Europa senza diplomazia professionale parla solo tedesco

Crisi diplomatica dell’Europa. Il segretario di Stato Usa, snobba un incontro col collega britannico, francese Barrot e tedesco. Iran nucleare: l’Oman mediatore, l’Europa non c’è. Kaja Kallas, ‘ministra Ue’, parte per l’Azerbaijan. Solerte contro le politiche di aggressione della Russia di Putin, non ha problemi a visitare un Paese autoritario reduce da una guerra d’aggressione come quella contro il Nagorno-Karabakh.

Kaja Kallas a valori intermittenti

Andrea Muratore particolarmente severo nei confronti della «Alta rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza», l’estone Kaja Kallas. «L’Europa a livello diplomatico non ha iniziativa e capacità d’azione (Ucraina), quando è evocata spesso fa spallucce (Iran) e propugna valori a corrente alternata che rendono altalenante la credibilità della sua diplomazia (Azerbaijan). L’universalismo dei valori e la grandezza delle ambizioni contrapposta a una realtà desolante mostra l’ampiezza della crisi geopolitica e strategica dell’Europa, sempre meno centro e sempre più periferia negli scenari strategici globali». L’analisi di InsideOver è particolarmente severa ma non isolata.

Un inciampo dopo l’altro

Fronte Ue (eunews) ad appena cinque mesi dalla nomina, un errore dietro l’altro. «A quanto pare non ha ascoltato i funzionari più esperti del Servizio esterno di cui lei è capo su come si fa quel mestiere, ed anzi, ne ha allontanati parecchi». ‘Capi di imputazione’? L’improvvisazione su un nuovo fondo di 40 miliardi per l’Ucraina, poi ridotto a 5 e poi ancora ridotto a zero. Per non parlare della missione del 25 marzo in Israele, dove mentre lei chiede di fermare gli attacchi in Siria e Natanyahu dà l’ordine di attaccare due basi militari siriane proprio sul territorio siriano. Per non parlare di Gaza. Dilettanti allo sbaraglio col super potere personale di Usula von der Leyen senza alternative.

L’arroganza fragile

Errori ne ha fatti sin dall’inizio, a quanto pare non ha ascoltato i funzionari più esperti del Servizio esterno di cui lei è capo su come si fa quel mestiere, e non ha saputo creare uno staff all’altezza del complicato ruolo che deve svolgere, colpisce ancora Muratore. «Si comporta come se fosse ancora il primo ministro estone, le viene un’idea e la propone agli Stati, senza passare dalla casella principale della politica dell’Unione, che è la ricerca del consenso, spiega un alto funzionario, che da anni lavora ‘nel settore’. E Kaia Kallas il consenso non lo trova. Una casella decisamente importante delle istituzioni europee di fatto è vuota».

‘Il Foglio’ ancora più severo

«L’iniziativa dell’Alto rappresentante per fornire rapidamente aiuti militari all’Ucraina riceve critiche in tutte le sue versioni. E mentre cresce la contestazione da parte degli stati membri, scrive David Carretta. «Alcuni stati membri sono frustrati che l’Alto rappresentate non ha consultato nessuno prima di mettere la sua proposta sul tavolo. Kallas ha discusso la sua iniziativa per l’Ucraina in una riunione informale dei ministri degli Esteri dell’Ue a febbraio. Il vicepresidente americano, J. D. Vance, aveva appena lanciato un attacco ideologico contro l’Ue. Tre giorni prima il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, aveva annunciato alla Nato il disimpegno dell’Amministrazione Trump dall’Ucraina». Risultato di tanta improntitudine? Alla riunione di Monaco hanno partecipato solo otto ministri degli Esteri su 27. ‘Tutti i nordici e baltici’.

Diplomazia professionale severa

Alcuni diplomatici rispondono che «l’Ucraina è una questione personale per Kallas. La Russia è una questione personale per lei. E questo ha un’influenza sul modo di agire come Alto rappresentante. Quando il regime Assad è stato rovesciato in Siria ed è stata organizzata una missione congiunta dei ministri degli Esteri di Francia e Germania a Damasco per incontrare il nuovo uomo forte Ahmed al Sharaa, Kallas ha rifiutato l’invito a partecipare. Su Gaza è spesso in ritardo, lasciando ai suoi portavoce il compito di reagire. Anche la sua visibilità sui media irrita, perché ‘lo spin sui giornali non è concertazione’».

Ursula ‘una a trina’

«Nel formare la sua seconda Commissione von der Leyen ha fatto il capolavoro», denuncia ancora Muratore. «Praticamente nessuno dei suoi 26 colleghi ha una statura politica comparabile alla sua, sono quasi tutti personaggi di secondo piano, sconosciuti ai più, dai curricola mediocri. Lei dunque svetta ed accentra a più non posso, ed in particolare in politica estera. Ha nominato un commissario per la Difesa, che sarebbe una competenza di Kallas, senza che nessuno alzasse un dito, ha creato una Direzione generale per il Mediterraneo che spazia fino al Golfo Persico e che, chiaramente, non si occuperà solo di problemi di pesca o di sviluppo dei rapporti con il Marocco. Poi Kallas ci mette del suo ed il gioco è fatto».

 

 

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