Brexit col mal di pancia. Lascia l’ambasciatore inglese all’Ue

Sir Ivan Rogers, l’ambasciatore britannico all’Unione europea ha dato inaspettatamente le dimissioni oggi. La decisione di lasciare, confermata dal Foreign Office, ha colto di sorpresa Downing Street e priva la Gran Bretagna di uno dei maggiori esperti di Unione Europea, che avrebbe dovuto avere un ruolo di rilievo nelle trattative su Brexit.
Timori di molti a Bruxelles e in altre capitali Ue che il Governo britannico di Theresa May abbia scelto una ‘hard Brexit’, una uscita litigiosa.

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Ma sta Gran Bretagna se ne va o non se ne va?

Britannici pentimenti. Aperta la battaglia alla Corte suprema. Appello del governo contro la ratifica obbligata del referendum Brexit da parte del Parlamento. Un voto sull’uscita dall’Ue che potrebbe consentire ai deputati filo-europei di ritardare l’addio all’Unione. Come da foto, fuori dal palazzo di giustizia si alternano manifestazione di attivisti pro e contro Brexit

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Londra, capitale del riciclaggio di denaro sporco dal Medio Oriente

‘PECUNIA NON OLET’ DETTO IN INGLESE: LONDRA RICICLA TUTTO –
Il ruolo del Regno Unito nella pulizia denaro sporco proveniente dal Medio Oriente. Un nuovo rapporto di Transparency International valuta che tra 36 e 90 miliardi in sterline di denaro sporco viene lavato nel centro finanziario globale di Londra. ‘Pulizie di primavera’, è il titolo del rapporto di denuncia sul ruolo del Regno Unito nel riciclaggio di ricchezza sporca dagli stati della primavera araba»

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Brexit forse No. Sul divorzio con l’Ue decida il Parlamento

«Il principio fondamentale della costituzione del Regno Unito è che il Parlamento è sovrano», decreta Lord Thomas of Cwmgiedd, giudice dell’Alta corte. La Brexit va votata dal Parlamento, non basta il referendum popolare. Ha torto il governo di Theresa May che rivendica il diritto di gestire da subito l’uscita dall’Unione europea. Governo pronto al ricorso alla Corte Suprema. Sterlina in rialzo dopo il verdetto.

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Brexit, indietro tutta ma facendo finta di niente

L’Alta Corte inglese chiamata a decidere su un ricorso presentato a proposito del Trattato di Lisbona. È stato chiesto che la procedura sia avviata con un voto parlamentare dove c’è una maggioranza contraria alla Brexit. Si cerca una soluzione che congeli tutto. Come rimangiarsi tutto, magari piano piano e senza perdere la faccia? Visti i chiari di luna a Londra si è aperta una specie di riffa all’insegna del “si salvi chi può”.

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Brexit numeri segreti da catastrofe. Dopo l’arroganza la paura

Brexit: un documento del Governo di Londra, subito fatto sparire, parla di prospettive apocalittiche per le finanze del Regno Unito. Le previsioni sono molto più buie di quanto si temeva. Il Pil potrebbe crollare di 10 punti nel giro di 15 anni, a livello di quando Londra era sotto le V2 di Hitler. Il crollo delle esportazioni, inoltre, potrebbe incidere per l’astronomica cifra di 81 miliardi di dollari, mentre gli investimenti esteri si ridurranno progressivamente di un quinto.

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Theresa May-be, forse sì forse no e l’«anglo trumpismo»

Theresa May e una Brexit inelegante. Il tira e molla sull’avvio della contrattazione per l’uscita dall’Ue, molto da Suk e poco da City. La minaccia di chiusura per i lavoratori stranieri, Ue compresa e poi la retromarcia quando Merkel s’è arrabbiata. Le emozioni sembrano guidare le scelte del governo della primo ministra britannica, Theresa May, Therese Maybe, forse che si forse che no, e l’«anglo trumpismo».

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Londra applica la Brexit per l’impunità ai suoi militari

Prima deroga decisa da Londra delle norme del diritto umanitario europeo. Brexit di convenienza con alcuni aspetti che dovrebbero far discutere almeno in casa britannica. Londra esenta con una deroga i suoi militari dal rispetto delle norme del diritto umanitario europeo per evitare eventuali procedimenti giudiziari a seguito delle operazioni belliche oltremare. Parliamo dell’Iraq in particolare. 1.374 casi di accuse di abuso, sparizioni e omicidi. Finora, 326 casi risolti con un risarcimento totale di 23 milioni di euro.

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Nuovi sottomarini e missili nucleari per l’Impero britannico dopo l’Ue

I deputati britannici approvano il rinnovo del programma nucleare Trident. Quattro nuovi sommergibili nucleari per trasportare le testate atomiche britanniche. La misura, votata dai conservatori e da metà dei laburisti, costerà almeno 41 miliardi di sterline. Il leader laburista Jeremy Corbyn, pacifista convinto ma leader senza credito, ha votato contro, ma ha dovuto lasciare libertà di scelta ai suoi come per Brexit.

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Neo premier inchino alla regina. UK al femminile per il divorzio Ue

CAMERON, «I WAS THE FUTURE, ONCE», SONO STATO IL FUTURO, UNA VOLTA. Cameron chiude il sipario cosi’, con una battuta autoironica alla Camera dei Comuni. In copertina l’inchino della nuova premier britannica alla Regina Elisabetta nell’incontro per il conferimento dell’incarico. Theresa May, 60 anni a ottobre, ministro dell’Interno negli ultimi sei anni e neo leader del Partito Conservatore, è stata “invitata dalla regina” a formare il nuovo governo britannico. E’ la seconda donna nella storia del Paese ad assumere la guida dell’esecutivo, 26 anni dopo Margaret Thatcher, anche lei esponente Tory.

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Nuova Lady di ferro per il dopo Cameron ma Londra traballa

Theresa May rimane l’unica aspirante alla carica di primo ministro dopo l’azzardo referendario di Cameron. «Se sarò io a diventare premier la Gran Bretagna sicuramente uscirà dall’Ue», aveva promesso May. Peccato che, a due settimane dalla vittoria del Leave, la Brexit, l’eccessiva svalutazione della sterlina e il crollo del settore immobiliare rischiano di avere degli effetti catastrofici

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Blair e l’Iraq, Cameron e Brexit. Catastrofi inglesi

Nella Gran Bretagna che si riscopre Isola rispetto al continente Europa, un Tony Blair quasi criminale di guerra diventa un colpo quasi definitivo alla sua intera classe politica e dirigente. Una guerra fatta per piaggeria verso gli americani, un referendum inventato per strappare una manciata di voti a stravolgere la geopolitica europea. Blair e Cameron catastrofi planetarie e il resto della classe politica inglese in vergognosa fuga.

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La folle guerra all’Iraq di Bush e Blair, la Gran Bretagna si pente

Guerra evitabile, che vuol dire guerra folle le cui conseguenze paghiamo ancora oggi. Lo ha detto sir John Chilcot nel rapporto sulla partecipazione britannica alla guerra in Iraq. Conflitto basato su dati di intelligence “imperfetti”, lE bugie sulla armi di distruzione di massa in possesso di Saddam e una progettazione “totalmente inadeguata”. “Gli Usa e la Gran Bretagna minarono l’autorità dell’Onu”. Blair balbetta che nel 2003 era”in buona fede”. Ma non giura su quella di George W. Bush.

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Gran Bretagna cerca premier. Eredità Cameron, molti scappano

L’ex sindaco di Londra, il biondo alla Trump, ha deciso di non correre per la successione a David Cameron alla testa dei conservatori del Regno Unito. Corrono il ministro della Giustizia britannico, Michael Gove, ma è Theresa May ad apparire la vera favorita, emula della Lady di ferro Margaret Thatcher

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Britannia isolazionista ora scopre il rischio naufragio

«Herd istinct», l’istinto del gregge. Vari elementi hanno concorso a una scelta dalle conseguenze inimmaginabili specie per Londra. Dopo il voto inglese sulla “Brexit” gli analisti s’interrogano sugli effetti di una decisione che appare “umorale”. Chi ne uscirà con le ossa rotte

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L’Ue tradita vuole il divorzio veloce ma Londra fa la furba

Divorzio veloce e tra Gran Bretagna e Unione a 27, con astio e liti prossime sulla spartizione dei beni. Londra cerca di tirarla per le lunghe E condizioni più favorevoli. I rischi interni per il regno unito, Scozia e Nord Irlanda preferiscono l’Europa all’Inghilterra. Oggi i ministri degli Esteri dei 6 paesi fondatori si vedono a Berlino. Stasera Renzi da Hollande, lunedì il vertice italo-franco-tedesco

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Remocontro