‘Illusioni economiche Usa’, titola The Economist, ma è peggio

Lo stile british della bibbia del liberismo nasconde una certa indulgenza per la politica economica di Donald Trump. Perchè non si tratta di illusioni, ma di ben peggio. Stiamo facendo i conti con una concentrazione di ideologia e potere economico in cui le leggi dell’economia non valgono più e funzionano solo le regole della strada. La legge del più forte

Dazi andata e ritorno

Ce lo hanno spiegato schiere di esperti e accademici e ormai sappiamo che se si applicano dazi a tutto e tutti, in particolare a quei Paesi che rappresentano il 61% delle importazioni americane, l’effetto boomerang danneggerà gli Usa stessi. Ma allora come è possibile che solo Donald Trump pensi il contrario? Difficile anche pensare che gli esperti del nuovo sceriffo di Washington siano tutti sbronzi al saloon. La risposta è che i tecnici servono a poco quando c’è un boss che usa un armamentario fatto di proclami, minacce, bluff, applicazioni e annullazioni come nei peggiori mercati di strada dove vige il mottto: «articolo quinto, chi ha i soldi ha vinto».

Perché l’economia americana è in salute, il dollaro forte. Insomma, gli Usa sono ancora la più grande potenza economica del mondo e le trattative partono tutte da qui. Tradotto nella regola della strada: la legge del più forte.

Le tendenze di mercato

Nei mercati però esiste anche un’altra chiave di lettura e si chiama ‘trend’, la tendenza. E’ possibile comprenderlo per prevedere i risultati e soprattutto prendere decisioni, frenare o accellerare. L’annullamento dei dazi del 25% contro Canada e Messico di qualche giorno fa è stata l’ultima frenata o, per meglio dire, marcia indietro della Casa Bianca di fronte al trend in corso. Con i mercati in picchiata, la Tesla che ha perso valore e il Canada che si batte il petto come un gorilla, Trump ha annunciato la sospensione del provvedimento. Questo è il secondo mese di spostamento che Trump ha concesso ai dazi. L’amministrazione Usa insiste nel dichiarare che le tariffe doganali andranno avanti come previsto nelle prossime settimane e mesi, ma Wall Street ha apparentemente deciso che l’unica cosa sicura da fare è vendere. Lo ‘Standard & Poor’s 500’. il più importante indice azionario nordamericano. è sceso al minimo di quattro mesi. Correzione dicono alcuni, tendenza osservano in molti.

Interessi privati in presidenza planetaria

Altra tendenza da considerare: all’interno dell’amministrazione molti si rifiutano di lavorare secondo le “regole della strada”. Un conto è riformare, un altro è cancellare e così la sentenza della Corte Suprema ha bloccato la cancellazione dei fondi di aiuto Usa all’estero (Usaid).  Così come sarà da vedere la tenuta tra i soci in affari. Dal mese di gennaio Elon Musk ha perso quasi 100 miliardi di dollari, per l’esattezza 96,5 miliardi secondo il Billionaire Index di Bloomberg aggiornato al 5 marzo. Tesla ha perso un terzo del valore. Ciò non toglie comunque il fondato sospetto di trovarsi davanti ad una tecno-plutocrazia dove il conflitto d’interessi si interseca alla politica economica. Come per esempio la recente decisione di costituire una riserva di criptovalute. Un fondo 17 miliardi di dollari di valuta digitale conservati come nuova copertura finanziaria e supporto per il dollaro statunitense. Il 7 marzo alla Casa Bianca si è tenuto il “Crypto Summit” con la partecipazione del World Liberty Financial a cui Trump è legato anche con la sua personale valuta digitale. Una palese commistione di affari personali che sta creando malcontento anche tra alcuni sostenitori di Trump.

‘Chiagni e fotti’ geoeconomico

Per adesso ciò che è chiaro, è la tattica negoziale. La legge del più forte, ma anche una specie di “chiagni e fotti” in chiave geo-economica. «L’Europa è nata per fregarci, i Paesi confinanti sono dei parassiti» e via accusando e minacciando.  Alla fine, come in tutti i mercati , ogni cosa è trattabile e i trend si possono invertire.
Se questo è il cosa e il come di Trump, la domanda successiva è quando ?

Il tempo che ha Donald Trump è relativamente breve. Tra due anni ci saranno le elezioni di mid-term. Ricordiamo che nel 2018, durante la prima presidenza Trump, i repubblicani persero 46 seggi. Oggi la maggioranza dei repubblicani al Senato è di soli 8 seggi. Dalla fine del 2026 il presidente Usa potrebbe non avere la maggioranza al Congresso e questo riduce l’orizzonte temporale che Trump ha davanti perché, se questa Amministrazione vuole lasciare il segno (sic!), lo dovrà fare nell’arco del prossimo anno. Accellerare è sempre possibile, ma correre sul bagnato è pericoloso.

La prepotenza economica non paga

Tesla in forte calo a Wall Street, dove i titoli perdono il 9,17%. La flessione del colosso delle auto elettriche trascina al ribasso tutte le altre Magnifiche 7. Alphabet perde il 5,2%, Meta il 5,6%, Nvidia il 5,1%, Apple il 5,3%, Microsoft il 2,8% e Amazon il 3,7%. Il Bitcoin cala sotto gli 80.000 dollari. La criptovaluta perde il 4,5% a 79.334 dollari.

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro