Da Mossadeq a Trump tutti gli errori Usa contro l’Iran

Non solo Trump, i conti con la storia da parte americana nei confronti della nobile Persia, l’Iran, oggi governato da una teocrazia islamica sciita, ma da sempre oggetto delle mire colonialiste degli imperi europei in concorrenza tra loro. Poi fu interferenza petrolifera americana. La storia di Mossadeq e di una democrazia mancata che avrebbe proposto al mondo forse un Medio Oriente radicalmente diverso.

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Russiagate-Fbi-Watergate. Ricordate ‘Gola profonda?

‘Russiagate’ sempre più simile all’ormai storico scandalo Watergate che portò alle dimissioni del presidente statunitense Nixon. A partire dal coinvolgimento Fbi, oggi, con la cacciata del direttore da parte di Trump. Ma di questo parliamo in altri articoli.
‘C’era una volta’ torna alla ormai mitica inchiesta giornalistica condotta dai due reporter del Washington Post, Carl Bernestein e Bob Woodward, a cui si attribuisce il merito delle rivelazioni decisive per far esplodere lo scandalo.
Ma anche lì c’era lo zampino dell’Fbi, ci racconta Giovanni Punzo.

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Fbi, storia, leggenda e l’oscuro Hoover

L’Fbi umiliata dalla prepotenza maleducata di Trump è l’attualità. La storia esaltata da molte leggende dell’agenzia federale di investigazioni americana, è altra cosa. A partire dal suo fondatore John Edgar Hoover, per quarantotto anni il vertice della più famosa organizzazione investigativa al mondo.
Hoover più a lungo di Joseph Fouché, ministro di Napoleone, nel suo incarico per 17 anni, e di Laurentij Pavlovic Berija, l’uomo di Stalin alla Lubijanka del KGB appena dal 1938 al 1946.

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«Non sparate sulla Croce Rossa». Vale ancora?

Il parallelo con certa attualità è assolutamente voluto. ‘Non sparate sulla Croce Rossa’ è un concetto talmente scontato da essere divenuto un modo di dire. E tornano alla mente le immagini di ‘Addio alle armi’ e gli eroismi assistenziali raccontati da Hemingway tra le trincee della prima guerra mondiale. Tempi lontani, quando i magistrati parlavano per capi d’accusa e per sentenza. Oggi ‘non sparare sulla Croce Rossa’ si riduce sempre più ad un semplice modo di dire. Sparare sospetti spacciandoli per fatti è più facile di sparare proiettili ma non meno micidiale.
Certamente, alcune Ong nel mondo, si trascinano dietro più di un sospetto. Bene, prossime inchieste di Remocontro. Ma intanto, chi salva vite in mare a proprio rischio, sia rispettato. E se quei soccorsi devono essere fatti diversamente, si decida e lo si dica.
Noi, per oggi, con Giovanni Punzo, parliamo di Croce Rossa vera, quando, perché e come nacque.

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Macedonia del Grande Alessandro troppi improbabili eredi

Nei Balcani, dalla disgregazione jugoslava che molti hanno favorito, è stata una successione di guerre su chi, tra i popoli presenti sul territorio, dovesse prevalere. La guerra croato serba in Bosnia, il Kosovo tra serbi e albanesi con aiuti esterni. Partita ancora aperta nel sud dei Balcani dove i popoli in lizza sono molti di più, slavi serbi e slavi bulgari, sempre gli albanesi, ma anche i greci, e turchi e altre minoranze ancora, con l’eredità storica di Alessandro il Macedone a favorire nazionalismi di comodo per despoti locali assatanati di potere, vedi l’assalto al Parlamento di Skopje.

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L’ultimo vero sultano ottomano, l’autoritarismo e la Turchia

Sultano Abdul Hamid II, a cavallo di tra ‘800 e ‘900, doveva salvare l’impero ottomano giunto gli sgoccioli. Fu autoritario e dispotico e fu soprannominato il Sanguinario. Tensioni popolari e rivolte.
Nel 1908 un movimento tra intellettuali, funzionari dello stato e giovani ufficiali dell’esercito, costrinse il sultano despota a liberare i prigionieri politici, abolire la censura e riammettere la libertà di stampa.
Sottintesi di attualità, dal malizioso Giovanni Punzo

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Armi di ‘distrazione di massa’ e bugie arruolate, da sempre

I gas siriani già troppe volte usati con tanti colpevoli e i 59 missili americani. La Corea del Kim e la flotta Usa di Trump. La superbomba Usa sull’Afghanistan fatto poligono da esibizione. Inganni o doppiezze. E la storia, ci ricorda Punzo, di questi inganni ne è piena. Da Annibale con Sagunto, a Saddam che le armi di distruzione di massa le avrebbe volute ma non le aveva, e morì male lo stesso.

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Armi chimiche, tutti le hanno, nessuno senza colpa

Il percorso tecnico di quelle armi vigliacche che colpiscono nel mucchio e la storia. Nessuno senza colpa, ci dimostra Giovanni Punzo, e gli italiani in guerra non sono sempre stati ‘brava gente’.
Dai gas nostrani in Etiopia, a quelli Usa in Vietnam, per arrivare alla modernità di Saddam contro i curdi. Nell’inseguire i ‘cattivi’ lungo la storia, ci sono scappati i ‘buoni’.

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Il Califfo non ha inventato nulla: uccidere uccidendosi

Terrorismo suicida, l’attualità di Londra e, sui fronti di guerra in Siria e Iraq, veicoli e uomini bomba l’arma di punta delle forze jihadiste. I soldati suicidi nelle guerre classiche, kamikaze il nome ereditato dal Giappone. Il secrificio eroico nella storia e sui libri sacri, dal Sansone della Bibbia. Il Califfo non ha inventato nulla, salvo l’aggravante vigliacca dell’uccidere nel mucchio a tradimento.

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Terrorismo nella storia e storia del terrorismo

Terrorismo. Oggi Isis, ieri altre stragi, e prima ancora? La storia mai scritta del terrorismo, e il terrorismo nella storia. Sfida impossibile che abbiamo lanciato a Giovanni Punzo, nell’appuntamento settimanale del rileggere l’attualità nella memoria del passato. L’impossibile definizione stessa di ‘terrorismo’ dove la spesso la violenza vincente diventa patriottismo e solo quella perdente resta atto criminale.
Punzo propone una definizione classica: ‘terrorismo come una forma estrema di guerra psicologica, condotta con mezzi violenti per costringere qualcuno a fare o non fare qualcosa, soprattutto incutendo paura, ovvero terrore’.
E non si parte certo dal ‘terrore’ durante la rivoluzione francese, ma molto prima della ghigliottina.

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Srebrenica vergogna anche olandese

Il peggior massacro di civili in Europa, dalla seconda guerra mondiale. 8mila maschi musulmani inermi trucidati dagli scherani delle formazioni serbo bosniache del generale Mladic e del capopopolo Karadzic. I loro corpi nascosti in fosse comuni.
Orrore abbastanza noto, tornato alla luce per le polemiche del turco Erdogan nei confronti dell’Olanda. Remocontro già ne ha scritto.
Oggi l’attenzione di Giovanni Punzo agli accertamenti giudiziari condotti proprio sulle responsabilità dei caschi blu olandesi a Srebrenica che non si opposero al massacro.

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Quando volare diventa simbolo di potere

Polemiche di questi giorni sui Voli di Stato, quelli necessari e quelli da cancellare. Per associazione di idee, Giovanni Punzo oggi ci porta per aria con Dannunzio e Italo Balbo che di ‘Voli di Stato’ esibiti se ne intendevano. L’aviazione in camicia nera e Mussolini pilota che passava dalla trebbiatrice al ‘Caproni’, con esiti incerti. Nulla a che fare con gli ‘Assi’ delle nostra piccola ma gloriosa aviazione nelle due guerre mondiali, da Francesco Baracca ad Aldo Remondino. Più vicina a certe attuali e costose esibizioni di potere sui Jet di Stato.
(Nella foto, Mussolini scende dall’aereo di Stato a suo uso personale, ‘Tartaruga’ il suo nome)

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Quelle 15 vittime italiane nella tragedia bosniaca

Pochi giorni fa la condanna del responsabile della morte dei tre volontari italiani in Bosnia nel maggio 1993. E la memoria è corsa alla parte che ebbe l’Italia in quella tragedia: diplomazia, interposizione tra le parti in guerra, aiuti umanitari e giornalismo sul campo.
14, avevamo detto, gli italiani che hanno perso la vita nella guerra in Bosnia. E invece no. 15 le vittime italiane in quella guerra.
Grazie all’attenzione dei nostri più attenti lettori possiamo recuperare un errore di omissione. La morte di Gabriele Moreno Locatelli, pacifista italiano, che manifestava a Sarajevo, con i ‘Beati costruttori di pace’ 1993, sul ponte di Vrbanja.
Assieme a lui, altri tre giovani della Lombardia solidale.
I 4 militari sull’elicottero italiano con insegna europea, abbattuto da Mig che ancora oggi si litiga se fossero serbo o croati.
I 4 aviatore che portavano aiuti umanitari col G222, abbattuto sulle montagne attorno a Sarajevo.
E i tre giornalisti della redazione di Rai di Trieste uccisi a Mostar da una granata mentre documentavano le sofferenze dei bambini travolti dalla guerra.

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La violenza carnale arma della bestia umana in tutte le guerre

Le recente denuncia sulle violenze sessuali di Caschi Blu in missione di pace, lasciate impunite dall’Onu. Lo stupro da sempre parte delle atrocità di guerra che gli eserciti compiono sui civili. Con la vergogna della storia scolastica che fa passare il ratto della sabine come prodezza della nascente Roma.
Giovanni Punzo ci spiega che il primo stupro ritenuto crimine di guerra fu riconosciuto nel 1474. Millenni di impunità spesso applaudita. Poi gli orrori recenti, nella nostra ‘civilissima’ realtà, in Bosnia, ad esempio. E qui ritroviamo i Caschi blu.
Il bordello militare con donne musulmane prigioniere a Foca, serbo bosnia. O l’albergo ristorante “Sonja’s Kontiki”, a Vogosca, con prostitute prigioniere frequentato da militari di Unprofor. Per quello il generale canadese Lewis MacKenzie, a capo delle forze Onu, fu sostituito.

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Fratelli coltelli, non solo i Kim nella storia

Probabile delitto di Stato la morte del fratello maggiore del dittatore coreano Kim Jong-un in Malesia, dove continuano ad arrestare presunti assassini del povero Kim Jong-nam, fratellastro maggiore del presunto mandante. Giallo internazionale, spy story e fantasia. Ma la storia vera è pure peggio, lasciando perdere Caino e Abele e Romolo e Remo, che sono leggende.
La pessima figliolanza di Carlo Magno, ad esempio, con Pipino il Gobbo e il pessimo Ludovico il Pio. O Riccardo Cuor di Leone tradito dal fratello Giovanni, cche creò la fantasy di Robin Hood. O lo scannatoio tra gli York ed i Lancaster per il trono d’inghilterra. O la lite tra gli Asburgo durata 30 anni di guerre.
Col lieto fine dei fratelli Sokolovic, il pascià Mehmed Sokolovic e il patriarca ortodosso di Pec Makarije Sokolovic. Smentita storia di sempre cruenti Balcani, a Visegrad, dove il ponte cantato dal nobel Andric, unisce le rive della Drina con undici arcate di pietra che hanno sfidato i secoli e tanti pregiudizi, non solo balcanici.

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Quei dannati immigrati bianchi in terra Sioux!

L’uomo bianco Trump, lingua biforcuta e scalpo sprecato –
Ancora la vicenda degli indiani Sioux, i pellerossa il cui territorio rischia di essere inquinato da un eleodotto che Trump impone debba attraversare la loro riserva. L’ultimo prepotenza nei confronti dei sopravvissuti al genocidio dei nativi americano taroccato dal cinema nella ‘Epopea del West’.
Trump come successore del presidente Grant che tradì le tribù indiane per l’oro al posto del petrolio di oggi. L’ultima violenza di una serie infinita, come ci racconta Giovanni Punzo.
La grande guerra Sioux del 1876, la guerra per le Black Hills, una serie di battaglie che coinvolsero i Sioux Lakota e i Cheyenne settentrionali dopo la scoperta dell’oro nelle Colline Nere, quando i coloni iniziarono ad invadere il territorio indiano. Ieri l’oro, oggi il petrolio dell’oleodotto o della sotto il lago Ohae, nella riserva indiana di Standing Rock, nel North Dakota.

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Remocontro