
Alle 12:33 di lunedì un improvviso e drastico calo della produzione di energia elettrica in tutta la rete spagnola, che è strettamente connessa a quella portoghese. «Nel giro di cinque secondi la potenza prodotta dalla rete è calata di circa 15 gigawatt: circa il doppio di quanto producono le cinque centrali nucleari spagnole», precisa il Post. Il calo di produzione ha provocato una eccessiva richiesta al sistema elettrico europeo, collegato alla Spagna attraverso la Francia, innescando la disconnessione, e con una sorta di ‘reazione a catena’, ha portato al collasso tutta la rete.
Le circostanze del collasso però non dicono molto sulle sue cause, e anche il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha detto che «nessuna ipotesi è stata esclusa, e ogni possibile causa è esaminata». Anche la peggiore, quella di un sabotaggio, un atto ostile esterno.
Inizialmente è circolata l’ipotesi che il blackout dovuto a un evento naturale, forse meteorologico. Lunedì pomeriggio l’azienda pubblica che gestisce la rete elettrica portoghese, la Redes Energéticas Nacionais), ha parlato di un «raro fenomeno atmosferico», un’oscillazione di temperature che avrebbe causato problemi al sistema di distribuzione dell’elettricità sul territorio. Più tardi però questa ricostruzione è stata messa in dubbio da un portavoce della stessa REN.
L’altra ipotesi considerata è stata quella di un attacco informatico, visto che la Spagna, come gli altri grandi paesi occidentali, subisce centinaia di attacchi informatici all’anno. Si è pensato anche a una qualche operazione di sabotaggio.Nel pomeriggio la vicepresidente della Commissione Europea Teresa Ribera, spagnola e responsabile fra le altre cose della transizione ecologica, ha detto che al momento «non c’è nulla che fa pensare a un atto di sabotaggio o a un attacco informatico». Altri, come lo stesso Sánchez, sono apparsi più cauti nell’escludere questa possibilità.
«Attacchi informatici sulla rete elettrica sono possibili sia nella teoria sia nella pratica, perché le infrastrutture energetiche sono sistemi molto complessi e pieni di vulnerabilità», ha dichiarato a El País Lukasz Olejnik, esperto di sicurezza informatica del King’s College di Londra: «Un attacco di questo tipo potrebbe prendere di mira i trasformatori o le sottostazioni», cioè i sistemi di gestione e distribuzione di elettricità nelle case e nelle aziende. «Ma coordinare un attacco ampio e sincronizzato di questo genere sarebbe estremamente difficile», ha concluso Olejnik. Ma come sempre avviene in questi casi alcuni gruppi di criminali informatici hanno rivendicato di aver compiuto un attacco, per farsi propaganda. Due rivendicazioni: una di ‘NoName057’, un gruppo haker informatici filorussi, e l’altra di ‘DarkStorm’, filopalestinesi.
Esiste poi la possibilità che si sia trattato di un problema tecnico della rete, che sarebbe collassata improvvisamente per un qualche tipo di sovraccarico. La pensa così per esempio l’Agenzia dell’Unione europea per la cybersicurezza, secondo cui «al momento le indagini sembrano indicare un guasto tecnico e di cavi». Parlando con Euronews, il ricercatore Onyema Nduka ha citato l’ipotesi che un guasto in un punto della rete possa aver generato un problema «a cascata» perché i sistemi di sicurezza che dovrebbero attivarsi in questi casi non hanno funzionato. In questo caso sarebbe un problema simile a quello che nell’ottobre del 2024 bloccò i treni di mezza Italia, sebbene su scala ancora maggiore.
Si sono salvate solo le isole Baleari e le Canarie, oltre che Ceuta e Melilla (che sono in Africa), tutte regioni non collegate direttamente alla rete elettrica della penisola. Colpiti anche il Portogallo e per qualche ora alcune zone del sud della Francia. Uno stop che ha causato il collasso dei sistemi di telecomunicazione e di tutte le infrastrutture, compresi i sistemi di trasporto. Fermi treni in tutto il paese, metropolitane, semafori, con vigili intenti a governare il traffico impazzito nelle principali città; negli ospedali, operazioni non urgenti posticipate (ma i gruppi elettrogeni hanno funzionato correttamente in tutto il paese), caos in stazioni e aeroporti, con il 20% dei voli in meno per ordine del governo (ma gli aerei hanno continuato a volare, mentre i treni erano tutti bloccati), gente intrappolata in vagoni di treni e metro, in ascensori o nei garage, linee telefoniche mute, Whatsapp intermittente per molte ore, Pos dei negozi inutilizzabili. Supermercati presi d’assalto, benzinai chiusi. Bazar pieni di persone che cercavano disperatamente radio, pile e candele. Solo chi aveva istallato placche solari autonome sul tetto non ha perso l’elettricità. Lo scenario da quasi guerra ben descritto sul manifesto da Luca Tancredi Barone.
La commissaria europea per la Concorrenza, la spagnola Teresa Ribera frena l’allarmismo, e dichiara che «non c’è nulla che ci permetta di affermare che si tratta di un boicottaggio o di un ciberattacco». Nel corso del pomeriggio l’elettricità è via via tornata, molto lentamente e a macchia di leopardo, grazie alla connessione con la Francia e con il Marocco che hanno permesso di compensare con un 10% quella generata in Spagna (principalmente ieri era fornita da energia solare, idroelettrica e dai reattori nucleari ancora presenti nel paese)
Il traffico ferroviario di lunga distanza è interrotto fino a oggi – una trentina di treni sono però rimasti bloccati in diversi punti della rete ferroviaria, soprattutto in Castiglia– La Mancia – mentre i treni regionali e locali e le metro hanno ricominciato a funzionare poco a poco in serata. 10 stazioni in tutta la Spagna abilitate per accogliere i viaggiatori rimasti a piedi. Il sindaco di Barcellona Jaume Collboni aveva predisposto padiglioni per ospitare le persone che non sono riuscite a tornare a casa.
Ma come sottolinea Raffaele Angius, «Purtroppo riemerge la tendenza a dare risposte infinitamente complesse a domande anche delle più banali e spesso i responsabili di un errore trovano in questa confusione lo spazio per nascondere le proprie responsabilità».