L’America di Trump-Musk e la ‘legge della scimmia’

L’abolizione del Dipartimento dell’Istruzione statunitense che limita le competenze federali a favore degli stati, promessa da Trump, che rischia di far tornare indietro di un secolo l’istruzione negli USA. Come 100 anni fa con la ‘Legge della scimmia’. Molto peggio di alcune disposizioni ortografiche ministeriali italiane attuali.

Un secolo dal processo della scimmia di Scopes

Nell’estate del 1925 l’attenzione dell’opinione pubblica americana fu attratta da un processo in corso a Dayton nel Tennessee, piccolo centro di poche migliaia di abitanti nella contea di Rhea, da non confondere con la più popolosa città di Dayton in Ohio. John Thomas Scopes fu accusato di aver violato una legge dello stato del Tennessee che vietava l’insegnamento nelle scuole della teoria evoluzionista di Darwin.
Il processo ebbe un forte impatto mediatico e l’America si divise in due: nonostante l’intervento delle prime associazioni per i diritti civili e il tiepido appoggio del mondo scientifico, Scopes fu condannato comunque ad un ammenda di cento dollari e licenziato.

La legge Butler

Il dibattito scientifico e culturale sulle teorie evoluzioniste di Darwin era cominciato poco dopo la pubblicazione del suo libro già dal 1859: il tema, nell’Inghilterra vittoriana, scatenò roventi discussioni, ma alla fine del secolo XIX in Europa poteva dirsi un argomento chiuso. Solo negli Stati Uniti l’ipotesi suggerita da Darwin, sintetizzata schematicamente nel fatto che l’uomo e la scimmia avessero antenati comuni, rimase oggetto di esclusione dalle scuole, soprattutto nelle zone centrali del paese, ma non nelle prestigiose università dell’East Coast.
Nel 1925 John Washington Butler, politico del Tennessee, propose una legge che vietasse agli insegnanti delle scuole pubbliche e delle università dello stato, o anche di scuole finanziate in parte dallo stato, di fare riferimenti alla teoria darwiniana in quanto negava la tradizione creazionista contenuta nella Bibbia: secondo la legge i progenitori del genere umano erano esclusivamente Adamo ed Eva, esattamente come descritto nella Genesi.
La legge, dopo i due passaggi alla camera dei rappresentanti e al senato del Tennessee, fu approvata con una maggioranza schiacciante nel marzo 1925. Vale anche la pena di ricordare che la legge rimase di fatto in vigore fino al 1967, un periodo in cui negli Stati Uniti – sotto la spinta di un forte movimento di rinnovamento politico – furono ridefiniti i diritti civili e la libertà di espressione.

John Thomas Scopes

Al momento del suo rinvio a giudizio, John Thomas Scopes ricopriva l’incarico di allenatore della squadra di football e supplente di biologia nella High School della contea di Rhea. Nato nel Kentucky nel 1900, dopo un breve periodo all’università dell’Illinois, Scopes aveva ottenuto un titolo di studio in legge e geologia a Lexington, nell’università statale, ed era stato assunto da poco a Reha. All’origine del processo non vi fu una vera e propria campagna di propaganda condotta da Scopes contro la legge o a favore delle teorie darwiniane, ma l’indicazione tra i libri di testo di un saggio scritto da George William Hunter che conteneva un capitolo dedicato alle appunto ‘teorie proibite’.
Inoltre, all’inizio della vicenda, i primi due procuratori interpellati dallo stato si mostrarono disinteressati ad un eventuale processo, fino a quando comparve sulla scena Tom Stewart, senatore democratico del Tennessee (vissuto però nella segregazionista Alabama) e desideroso di dare una svolta alla sua carriera politica, che impostò subito una strategia dell’accusa basata su motivi morali e religiosi, quali «il detrimento alla nostra moralità» o l’assalto «alla vera cittadella della nostra religione cristiana».
A dar man forte alla macchina dell’accusa intervenne in un secondo tempo anche il pastore battista William Ben Riley che chiamò a sua volta un altro pastore presbiteriano, William Jenning Bryan: ambedue molto noti a livello nazionale ed esponenti di spicco del partito democratico.

Il processo

Fu a questo punto che comparve sulla scena l’ultimo dei grandi protagonisti: preoccupato della potenza di fuoco dei due pastori in un dibattimento giudiziario, si presentò ai difensori Clarence Darrow, all’epoca antesigano degli avvocati dei diritti civili e che in precedenza aveva patrocinato lavoratori e sindacalisti, immigrati e imputati di colore, categorie di solito trattate non senza un certo pregiudizio nelle aule giudiziarie americane.
Gli elementi per richiamare un forte interesse dell’opinione pubblica sulla cittadina del Tenessee c’erano tutti e sul posto non accorsero solo giornalisti della carta stampata, ma anche i primi reporter radiofonici che trasmisero in diretta alcune della fasi salienti del processo, che tra l’altro – a causa dell’affollamento nel piccolo tribunale e con la temperatura estiva – si svolsero anche all’aperto, mentre avvocati e procuratori in maniche di camicia ricorrevano ad ampi ventagli e capienti bicchieri di acqua con ghiaccio.

Nonostante l’abilità del difensore Darrow che con ironia colpì più volte i procuratori avversari, la sentenza condannò Scopes al pagamento di una multa di cento dollari (grossomodo duemila al valore attuale) e al licenziamento dalla scuola. Darrow presentò appello e dopo un paio d’anni arrivò il verdetto della corte suprema del Tennessee: la sentenza fu annullata per un vizio di procedura senza prendere in considerazione nessuna delle argomentazioni della difesa.
Quando però il tribunale dovette ripetere il giudizio, la causa fu ritenuta «trascurabile» ed archiviata.

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