
Il prossimo 30 novembre, saranno tre anni da quando Sam Altman, cofondatore con Elon Musk di OpenAI, ha presentato al mondo ‘ChatGPT’. Da allora si è verificato un livello di investimenti che non ha precedenti nella storia. In soli tre anni, il ‘chatbot’ di OpenAI, il programma informatico che simula una conversazione umana, è stato utilizzato a un tasso di adozione che il web non ha mai toccato fino dalla sua comparsa. Ogni settimana vengono poste 18 miliardi di domande a ChatGPT e il trend di utilizzo è esponenziale.
L’annuncio di Amazon conferma i peggiori sospetti sulla tendenza del sistema produttivo a sostituire i lavoratori con i robot. Al 30 giugno 2025 Amazon impiegava circa 1,55 milioni di persone, la maggior parte delle quali lavora nei magazzini. L’obbiettivo, per esplicita ammissione dell’azienda è di usare l’intelligenza artificiale per ridurre i costi del personale. Tutto normale per un’azienda che ha effettuato uno dei maggiori investimenti nella nuova tecnologia. Il New York Times riporta che Amazon prevede di sostituire più di mezzo milione di posti di lavoro con la AI, generando risparmi medi di circa 30 centesimi su ogni articolo che Amazon seleziona, imballa e consegna ai clienti. La banca d’affari Morgan Stanley ha affermato che la robotizzazione potrà far risparmiare ad Amazon tra 2 e 4 miliardi di dollari entro il 2027.
Ma Amazon non è che la punta dell’iceberg di un sistema produttivo, guidato dai grandi gruppi, che si appresta a tagliare il personale per dar via a nuovi sistemi organizzativi Altre aziende stanno affilando l’accetta dei licenziamenti: JPMorgan Chase, Walmart, Goldman Sachs e AirBnB, il colosso degli affitti brevi che in Italia è passato a fatturare da 2 a 9 miliardi in due anni. Le aree più colpite saranno la produzione, la logistica, ma anche gli uffici del personale. I reparti delle vendite, intese sia in presenza che come servizio di assistenza online, sembrano tenere poiché il rapporto con il cliente lo richiede. Avete presente quando contattate il vostro fornitore per un problema e risponde un messaggio automatico? L’insoddisfazione generata è il motivo principale di abbandono del cliente, dopo la qualità del prodotto. Il capo di IBM ha dichiarato al Wall Street Journal che la AI ha già sostituito 200 dipendenti del reparto risorse umane, liberando investimenti per assumere più persone nelle vendite.
L’Intelligenza artificiale in fabbrica e in ufficio è un vantaggio per chi ha maggiori possibilità d’investimento e questo sta aumentando il divario tra grande e piccola-media industria. Secondo uno studio effettuato dalla banca americana Wells Fargo, la produttività (ricavi reali per dipendente) dell’indice S&P 500 è aumentata del 5,5 per cento dopo il lancio di ChatGPT. L’indice delle piccole-medie industrie americane, denominato ‘Russell 2000’, indica invece che la produttività è diminuita del 12,3%. Il divario di produttività tra grandi e piccole aziende, favorisce le imprese maggiori che sono in grado di ridurre i costi legati ai lavoratori umani.
Dalla sostituzione e riduzione dei posti di lavoro il cono d’ombra dell’intelligenza artificiale si allunga fino ai sistemi di IA dietro cui si nascondono milioni di lavoratori sottopagati in tutto il mondo. Sono coloro che operano nelle procedure di addestramento dell’intelligenza artificiale. La loro attività consiste nel fornire grandi quantità di dati al programma, affinché impari a riconoscere schemi, fare previsioni ed eseguire compiti. Nel riconoscimento di immagini o suoni, per esempio, l’operatore svolge lunghe e ripetitive sessioni di osservazione a video fornendo al programma migliaia di foto etichettate dello stesso elemento. Non è difficile immaginare che si tratta di lavori destinati a personale reclutato in Paesi a basso costo salariale, come India e Kenya.
Allo stato dei fatti risulta evidente che per il mondo del lavoro l’impatto dell’intelligenza artificiale rischia di diventare una bomba sociale della cui portata facciamo fatica a immaginare le conseguenze.