
Merz si fa spendaccione per le armi ed elastico sulle regole. Al centro del piano un aumento della spesa pubblica per oltre 1.000 miliardi di euro nel prossimo decennio, capace di espandere di oltre il 20% il debito federale e di rottamare i vecchi canoni di austerità e rigore, i dettagli di IsideOver. 500 miliardi di spesa per le infrastrutture nazionali e altrettanti per operare il più colossale riarmo della storia tedesca dal 1945 a oggi. In barba alle regole del rigore e dell’austerità a lungo predicata dallo stesso Merz, ‘falco rigorista’ pure nel partito che fu di Wolfgang Schauble, il macellaio dei conti pubblici dell’Europa mediterranea, e della stessa Cancelliera Merkel.
Nei mesi scorsi il politico conservatore aveva aperto al superamento dello ‘Schuldenbremse’, il freno costituzionale al debito pubblico che imponeva di mantenerlo ogni anno sotto lo 0,35% del Pil, ma era rimasto un convinto rigorista. Ora Merz, che ai tempi del Covid-19 contestò la scelta di Merkel di non mettere il veto sul debito comune europeo e arrivò addirittura a contestare la legittimità del piano Next Generation Eu, si scopre uomo di spesa. E in nome del riarmo prende decisioni inaudite, denuncia Andrea Muratore.
«I piani di Merz aggirano il freno al debito consentendo l’esclusione di tutto ciò che supera l’1 percento del Pil speso per la difesa», nota il Financial Times, e «Goldman Sachs prevede che il piano porterà la spesa per la Difesa tedesca fino al 3,5 percento del prodotto interno lordo entro il 2027, rispetto al 2,1 percento del 2024 e a un misero 1,5 percento degli anni precedenti». Inoltre, Merz intende andare fino in fondo sul sostegno all’Ucraina e ha contestato in passato Scholz per non aver autorizzato gli attacchi a lungo raggio con i missili Taurus sul suolo russo. Da brivido a pensare a un grande riarmo della Germania nell’Europa del futuro.
Merz intende chiudere l’accordo di governo con la Spd fondato sul maxi piano di riarmo e spesa pubblica entro il giorno di Pasqua, che quest’anno cadrà il 20 aprile, proprio nei giorni in cui in Germania ci si appresterà a commemorare l’80esimo anniversario di quella Seconda guerra mondiale scatenata dal militarismo tedesco. Ma il progetto politico del leader conservatore dovrà esser pronto molto prima. La regola sul freno al debito andrà tolta per approvare un progetto di spesa tale senza cadere nel rischio di ricorsi alla Corte Costituzionale che richiede due terzi di voti.
Il problema per la Cdu è che il prossimo Bundestag si insedia il 25 marzo e la coppia Cdu-Spd non ha i voti necessari, potendo contare su poco più del 50% dei seggi. Si prospetta un’ipotesi senza precedenti: forzare il voto nel Parlamento uscente il voto. Insomma, quello stesso Bundestag ormai privo di legittimità dovrà consentire a Cdu e Spd, col sostegno dei Verdi, di bypassare la possibile opposizione di Alternative fur Deutschland e della sinistra della Linke, che sommati hanno più di un terzo dei Parlamentari e possono porre la parola fine in partenza al progetto.
Una rischiosissima forzatura della democrazia parlamentare che subordina ad agende di governo, politiche strategiche da cui dipende il futuro dell’intera Germania e, forse, un pezzo di quello europeo. E la sinistra ha annunciato che potrebbe ricorrere in tribunale se l’accordo venisse adottato dai legislatori uscenti, che Merz intende convincere proponendo ai Verdi un ‘do ut des’ tra armi e politiche green. Un’agenda Von der Leyen, compresa la tendenza a bypassare le regole del gioco della democrazia.
Merz potrà diventare cancelliere grazie ai voti raccolti da una Cdu che ha fatto campagna elettorale per il Patto di Stabilità, accusando Scholz di esser stato spendaccione. Andrea Muratore aggiunge che non è certamente una bella immagine quella che la Germania dà all’Europa ricordando che per i Taurus, i carri Leopard e altri armamenti per l’Ucraina ci sarà spazio di bilancio, mentre per la sanità e il welfare dei Paesi terremotati dall’austerità di cui Merz e colleghi sono stati ardenti sostenitori non c’è stata possibilità di redenzione.