Canada di Re Carlo III contro il prepotente yankee di antiche malefatte

Per il Re e per la Patria (King and Country). La visita di re Carlo III in Canada, dopo le stravaganze annessioniste dell’inquilino della Casa Bianca, sembra destinata a sostenere il rinato patriottismo canadese e rinforzare il nuovo governo soprattutto nei confronti del vicino nordamericano. Il governo canadese è sempre il «governo di sua maestà» e sebbene l’immagine del secondo dopoguerra sia generalmente rappresentata da relazioni idilliache e finalità d’intenti tra Gran Bretagna e Stati Uniti, in realtà, tra i due paesi dopo l’indipendenza dell’ex colonia, i rapporti hanno avuto parecchi momenti di tensione o incomprensione, spesso per questioni commerciali.

Washington inglese e Casa Bianca in fiamme

I rapporti diplomatici tra Gran Bretagna e Stati Uniti, ossia tra stati sovrani che si riconoscevano reciprocamente, nacquero solo una decina di anni dopo la rivoluzione americana: mentre imperversava in Europa la rivoluzione francese, fu sottoscritto nel 1794 un trattato di amicizia, commercio e navigazione per altro spesso contestato dagli inglesi in anni successivi.
Durante le guerre napoleoniche, sia per gli equilibri europei che mutavano dopo ogni conflitto e sia per la presenza della Spagna nella parte meridionale del continente nordamericano (California e Florida), ripresero le incomprensioni fino alla guerra del 1812-1815 provocata dalle rimostranze americane contro il blocco navale e commerciale imposto dagli inglesi, ma anche dal desiderio americano di espandersi a nord, ovvero nella colonia inglese del Canada al quale gli inglesi replicarono utilizzando come alleati le tribù dei nativi americani.
Il conflitto culminò con l’occupazione di Washington da parte degli inglesi e l’incendio della Casa Bianca e del Campidoglio, episodio non ancora del tutto dimenticato dagli americani. La guerra finì solo per la sconfitta della flotta inglese a New Orleans e probabilmente, se la Gran Bretagna non fosse stata alle prese con Napoleone, sarebbe continuata. Dall’altra parte invece tutti i tentativi statunitensi di penetrare in Canada finirono malissimo e dopo anche l’immigrazione americana fu frenata persino ricorrendo alla chiesa anglicana che ostacolò i metodisti provenienti dagli Stati Uniti.
Quando, mezzo secolo dopo, scoppiò la guerra civile americana la Gran Bretagna non nascose le sue simpatie per i ribelli confederati, vista la necessità di importare cotone a buon prezzo dagli stati del sud per alimentare le proprie fiorenti industrie tessili che vendevano in tutto il mondo e che poi la produzione si basasse sulla schiavitù non era per loro tanto importante.

«Britannia domina i mari», ma anche l’America …

In seguito il confronto si spostò sugli oceani e nel resto del continente americano: la scomparsa dei possedimenti francesi e il progressivo indebolimento dell’impero spagnolo crearono un vuoto nel quale entrambi i contendenti volevano penetrare. Nel 1895 la Gran Bretagna reagì duramente all’ingerenza americana nella contesa confinaria tra Guyana francese e Venezuela e solo due anni dopo fu accettato un arbitrato soddisfacente tra le parti.
Un nuovo momento di tensione si ebbe tre anni dopo, quanto gli inglesi si sentirono sfidati dai rinnovati interessi americani a Cuba che portarono alla liberazione dell’isola dall’impero spagnolo, mentre altrettanta irritazione colse gli americani quando nel 1902 fu siglato il primo accordo di alleanza tra Gran Bretagna e Giappone. Fu grazie a questo accordo che il Giappone inizia la sua ascesa militare e marittima che avrebbe condotto alla vittoria nella guerra contro la Russia, ma avrebbe anche contrastato il dominio del Pacifico settentrionale cui aspiravano gli Usa.
Altrettanto urticante per la Gran Bretagna fu l’atteggiamento degli Stati Uniti durante la rivoluzione messicana: per gli yankee invece risultò difficile da ingoiare il riconoscimento da parte britannica del presidente Huerta ritenuto responsabile della morte del presidente Madero. In parte gli Stati Uniti, seppure tardivamente, mostravano apprezzamento per il presidente assassinato, ma l’altro lato della questione era rappresentato dalle forniture di combustile messicano che avrebbero potuto sostenere ‘due’ flotte inglesi per attaccare gli Usa contemporaneamente dal Pacifico e dai Caraibi.
Tra gli ultimi atti della competizione anglo-americana, vale anche la pena di ricordare la freddezza americana nel 1918 di fronte all’eventuale fornitura di armi al Brasile da parte della Armstrong Vickers. Così, mentre si firmava a Versailles la pace, paradossalmente le tensioni anglo-americane aumentavano e probabilmente l’antico impero si rendeva conto che dopo la catastrofe della Grande Guerra l’ordine mondiale stava cambiando.

Piani di guerra e aerei a cavallo

A partire dal 1903 gli Stati Uniti si resero conto che da sola la marina militare non sarebbe mai stata in grado di sconfiggere la Royal Navy: in assenza di un potente alleato – che comunque andava ricercato – sarebbe stato impossibile, ma restava la superiorità terrestre, attaccare cioè le basi navali inglesi da terra per impedire che appoggiassero la flotta, e il primo attacco sarebbe stato sferrato in Canada. Altri piani si svilupparono fino al 1938, anno in cui cessarono i nuovi progetti, ma i vecchi piani rimasero
Classificati secondo i colori e così ‘Crimson’ divenne il Canada, ‘Red’ la Gran Bretagna e ‘Scarlett’ l’Australia e la Nuova Zelanda. Nel 1921 un alto ufficiale canadese che idolatrava l’impero britannico, il colonnello James Sutherland Brown, concepì un piano di difesa del proprio paese che prevedeva l’attacco preventivo agli Stati Uniti con veloci colonne che si sarebbero ritirate ogni volta, in attesa che il grosso delle forze inglesi sbarcasse direttamente negli Usa e cioè alle spalle del nemico.
Nel 1935 successe perfino che uno di questi piani segretissimi finisse sul «New York Times», cosa deplorevole, ma che non pose fine per questo alla pianificazione. Sebbene la mancanza di contatti cominciò a ridursi con lo scoppio della Seconda Guerra mondiale, di fatto tra i due paesi la collaborazione piena e senza pregiudizi iniziò solo dopo l’incontro tra Roosevelt e Churchill dell’agosto 1941.
Nonostante pochi mesi prima gli Stati Uniti avessero concesso alla Gran Bretagna un robusto aiuto in armi attraverso la cosiddetta legge Affitti&Prestiti (navi, aerei e carri armati), anche la consegna dei materiali previsti si svolse in un clima di grande cautela: accadde che per consegnare in Canada un gruppo di aerei da caccia americani, per non violare le leggi della neutralità, né fidandosi ancora del tutto della perfida Albione, gli aerei non furono fatti atterrare direttamente in Canada, ma passarono invece la frontiera terrestre trainati da coppie di robusti cavalli dell’Ontario condotte però da personale civile.

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