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Remocontro