Remocontro a Tv2000 su Sarajevo e Srebrenica – VIDEO

Sarajevo e Srebrenica, la Bosnia litiga con la storia.
Milorad Dodik, presidente della Republica Srpska, l’entità serba della Bosnia, contesta il racconto ufficiale della Bosnia-Erzagovina sull’assedio di Sarajevo e sul massacro di Srebrenica e la parola genocidio.
Polemiche storiche di schieramento e rischio negazionismo.

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Assedio di Sarajevo e Srebrenica, la Bosnia litiga con la storia

Milorad Dodik, presidente della Repubblica Srpska, l’entità serba della Bosnia, contesta il racconto ufficiale della Bosnia-Erzagovina sull’assedio di Sarajevo e sul massacro di Srebrenica e la parola genocidio.
Polemiche storiche di schieramento e rischio negazionismo.

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Macedonia, il presidente scopre che governa chi vince le elezioni

FINE ERA GRUEVSKI – Dopo l’assalto al Parlamento macedone, il Presidente Ivanov si rassegna a dare mandato al governo di socialisti e albanesi che avevano vinto le elezioni. Il via libera dopo cinque mesi e una settimana di tensioni, scontri e caos.
L’equivoca figura dell’ex premier Gruevski. Clamorosi problemi di corruzione

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Kosovo enigma politico, elezioni anticipate

In Kosovo è caduto il governo. Il presidente ha sciolto il Parlamento dopo un voto di sfiducia. Le elezioni politiche anticipate si terranno l’11 o il 18 giugno prossimo. Storie di inquisiti eccellenti al Tribunale Speciale per i crimini dell’UÇK insediato all’Aja e impegni internazionali disattesi con Montenegro e Serbia.

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Bosnia record di jihadisti Isis

La Bosnia-Erzegovina ha dato 330 foreign fighters all’Isis. Il piccolo Paese balcanico sul fronte adriatico è al settimo posto al mondo per numero di combattenti dell’Isis in rapporto alla popolazione.

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Macedonia irruzione in Parlamento, ma è scontro etnico

Irruzione e botte dentro il Parlamento di Skopje di attivisti di destra contro le richieste dei partiti albanesi, e lo scontro da politico diventa soprattutto etnico. La polizia macedone ha completato solo nella notte lo sgombero del Parlamento devastato.

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Kosovo e riarmo balcanico, minacce sottocasa

Un esercito nazionale kosovaro ai confini della Serbia promessa di guai certi. E persino la Nato e gli Usa, che il Kosovo indipendente hanno voluto, ora temono i guai che verrebbero dall’espansionismo demografico albanese se fosse armato.
Tornano a spirare venti di guerra sui Balcani.

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Serbia presidenziali, vincitore scontato con sberleffo

Giochi fatti, sembrerebbe, per le elezioni presidenziali in Serbia. Undici candidati, ma a stravincere, secondo tutti i sondaggi, sarà Aleksandar Vucic, attuale premier conservatore, candidato a sostituire alla presidenza Tomislav Nikolic.
A inseguire, ma sarà probabile secondo, Luka Maksimovic, più noto come “Ljubisa Preletacevi Beli”, provocatorio candidato anti-sistema e rappresentazione satirica di tutti i difetti del politico balcanico.

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Quei 3 volontari italiani in Bosnia, ergastolo all’assassino

L’allora ‘Comandante Paraga’, Hanefija Prjic, cittadino bosniaco, è stato condannato all’ergastolo dal tribunale di Brescia. Il comandante paramilitare bosniaco, oggi 53enne era accusato di aver ordinato la strage di Gornji Vakuf, del 29 maggio 1993, quando vennero uccisi tre volontari italiani, Sergio Lana, Fabio Moreni e Giorgio Puletti che facevano parte di un convoglio umanitario insieme a Agostino Zanotti e Cristian Penocchio, i testimoni di oggi che riuscirono a scappare nei boschi e ad evitare la morte.

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La Republika Srpska festeggia e i Balcani si agitano

La semplice celebrazione della Giornata della Republika Srpska, il 9 gennaio, è stata sufficiente a scatenare polemiche infinite in tutta l’area balcanica. A far esplodere la situazione la partecipazione del Terzo Reggimento di fanteria delle Forze Armate bosniache. Tradimento, corte marziale, Nato, nella follia costituzionale di uno Stato che non può continuare esistere così com’è.

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Kosovo: ‘foreign fighters’ e le più severe donne della jihad

Un articolo inchiesta prodotto in collaborazione con il Balkan Investigative Report Network.
Titolo, «Few but Fanatical – the Kosovo Women Who Go Over to ISIS».
Sommario: ‘Il Kosovo è stato degli stati più filo americani in Europa da quando gli Stati Uniti lo hanno aiutato liberarsi dal controllo serbo. Eppure, in un salto generazionale in questo paese in gran parte secolare, la radicalizzazione islamica sta facendosi strada tra i giovani. E non solo tra gli uomini che sono andati a combattere con Isis’.

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In Kosovo statua all’americano dell’inganno di Racak

Una statua dell’ex capo dell’OSCE in Kosovo, l’americano William Walker, nel villaggio di Racak, alla porte di Pristina, dove, fine 1998, in piena guerriglia interna alla Jugoslavia, una battaglia di tre giorni con le sue vittime, fu montata come strage di civili convincendo il mondo -Italia compresa- che quella guerra contro Milosevic andava fatta.

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Macedonia elezioni, incertezza politica e partita etnica

Elezioni politiche dopo uno stallo che blocca il paese balcanico da inizio 2015, ed è ancora bis: i sostenitori di entrambi i partiti rivendicano la vittoria nel voto popolare. Il partito conservatore è in leggero vantaggio ma l’opposizione socialdemocratica festeggia in piazza. La irrisolta questione etnica tra popolazione di etnica slavo, bulgara, gli eredi della Grecia macedone e la comunità albanese.

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Bosnia, rischio ‘musulmania’ con soldi e turisti dal Golfo

Fu la laica Sarajevo jugoslava. Ora, nella ‘basciarscija’ la città vecchia di Sarajevo gli arabi wahabiti sono i visitatori più numerosi, e le loro donne portano il niqab, il velo integrale nero. Fantasmi neri tra i veli dell’islam moderato bosniaco e i capelli sciolti per quanto resta di donne croate e serbe. Petrodollari in progetti turisti e donne in niqab, timori per il radicalismo islamico

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Processo Mladic, l’accusa e le colpe per la storia

Ratko Mladić, il comandante serbo bosniaco durante la strage di Srebrenica e di molto altro. All’inizio del processo davanti al Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia, nel maggio del 2012, Ratko Mladić voleva presentarsi in uniforme, con le sue stelle di generale sulle spalline. Adesso si avvia verso l’ergastolo senza divisa e senza onore.

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Voto nel micro-Montenegro lacerato tra Nato e Russia

Mini Stato, grandi pretese. Dopo aver dato all’Italia la regina Elena e un po’ di statura almeno fisica ai Savoia, ora schiera il quasi esercito espresso dai suoi 672 mila abitanti con la Nato tradendo la tradizionale fratellanza cristiano ortodossa con la madre Russia. Con meno abitanti dell’Umbria e più territorio della Campania la contraddizione Montenegro, a partire dal suo presidente-premier che si scrive Djukanovic e si legge ‘Giucanovic’ e che l’Italia ‘ricercava’ non per rendere omaggio al vicino di casa ma per offrirgli una cella con l’accusa di contrabbando. Ora anche lui denuncia ‘trame del Cremlino’ sul fronte Adriatico della Nato.

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