
«Preoccupazione per il numero totale di proiettili di artiglieria, missili per la difesa aerea e munizioni di precisione». La decisione di ritirare parte degli aiuti promessi durante l’amministrazione Biden, sarebbe arrivata all’inizio di giugno, ma entra in vigore solo ora, «in una fase che vede Kiev in crescente difficoltà nel respingere i massicci attacchi in profondità con missili e droni sulle sue infrastrutture militari e industriali e gli attacchi aerei con bombe plananti guidate contro le linee ucraine e le loro immediate retrovie».
Tra le munizioni che il Dipartimento della Difesa ha deciso di non inviare più a Kiev vi sono i missili da difesa aerea Patriot, proiettili di artiglieria di precisione, missili Hellfire e altri missili impiegati dagli F-16 che sono state fornite all’Ucraina per gran parte degli ultimi tre anni sotto l’Amministrazione Biden. Politico precisa che il Pentagono e la Casa Bianca non hanno risposto a una richiesta di commento ma quest’ultima ha implicitamente ammesso la sospensione delle forniture a Kiev. Poi la Casa Bianca ci ripensa.
In una dichiarazione successiva alla pubblicazione dell’articolo, la vice-segretaria per la stampa della Casa Bianca, Anna Kelly, ha infatti affermato che la decisione «è stata presa per mettere al primo posto gli interessi americani, a seguito di una revisione del Dipartimento della Difesa del supporto militare e dell’assistenza forniti dalla nostra nazione ad altri paesi in tutto il mondo. Le capacità delle Forze Armate statunitensi rimangono indiscusse: basta chiedere all’Iran».
«Vogliono avere i missili antimissile e vedremo se possiamo renderne disponibili alcuni”, aveva dichiarato Trump al termine del vertice NATO all’Aia il 26 giugno, «ma è molto difficile che li ottengano».
Una fonte citata da Politico ha affermato che il Pentagono le aveva suddivise in categorie di criticità da febbraio, a causa del timore che il Dipartimento della Difesa stesse utilizzando troppe munizioni per la difesa aerea contro missili e droni lanciati dalle milizie Houthi nello Yemen mentre ampie quantità di munizioni sono state fornite dagli Stati Uniti soprattutto a Israele a partire dal 2024. Per il Centro Studi Strategici e Internazionali, la decisione sottolinea la vulnerabilità delle forze armate ucraine.
«La difesa aerea non farà vincere una guerra, ma la sua assenza la farà perdere rapidamente», afferma il Centro Studi. E il Pentagono rivela un fabbisogno di intercettori Patriot quadruplicato ma aumentare la produzione richiederà tempo.
L’Ucraina ha da tempo esaurito i missili che alimentano i sistemi di difesa aerea europei SAMP/T e Crotale e vede un forte calo delle scorte di missili per i sistemi tedeschi IRIS-T. La sospensione delle forniture di Patriot (secondo Kiev le uniche armi in grado di ingaggiare i missili balistici e da crociera russi) rischia di compromettere definitivamente le residue capacità ucraine di difendere almeno alcune aree del proprio spazio aereo e di poter contrastare sul campo di battaglia le superiori forze terrestri russe.
Le armi attese da Kiev rientravano nei pacchetti di aiuti autorizzati da Joe Biden, e sebbene nessuna nuova spesa fosse stata autorizzata da Trump, le forniture erano continuate ad arrivare, a parte una breve pausa a marzo. E così tra i corridoi governativi dell’Ucraina è scattato l’allarme. Il ministero degli Esteri, in assenza di una comunicazione ufficiale da Washington sullo stop alle forniture, ha convocato l’incaricato d’affari John Ginkel per fare il punto, sottolineando che «qualsiasi ritardo nel sostenere le capacità difensive dell’Ucraina non farà altro che incoraggiare l’aggressore a continuare la guerra e il terrore, invece di cercare la pace».
Zelensky, nel discorso serale, ha provato a rassicurare la nazione spiegando che con gli Usa «si stanno definendo tutti i dettagli della fornitura di supporto alla difesa», sottolineando che dobbiamo garantire in ogni modo la protezione del nostro popolo» mentre il ministro Andrii Sybiga ha chiesto di «acquistare o prendere in affitto le armi anti-aeree». Senza aiuti economici occidentali l’Ucraina sarebbe già uno stato economicamente fallito.
Zelensky lo ha aveva proposto durante il summit Nato all’Aja, ricevendo però una risposta evasiva da Trump, che in questo momento punta ad armare Israele. Nel frattempo i centri internazionali di analisi mettono in guardia che senza l’assistenza militare americana le capacità difensive dell’Ucraina saranno a rischio, nonostante gli sforzi aggiuntivi degli europei.