
Israel vs Palestine flag on cracked wall
«Tutto ciò avviene nel silenzio degli Stati Uniti, che pure si sono fatti garanti della tregua, e degli altri Paesi occidentali che hanno derubricato il genocidio dei palestinesi a un passato che non merita più attenzione, neanche quella di facciata accordata in precedenza. Tutto sopito, tutto sottaciuto». E l’attenzione mediatica pilotata insiste sul recupero dei corpi degli ostaggi e non sui vivi che continuano a morire. «Evidentemente anche da defunti gli israeliani hanno un valore imparagonabile rispetto a quello dei palestinesi, vivi o morti che siano».
Né i media di Tel Aviv, tutta la loro attenzione è focalizzata sul ritorno dei corpi dei defunti e sulle querelle politiche interne: il braccio di ferro tra governo e Haredi, che vogliono continuare a eludere la leva e chiedono la cancellazione della legge che gliela impone (si troverà un compromesso); inoltre, tanta altra attenzione è assorbita dalle manovre di Netanyahu per accentrare ancora più potere su di sé. Tutte e solo ‘cose loro’. «La ‘zona di interesse’ (citazione del film premio Oscar) dell’opinione pubblica israeliana, a parte eccezioni che confermano la regola, è tutta qui. Né in tale zona di interesse rientrano i raid dei coloni in Cisgiordania, sempre più frequenti e violenti grazie anche al sostegno dell’esercito, che continuano a seminare terrore e morte».
Il disinteresse dell’opinione pubblica israeliana per le sofferenze dei palestinesi’ è anche riflesso della politica che vive il Paese, denuncia Gideon Levy che, su Haaretz, descrive la deriva fascista del potere politico israeliano e, più in generale, del sionismo.
Il cronista di Haaretz prende spunto dalla richiesta di Yair Lapid, il più importante leader dell’opposizione, di togliere il diritto di voto a quanti rifiutano il servizio militare, per stigmatizzare: «Né a Sparta né nella super-Sparta avrebbero mai osato prendere in considerazione una misura così militarista». Ma…
«La somiglianza fascista tra coalizione di governo e opposizione non è casuale. Si chiama sionismo. Nel 2025 non si può più sostenere questa ideologia nazionale senza essere fascisti o militaristi. È ormai l’essenza del sionismo. Forse è stato così fin dall’inizio e l’onestà impone di ammetterlo», insiste le versione web del foglio andreottiano di politica estera…
«Netanyahu e Bennett, Ben-Gvir e Lapid sono sionisti come quasi tutti gli israeliani. Quando si tratta della terra, credono nella supremazia ebraica e nella menzogna di uno stato ebraico e democratico. Il fascismo è l’inevitabile conseguenza di tutto questo. Non è più possibile essere sionisti senza essere fascisti».