
Concessione alla diplomazia: il viaggio si farà, ma i due Vance e gli altri inviati americani si limiteranno a visitare la ‘U.S. Space Base’ di Pituffik, nella Groenlandia nordoccidentale, base del ramo spaziale «utilizzata per il rilevamento dei lanci missilistici, la difesa missilistica e le missioni di sorveglianza spaziale». «Credo sia molto positivo che gli americani abbiano cancellato l’appuntamento (della gara di cani, ndr). Faranno tappa solo a una loro base militare, e noi non abbiamo niente in contrario su questo punto», ha dichiarato questa mattina il ministro degli Esteri Lars danese Lokke Rasmussen. Ma non solo la Groenlandia, Donald Trump in una conferenza stampa in programma per le 16 (le 21 in Italia) annuncerà i dazi Usa sulle automobili.
Mentre andava in scena quest’ultimo capitolo della disputa diplomatica tra Stati Uniti e Danimarca, un sondaggio condotto dal sito di notizie Yahoo News in collaborazione con la società di ricerche di mercato YouGov ha rilevato che l’annessione della Groenlandia al territorio statunitense è sostenuta dal 19 per cento dei cittadini americani; il 49 per cento è contrario all’idea, mentre il 32 per cento non ha un’opinione in merito.
Anche noi partiamo da Ilulissat, con la guida di Matteo Castellucci, del Post. Da qui in poi ci si sposta solo sulle slitte trainate dai cani, che trasportano soprattutto chi va a pescare sul ghiaccio. Trent’anni fa a Ilulissat c’erano 10mila cani. Oggi neppure un terzo perché la pesca è diminuita, pur restando la più grande industria locale. Dunque, anche qui è arrivato il turismo. Moderato, al momento. E il governo lo considera un modo per finanziarsi se e quando diventerà indipendente dal Regno di Danimarca, e metà del suo bilancio dipende dai fondi danesi. Il turismo è anche un fenomeno da gestire in un posto dove non ce n’è mai stato così tanto, e dov’è probabile che ce ne sarà sempre di più. Il rischio è che si ripeta quel che è successo in Islanda: un impetuoso sviluppo turistico in un paese che non era attrezzato per gestirlo.
Il governo groenlandese ha investito più di 655 milioni di euro per potenziare gli aeroporti del paese.Entro il 2026 saranno completati i lavori di ampliamento dell’aeroporto qui a Ilulissat, dove potranno atterrare i voli intercontinentali dall’Europa e dal Nordamerica. Nell’aeroporto della capitale Nuuk sono finiti in autunno e quest’estate inizieranno i collegamenti giornalieri con gli Stati Uniti. Prima, per arrivare a Nuuk, si volava soprattutto dall’Islanda e bisognava fare uno scalo interno, a Kangerlussuaq, mentre adesso basta un solo volo. Raggiungere la Groenlandia sarà quindi più facile e più economico.
Nel 2023 erano arrivati circa 141mila turisti, di cui meno della metà in aereo: con le nuove tratte si stima che questi raddoppieranno e supereranno quelli arrivati con le crociere, il mezzo più utilizzato finora. Il turismo delle crociere era cresciuto enormemente dopo gli anni della pandemia e aveva già messo in difficoltà posti come Ilulissat, che ha una popolazione di circa 4.600 abitanti. «Quando arrivano due navi con migliaia di passeggeri ciascuna finisce che i turisti sono più di noi», racconta Pilu Magnussen, che gestisce uno degli otto tour operator locali, che si sono associati per farsi sentire di più.
«Ci ritroviamo all’improvviso con la popolazione raddoppiata», la denuncia secondo cui l’affluenza di turisti ha rovinato la zona, patrimonio UNESCO. «Un tempo era tutta verde, ma ci va così tanta gente tutta insieme che è diventata una distesa di sabbia». Poi la «concorrenza sleale» degli operatori danesi, che aprono filiali solo d’estate e si prendono la fetta maggiore del mercato. «Stanno qui due mesi e mezzo, guadagnano tutto, poi tornano a casa», portandosi via i profitti invece di reinvestirli a Ilulissat.
I turisti hanno senz’altro portato ricchezza: comprano souvenir, fanno acquisti nei negozi, mangiano nei ristoranti e bar della città. Creando però molti problemi. Esempio, i supermercati hanno tempi di rifornimento più lenti di quelli a cui siamo abituati in Europa, con consegne via nave che risentono delle condizioni meteo. Può capitare che dopo il passaggio di una crociera non si trovino più alcuni prodotti, soprattutto quelli freschi come la frutta, già molto costosi, cosa che esaspera una parte della popolazione, anche se minoritaria.
Il sindaco di Ilulissat, Palle Jeremiassen, chiede da tempo di mettere un limite giornaliero al numero di visitatori (non più di mille) o di navi, ma l’amministrazione locale non ha i poteri per farlo: dovrebbe intervenire il governo. I soli limiti sono naturali: la città ha circa 550 posti letto. Progetti per aumentarli di 300 nei prossimi anni, ma costruire è in media quattro volte più costoso che in Danimarca. Costo di trasporto dei materiali e manodopera ridotta (la Groenlandia ha poco meno di 57mila abitanti). Crescita dell’offerta limitata e lenta.
«Limite fisico», cioè geografico. Le distanze tra i centri abitati: decine o centinaia di chilometri, dove ci si può spostare solo in barca o con voli interni, pagando molto. «Più turismo di qualità e non più turismo di massa», il contrario di quel che è successo in Islanda. Confronto improponibile: l’Islanda ha circa 2,2 milioni di turisti all’anno contro i 150mila della Groenlandia, ma vanno messi in proporzione con l’esigua popolazione dell’isola.
Silverio Scivoli, che vive a Ilulissat dal 1980 e per 26 anni ci ha gestito un’agenzia turistica: «Se andiamo avanti così, la Groenlandia sarà come i Caraibi o le Seychelles: con un casino di turisti». Frenare e cercare di tenere i soldi nel Paese. Da gennaio è entrata in vigore una nuova legge che prescrive che possano aprire solo tour operator posseduti al 66 per cento da persone residenti in Groenlandia (c’è un periodo di transizione di due anni). Licenza turistica entro il 2027 solo a operatori registrati in Groenlandia e che ci paghino le tasse
A Ilulissat la stagione turistica estiva fa già il tutto esaurito, conclude il racconto Matteo Castellucci. «Il contrario del ghiacciaio, che negli ultimi decenni si è ritratto per via del surriscaldamento globale. La guida Kaali Lund Mathaeussen lo mostra spostando il dito sulla cartina appesa nella casetta per turisti in questa parte remota del fiordo di Ilulissat. Fuori dalla finestra le motoslitte della Royal Greenland e la Halibut Greenland, le due aziende più grandi, vengono a ritirare il pesce per portarlo in città».