
Trump non ha dato dettagli sui motivi per cui ha deciso di rimuovere Waltz dall’incarico, ma tutta la stampa statunitense aveva denunciato lo scandalo del giornalista aggiunto per errore a una chat ristretta in cui venivano discussi piani militari. Era stato proprio Waltz ad aggiungere il giornalista, il direttore dell’Atlantic Jeffrey Goldberg, e per questo da oltre un mese Trump e la sua amministrazione stavano subendo pressioni politiche per la rimozione di Waltz dal proprio incarico. Trump ha detto che fino alla nomina di un sostituto l’incarico di consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti verrà affidato al segretario di Stato Marco Rubio.
La chat al centro del caso che avrebbe portato alla decisione di rimuovere Waltz dal suo incarico era sulla piattaforma Signal e conteneva discussioni sulla pianificazione del massiccio attacco del 15 marzo contro decine di postazioni degli Houthi in Yemen, la milizia sciita sostenuta dall’Iran che dal 2014 controlla una parte consistente nel paese. Il fatto che il consigliere per la Sicurezza nazionale ci avesse inserito per errore un giornalista aveva creato molto imbarazzo per l’amministrazione di Trump, e attorno al caso era nato un grosso caso negli Stati Uniti per le evidenti conseguenze sulla sicurezza nazionale, visto che comunicazioni di questo tipo dovrebbero avvenire attraverso canali sicuri e non, come è stato, su un’app di messaggistica.
Goldberg, il giornalista inserito nella chat, aveva poi pubblicato un articolo, inizialmente omettendo alcune parti della conversazione per proteggere la sicurezza nazionale. Trump aveva ridimensionato l’accaduto e detto che non intendeva licenziare nessuno, accusando Goldberg di diffondere quelle che aveva definito «fake news» e sostenendo che non fosse vero che la conversazione conteneva informazioni riservate. In realtà le notizia false erano quelle della Casa Bianca, e l’Atlantic aveva pubblicato con un secondo articolo in cui erano stati mostrati gli ‘screenshot’ dei messaggi con cui Hegseth aveva condiviso i dettagli dell’imminente attacco contro gli Houthi.
Lo scandalo sembrava dovesse travolgere anche Pete Hegseth, il capo del Pentagono, sul quale si sono concentrate le critiche feroci del partito democratico. Invece Trump ha salvato, almeno per ora, Hegseth, la cui sorte politica resta comunque incerta. Per Waltz invece la defenestrazione è arrivata in parallelo alla fanfara con cui Trump e i suoi fan hanno cercato di celebrare i primi cento giorni dell’amministrazione, cercando di evitare evitare che la decisione fosse letta come un segno di debolezza. Che lo scandalo Signal fosse responsabilità sua lo aveva ammesso lo stesso Waltz. Confessione di inconsapevolezza utile ad evitare la possibile incriminazione per alto tradimento.
Il licenziamento di Waltz è parte della lotta feroce che si sta consumando all’interno dell’amministrazione Usa, come rileva ‘Piccolenote.it’ . Una lotta sorda, senza esclusione di colpi, di cui hanno fatto le spese anche tre alti funzionari del Pentagono, che nell’ultimo mese sono stati licenziati perché accusati di aver fatto trapelare notizie riservate all’esterno, denuncia Davide Malacaria su InsideOver e ne scrive Alastair Crooke sul sito del Ron Paul Institute, che spiega come i tre funzionari appartenevano alla fazione realista, «uno di questi, Dan Caldwell, ex consigliere di Hegseth e veterano dell’esercito, ha scritto un post in cui criticava duramente i ‘Falchi anti-Iran’ ed è stato successivamente licenziato».
Caldwell descrive in termini feroci le guerre americane in Iraq e Siria (definendole ‘criminali’). Questo sentimento negativo nei confronti delle precedenti guerre americane è un tema crescente, a quanto pare, tra i veterani statunitensi di oggi. «I tre membri dello staff del Pentagono sono stati licenziati, perché, a quanto pare, hanno convinto Hegseth a non sostenere la guerra contro l’Iran. Ma i sostenitori di Israele non hanno rinunciato a quella guerra».
Aperto e scottante il problema Tehran e le molte spinte, oltre Netanyahu, ad un rischiosissimo attacco ai siti nucleari iraniani aprendo una crisi nel Golfo Persico di portata planetaria e dagli esiti imprevedibili. Detto questo, resta l’incertezza.
Per ora Trump ha affidato al Capo del Dipartimento di Stato Marco Rubio anche la carica di Consigliere per la Sicurezza nazionale, ma ad interim, in attesa di scegliere il successore di Waltz. In ambito Maga si fa il nome di Steve Witkoff, che Trump sta mandando in giro per il mondo a trattare tutte le questioni più critiche per suo conto, di fatto il vero ministro degli Esteri degli Stati Uniti.