C’ERA UNA VOLTA-Isabella che era di Castiglia e Colombo genovese, contro la Catalogna

I conti della storia sempre infiniti, inizi certi, fine improbabile. Catalogna di aspirazioni nazionali antiche e di difficili percorsi storici che il racconto di Giovanni Punzo fa partire dalla nota e poco amata Isabella di Castiglia che, sposando Ferdinando si prende anche l’Aragona e quindi la Catalogna, che scaccia prima gli arabi e poi gli ebrei e che dà il soldi a Cristoforo Colombo per scoprire l’America.
Una disgrazia tira l’altra, anche per la Catalogna, diventata marginale con la scoperta delle rotte atlantiche.
La Spagna della guerra dei Trent’Anni, e la rivolta contro le truppe castigliane nel maggio 1640, il giorno del Corpus de Sang, come chiamano in Castiglia il Corpus Domini.
O quando, nel 1700 il regno di Spagna passò dagli Asburgo ai Borbone, e la Catalogna si schierò a favore degli Asburgo. Ed ecco spiegata la severità di Re Felipe di Borbone dell’altro ieri..
Gran finale, la Catalogna ultimo lembo di repubblica spagnola ad arrendersi il 26 gennaio 1939 sotto la pressione delle forze franchiste.
Con i bombardieri italiani e tedeschi della ‘legione Condor’ che colpirono più volte Barcellona.

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Se la secessione diventa guerra, la peggiore fu americana

Secessione, dal latino ‘secessio’, “Separazione, distacco di una parte o di un gruppo dall’unità sociale, politica, militare di cui faceva parte, in seguito a grave disaccordo con la parte restante e come forma di aperta protesta e ribellione”. La Treccani aiuta sempre, altro che Wikipedia.
La più antica delle secessioni (furono tre in realtà), quella della plebe romana in lotta con il patriziato per la parità dei diritti civili e politici, conclusasi nel 494 prima di Cristo grazie a Menenio Agrippa.
Ma la memoria diffusa -quella che affrontiamo noi oggi con l’aiuto di Giovanni Punzo- è la secessione negli Stati Uniti d’America tra gli Stati del Nord, alla fine vittoriosi, e quelli del Sud, che si erano ritirati dalla Confederazione perché non accettavano l’abolizione della schiavitù dei negri.
Sperando sia soltanto un utile ripasso con ammonimento incorporato, da parte della storia.

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Separatismi buoni e quelli cattivi. Dal Kosovo alla Catalogna

La storia delle secessioni, della nuove statualità in Europa, dopo la seconda guerra mondiale. La caduta del Muro di Berlino sgretola antichi confini di schieramento e stravolgono l’ex mondo comunista. Poi la caduta della Jugoslavia coronata da tre mesi di bombardamenti Nato sulla Serbia per il Kosovo. Prima guerra in casa dopo quella mondiale per un Kosovo Stato solo per due terzi dei Paesi Onu. Non riconoscono ancora oggi l’indipendenza del Kosovo 5 dei 27 Stati dell’Ue: Spagna, Slovacchia, Romania, Grecia e Cipro.
Elenco rivelatore: Paesi che hanno in casa grandi problemi di unità nazionale e di spinte separatiste.
Domanda scontata ma priva di risposta credibile in casa occidentale: perché una guerra vera per il Kosovo e repressioni e guerre minacciate contro altre spinte separatiste? Qual’è la differenza tra separatismi leciti e quelli da reprimere?
Per oggi parliamo soltanto di storia.

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Muscoli esibiti guerre evitate?

Esibire la propria forza, ‘mostrate i muscoli’ per dissuadere da azioni armate altrui, o la stessa prova di forza a provocare l’azione contro. Troppe manovre militari contrapposte oggi, rispetto a ciò che ci insegna la storia. La VI flotta Usa che nel 1946 arriva nel Mediterraneo. Le ‘Cannoniere’ occidentali esibite in Oriente e sud America. La provocazione piemontese nella II guerra d’indipendenza, 1859, a spingere l’Austria ad attaccare e perdere la guerra.

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Dagli Imperi i nazionalismi malati nel cuore dell’Europa

Prima dell’oscurantismo xenofobo dell’attuale ‘gruppo di Visegrad’, alle origini storiche di quella arretratezza culturale prima del regime comunista di sponda sovietica. Il passaggio dagli imperi sovranazionali, Asburgo o Zar in quelle aree, alle identità nazionali spesso prevaricate dai confini tra i nuovo Stati. Xenofobia come esclusione dell’altro visto come nemico/concorrente in casa, e il più o meno esplicito antisemitismo che ancora oggi inquina molta della politica conservatrice nei Paesi di quell’area d’Europa in particolare. Il caso Polonia tra tutti.

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Corea 1950, la guerra fredda divenne caldissima

Quando la guerra fredda rischiò di incendiare il mondo.
La penisola coreana liberata dall’occupazione giapponese a nord della truppe sovietiche, a sud del 38 parallelo da quelle statunitensi. Impegni di prossima riunificazione, poi venne la guerra fredda. Il mondo diviso a blocchi.
Dal 1950 al 1953, quando ancora si contavano i morti e le distruzioni dell’ecatombe mondiale, in quella parte del mondo si scatena un’altra guerra aperta, col rischio di un conflitto globale e il possibile utilizzo di bombe nucleari.
Contrapposizione armata tra Paesi del blocco occidentale e quelli del blocco socialista. Situazione allora estremamente ideologizzata ma, di fatto, non molto dissimile dagli schieramenti internazionali attuali.
Un utile pro memoria di Giovanni Punzo rispetto ad una attualità estremamente inquietante, con l’ammonimento storico del generale MacArthur che allora voleva usare la bomba atomica, dopo Hiroshima e Nagasaki.

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Da Lee a Trump, guerra civile Usa mai veramente finita

Ferite ancora aperte quelle della guerra civile americana, se a Carlottesville la settimana scorsa i ‘suprematisti bianchi’ uccidono per razzismo, e se una corrente politica guidata da un fascista come Steve Bannon, arriva alla destra della Casa Bianca.
150 anni fa la schiavitù, poi diventata segregazione razziale, poi lotte per i diritti civili. Il KKK e i ‘suprematisti bianchi’
Dal leggendario generale sudista Robert Edward Lee alla ben più controversa destra statunitense della presidenza Trump

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Dalla Reconquista di el-Andalus alla Santa Inquisizione

1492, non solo la scoperta dell’America. Dopo sei secoli, la Reconquista, la resa di Granada, e la cacciata dei regni musulmani dalla Spagna. Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, e le guerre di religione nel nome del cristianesimo. La cacciata degli ebrei, le conversioni forzate, la Santa Inquisizione, le persecuzioni dei ‘Moriscos’, la ‘limpieza de sangre’ della nuova Spagna di Isabella la Cattolica.

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Guam, base Usa minacciata da Kim, dove e perché

Perché Guam è così importante per gli Stati Uniti e per la Corea? Piccola come la nostra isola d’Elba, lontana da tutto e da tutti (3.400 km da Pyongyang), ma al centro di tutto l’oceano Pacifico.
Già dalla guerra di Corea (1950-1953), e successivamente Vietnam e più recentemente Iraq e Afghanistan, la base di Guam è stata fondamentale.
Guam non è uno stato ma un territorio degli Stati Uniti, non vota per il presidente ma manda solo un deputato senza diritto di voto al Congresso a Washington.
Per il resto, leggiamoci Giovanni Punzo, che -forse per scongiuro- ci ricorda come i bombardieri delle atomiche su Hiroshima e Nagasaki erano di base proprio a Guam, isole Marianne.

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Quando le ong scelsero di schierarsi: Bosnia 1993

Organizzazioni private di varia natura, volontariato caritativo, organizzazioni internazionali come la Croce Rossa, sono presenti nelle crisi internazionali già nei conflitti del secolo scorso. Dopo la seconda guerra mondiale arrivano le agenzie umanitarie dell’Onu, e con la guerra in Bosnia, il diffondersi delle Organizzazioni non governative.
Dal Biafra alla Bosnia la nascita, ad esempio, di Medicin sans frontiere.
Un confronto aperto tra la priorità umanitaria assoluta del volontariato e i vincoli statuali. Non solo pacifismo, ma addirittura il ‘diritto di ingerenza umanitaria’.
Un po’ di storia, proprio dalla Bosnia delle prime Ong, a leggere contraddizioni e problemi aperti oggi con i soccorsi nel Mediterraneo.

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Nordafrica tra Italia Francia, dallo ‘schiaffo di Tunisi’

Non è certo il giovane Macron ad aver inaugurato le rivalità mediterranee italo francesi. L’esempio della Tunisia di metà Ottocento ‘colonizzata’ dai contadini italiani e da una grossa comunità che li seguì. Più democratico il Bey di Tunisi degli Asburgo, Savoia, Borboni e papato. Arrivò persino Garibaldi, condannato a morte in contumacia dal re di Sardegna per la tentata insurrezione di Genova.
Nel 1881, ‘lo schiaffo di Tunisi’: il governo di Parigi occupò militarmente la Tunisia che divenne un protettorato francese e cominciò la ‘questione’ degli immigrati italiani, ampia maggioranza della popolazione europea in Tunisia.
Nella riproduzione d’epoca, lo sbarco delle truppe francesi a Biserta

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Mediterraneo di scontri e di corsari oggi come ieri

Il Mediterraneo solcato da mille tensioni, scafisti e antiscafisti ufficiali, navi di soccorso e adesso anche la nave Nera antimigranti. Mare di tensioni e di disperazione ma non solo oggi. La storia della pirateria raccontata da Giovanni Punzo tra affari pulii e guerre sporche. Allora come oggi.

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Le armi chimiche dei cattivi e i gas mortali dei ‘buoni’

NON SOLO ASSAD, NON SOLO ISIS – Esiste ad esempio una Italia top secret delle armi chimiche. Migliaia di tonnellate di bombe letali prodotte dal fascismo. Finite in mare davanti Ischia e la Puglia. Dove continuano a seminare i loro veleni.
Italiani avvelenatori il Libia ed Etiopia, ora sulla salute degli italiani alle porte di Roma, alla periferia di Milano, nel golfo di Napoli, nel mare di Bari, sulla costa di Pesaro, sulle rive del Lago Maggiore, nei fiumi d’Abruzzo. Ovunque.
Ma non è questo il tema oggi. La storia recente delle armi chimiche, attualità ancora oggi nel conflitto in corso in Siria, le usi Assad o le usino i ribelli più o memo integralisti.

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«Civis romanus sum», i liberti, Caracalla e Remigio dei Girolami

Allora come oggi, il percorso per diventare ‘Civis romanus’ aveva regole definite dalla politica. ‘Una decisione presa di volta in volta per un complesso di motivi non sempre strettamente giuridici’, racconta Giovanni Punzo.
Lo ‘Ius soli’ dell’imperatore Caracalla, e la lezione del maestro di Dante Alighieri sull’essere ‘cittadino’, pensiero che risale addirittura ad Aristotele.

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Malta, rocca imprendibile sopratutto dai migranti

Dai Cavalieri di Malta, a cavalleria zero rispetto ai disperati che fuggono da fame e guerre attraversando il Mediterraneo. Malta la cui Guardia costiere soccorre 400 disperati nel mare attorno a casa sua e li porta a Porto Empedocle. Malta è una piccola nazione di appena 300 chilometri quadrati di superficie e meno di mezzo milione di abitanti, è la giustificazione.
Malta Unione europea ma anche commonwealth, Malta dei respingimenti assoluti, Malta che con la Libia tratta solo affari, Marta ‘Montecarlo’ dei ricchi libici che, potendo permetterselo, vanno lì godersi in frutti dei loro traffici, quali che siano.
Giovanni Punzo, ci accorcia la storia di Malta e di altre invasioni, Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, Arabi, Normanni, Aragonesi, Cavalieri di Malta, e si accontenta di Napoleone, di Churchill e Mussolini, di Gheddafi e Dom Mintoff.

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Saud d’Arabia principi petrolieri, dall’impero britannico a quello Usa

Pochi giorni fa, un nuovo principe ereditario saudita. Re Salman ha nominato il figlio Mohammed, 31 anni, nuovo principe ereditario. ‘Golpe dinastico’ per cercare di riformare il regno più ricco e discusso del mondo.
Reali dell’altro ieri, scopriamo attraverso Giovanni Punzo. La riscossa delle tribù arabe contro l’impero ottomano nella prima guerra mondiale, Lawrence d’Arabia, e lo scontro tra le famiglie di al-Husayn ibn Ali (gli Hussein in Giordania) e Abd Al Aziz al-Saud (i Sauditi in Arabia).
Quando Aziz al-Saud arrivo alla vittoria nel 1925, grazie a un trattato segreto con la Gran Bretagna, la fornitura di armi e munizioni e una rendita personale di 5000 sterline al mese.

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