Nell’incontro in Kuwait a fine marzo l’inviato di ONU e Lega Araba Brahimi ha dichiarato l’impossibilità di riprendere i negoziati a Ginevra per le posizioni inconciliabili delle parti. La rielezione certa di Assad nelle imminenti elezioni indurrà l’opposizione a disertare il negoziato.
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La road map per la pace con l’Autorità palestinese fortemente sospetta di parzialità dopo l’intesa tra Washington e Tel Aviv. Ad esempio il ‘divieto’ all’Anp di presentare sue richieste all’Onu. Replica: Abou Mazen ha deciso di chiedere l’adesione in 15 organizzazioni delle Nazioni Unite
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Contatti fra leader islamici di diverso orientamento appena accennati nei media arabi con contorni molto significativi. Ad esempio, il Premier turco Recep Tayyip Erdogan non rinuncia a recarsi in visita a Teheran pur nella tempesta di accuse su di lui, famiglia e partito, e le elezioni poi vinte
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35° Vertice della Lega Araba in Kuwait. Chiaro il definitivo spostamento verso il ruolo egemonico dell’Arabia Saudita. Manco una parola sulla crisi interna al Consiglio di Cooperazione del Golfo contro il Qatar per l’appoggio fornito da Doha ai Fratelli Musulmani. Silenzio sulle condanne a morte
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Uno immagina che l’occupazione militare dei Territori palestinesi costi almeno dei soldi a Israele. Tel Aviv con dati e cifre replica che le moderne tecnologie da lei sperimentate nella guerra contro i palestinesi le consentono di firmare contratti milionari di vendita armi con Paesi nel mondo
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Bombardamento sulla Siria da parte dell’aviazione israeliana. Bersaglio un campo di addestramento dell’esercito siriano, un Quartier Generale e una batteria di artiglieria nelle alture del Golan occupato dal 1968 e annesso unilateralmente da Tel Aviv nel 1981. Ritorsione o aiuto diretto a chi?
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Barak Obama ci aveva messo la faccia. Entro aprile la firma dell’Accordo di pace tra Israele e l’Autorità nazionale palestinese. Il Segretario di Stato Kerry già avanza l’ipotesi di prolungare la trattativa fino a dicembre. Obama cerca di tenere buono Abu Mazen. Diffusa diffidenza palestinese
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Le forze di Assad hanno ripreso il controllo della città di Yabrud, al confine con il Libano. Con effetto domino, i ribelli jihadisti sunniti fuggono in Libano inseguiti da Hezbollah che adesso operano in casa loro. Jihadisti al Qaeda in fuga diretti verso Arsal, secondo fonti Associated Press
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Le Brigate al-Quds colpiscono nella notte la parte sud di Israele eludendo il sistema antimissile Iron Dome. Per pareggiare i conti il premier Netanyahu ordina un attacco dell’aviazione. Tutto è iniziato dall’uccisione di tre militanti di Hamas a Gaza da parte dell’aviazione israeliana l’11 marzo
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Nella sua difficile visita negli Usa, l’israeliano Netanyahu insiste sulla pericolosità del programma nucleare iraniano. Il 5 marzo gli incursori israeliani intercettano nel Mar Rosso un cargo in acque internazionali. A bordo casse di missili M-302 sotto sacchi di cemento“made in Iran”. Tombola.
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Gerusalemme, Spianata delle Moschee, scontri fra palestinesi e polizia israeliana, lanci di sassi, feriti, arresti. I palestinesi contestano il progetto Likud della sovranità israeliana sulla Spianata che ospita la Cupola della Roccia e la Moschea di Al Aqsa. La destra spinge gli Usa annuiscono
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Dopo undici mesi di stallo, il Libano ha un governo. Esecutivo di coalizione, o meglio di “spartizione” tra le fazioni. Parcellizzazione dei ministeri per accontentare le bande. Paese allo sbando nella progressiva disgregazione sociale ed economica su cui grava lo spettro della guerra in Siria
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Donne e bambini via da Homs: è il primo risultato della conferenza di pace sulla Siria a Ginevra. Si lamentano invece i rappresentanti di Austria, Belgio, Francia, Italia e Olanda che hanno denunciato il gran numero di loro concittadini che stanno combattendo in Siria. Scuola di guerra per spostati
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Secondo il governo de Il Cairo, almeno 49 morti, 247 feriti e 1079 arresti nelle ultime 24 ore. La delusione di una speranza di ‘primavera’ tradita con manifestazioni pacifiche della parte laica, e la reazione armata dei Fratelli musulmani ormai fuorilegge a sostegno del deposto presidente Morsi
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Anniversario delle rivolte di Piazza Tahrir. Fu la sperata rivoluzione. Tre anni dopo è rivoluzione tradita. Dopo gli attentati degli ultimi giorni al Cairo si prevedono nuovi scontri tra forze di sicurezza e Fratelli Musulmani. Tensione, paura e delusione per ciò che poteva essere e non è stato
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Un’autobomba all’esterno della casa delle spie al Cairo con morti e feriti. A questa prima esplosione ne è seguita subito dopo un’altra nel quartiere di Dokki. Gli attentati arrivano alla vigilia del terzo anniversario della rivoluzione del gennaio 2011 che portò alla destituzione di Mubarak
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