Un po’ cibo per far tacere gli alleati mentre si cancella Gaza

Un po’ di cibo, a rendere la fame mortale ancora più crudele. Poco, sottolinea il ministro dell’ultradestra Bezalel Smotrich dopo la decisione di Netanyahu di ripristinare «l’ingresso di aiuti minimi alla striscia di Gaza».
AIUTI MINIMI. L’Onu: «Serve ‘un flusso massiccio’ di aiuti umanitari altrimenti altri ‘14.000 bebè palestinesi’ potranno morire già nelle prossime 48 ore».

Genocidio conclamato in attesa che il mondo reagisca

Il racconto di Michele Giorgio parte da lontano. Dalla ferocia che sembra aver marcito la coscienza di molti ebrei israeliani. «La colona israeliana Reut Ben Haim ieri passava da un canale televisivo all’altro invocando azioni concrete contro la ripresa minima, dell’ingresso di generi di prima necessità nella Striscia di Gaza, decisa domenica sera da Netanyahu». Ferocia e genocidio: «Non deve entrare un chicco di riso fino a quando non saranno liberati i nostri ostaggi», ha detto Ben Haim, fondatrice di ‘Tzav 9’ (Ordine 9), gruppo nato per impedire l’arrivo degli aiuti umanitari nella Striscia. «Mi rivolgo a coloro che hanno marciato con noi, da sinistra e da destra, laici e religiosi, alla gente delle città e dei kibbutz, alle famiglie dei soldati e degli ostaggi: uscite e bloccate i camion (con gli aiuti), venite anche questa volta! Non possiamo restare a guardare», ha ripetuto.

Quanto odio può contenere l’animo umano?

I rappresentanti noti e meno noti della destra israeliana più estrema hanno il pregio di spiegare senza giri di parole le finalità di certe politiche contro i civili palestinesi, deve riconoscere con crudele lucidità il manifesto. «Mentre il governo per due mesi e mezzo ha descritto lo stop all’ingresso degli aiuti come un mezzo per impedire che il cibo venisse preso e gestito da Hamas, Reut Ben Haim ha confermato che portare alla fame la popolazione di Gaza è la strada scelta, anche dal governo, per vincere. È la carestia come strumento di guerra denunciato da più parti, non solo dai palestinesi».

Guerra, pulizia etnica, genocidio

E Netanyahu è costretto a tenere a bada la rabbia dei suoi alleati di estrema destra e di una porzione significativa dei suoi elettori, giustificando ordine dato all’esercito senza un voto del gabinetto di sicurezza, svelando di fatto l’ennesimo inganno al mondo. «Per sconfiggere Hamas e liberare gli ostaggi, Israele non può arrivare alla carestia nella Striscia di Gaza». Carestia da tempo, e ormai, morti per denutrizione tra i morsi della fame. Troppo persino in casa Usa. «non solo da parte dell’Amministrazione Trump». Persino i senatori statunitensi «tra i migliori amici di Israele nel mondo» gli hanno chiesto di fatti di smettere con la strage. Anche se lui si preoccupa di precisare che saranno distribuite solo quantità minime di cibo e di altri generi di prima necessità, sotto la stretta supervisione dell’esercito.

Troppo persino per parte della sua ultradestra

Le sue parole hanno scatenato una rabbia persino più accesa nell’ultradestra che domina il suo esecutivo. Israele non ha ancora istituito suoi «centri di distribuzione». Quindi cibo e medicine arriveranno grazie alle odiate Nazioni unite. «Questi aiuti, che raggiungeranno l’intera Striscia, finiranno anche nelle mani di Hamas… dobbiamo spiegare al presidente (statunitense) che questi aiuti mettono repentaglio la vita dei nostri soldati. Non dobbiamo dare ossigeno ai nostri nemici», ha sbraitato il ministro Ben Gvir. Secondo cui dare del latte in polvere a un neonato palestinese affamato «aiuta il terrorismo».

Simotic per non fermare la cancellazione di Gaza

Contro il disumano Ben Gvir si è schierato un altro leader dell’estrema destra, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, divenuto una sorta di consigliere militare di Netanyahu, spiega Michele Giorgio. «Nessun aiuto andrà ad Hamas. Punto. Chiunque affermi il contrario sta diffondendo falsità. Solo il minimo indispensabile di cibo e medicine entrerà a Gaza, e nemmeno un singolo chicco andrà a beneficio di Hamas», ha proclamato spiegando che questa minuscola concessione permetterà a Israele di tenere buoni i paesi alleati e di continuare senza ostacoli la sua offensiva militare che ogni giorno fa strage di decine, talvolta centinaia, di palestinesi di tutte le età, anche nei rifugi e nelle presunte ‘aree sicure’».

Troppo persino per Vance

Questo dibattito interno tanto accesso sulla pelle di oltre due milioni di civili palestinesi, si è svolto mentre appena cinque camion di aiuti umanitari, almeno fino a ieri pomeriggio, sono entrati a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom. Secondo il portale Axios il vicepresidente americano Vance avrebbe rinunciato al suo viaggio oggi in Israele a causa dell’inizio dell’offensiva «Carri di Gedeone» a Gaza, un segnale che Tel Aviv non ha potuto ignorare. «I cittadini di Gaza riceveranno un pezzo di pane e un piatto di cibo, e questo è tutto», ha assicurato Smotrich, aggiungendo con cinica sincerità che Israele «sta annientando tutto ciò che rimane nella Striscia lasciandola in rovina con una distruzione senza precedenti e il mondo non ci ha ancora fermato».

Onu, ‘aiuti massicci o altri 14.000 bimbi moriranno’

«Serve con urgenza ‘un flusso massiccio’ di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, altrimenti altri ‘14.000 bebè palestinesi’ potranno morire già nelle prossime 48 ore». Lo ha detto alla Bbc il diplomatico britannico Tom Fletcher, vicesegretario generale dell’Onu e coordinatore delle missioni di soccorso di emergenza nel mondo, dopo aver definito ieri il via libera dato da Israele all’ingresso di meno di 10 camion d’aiuti – al culmine di 11 settimane di nuovo blocco totale – «una goccia nell’oceano. Io voglio che questi 14.000 bebè siano salvati per quanto possibile, abbiamo 48 ore»,

 

 

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