
Zuffe e colluttazioni fra esponenti delle opposte fazioni. Tre deputate, una delle quale in gravidanza, sono rimaste ferite per l’inalazione di fumo e per i colpi ricevuti dal lancio di oggetti e durante le risse, e sono state condotte in ospedale. Una di esse ha riportato un trauma cerebrale e le sue condizioni vengono definite gravi. La stessa presidente Brnabic, parlando con difficoltà per il denso fumo, ha voluto proseguire i lavori, tra i fischi e i cori dei rappresentanti dell’opposizione.
La contestazione dell’opposizione in parlamento è andata di pari passo con il proseguire delle proteste di piazza da parte di studenti e altre categorie di lavoratori, con raduni, cortei e blocchi stradali a Belgrado, Novi Sad e altre località della Serbia. Una mobilitazione che va avanti da novembre, dopo il crollo alla stazione di Novi Sad con la morte di 15 persone. Sotto accusa il blocco politico legato al presidente della Repubblioca Vuvic che ripone antiche maggioranze dei gioverni Milosevic.
Un incidente attribuito alla corruzione dilagante nelle alte sfere politiche e dell’amministrazione. Non sono servite le dimissioni del premier Milos Vucevic a fine gennaio e l’accoglimento da parte delle autorità delle richieste degli studenti, il movimento di protesta prosegue assumendo sempre più aperti aspetti politici contro i vertici del potere, a cominciare dal presidente Aleksandar Vucic, ritenuto il primo responsabile del ‘regime’ instauratosi nel paese, con scarsa democrazia e manipolazione deei media. Memoria del movimento ‘Otpor’ a sostegno occidentale che più di 20 anni fa mosse le piazze per la caduta di Milosevic.
Dopo quella di sabato scorso a Nis, nel sud della Serbia, con la partecipazione di decine di migliaia di persone in piazza, altre manifestazioni di protesta sono state annunciate per i prossimi giorni nei maggiori centri del Paese. Una situazione mai verificatasi prima nel Parlamento serbo, e che ha suscitato la dura condanna da parte della dirigenza di Belgrado, indignata per il comportamento dei rappresentanti dell’opposizione.
Gli incidenti, in quella che era la prima sessione di primavera del Parlamento, per un ordine del giorno prodotto dal governo dimesso a fine gennaio. Sotto accusa la presidente dell’Assemblea Ana Brnabic, contestata per aver portato in aula ministri di un esecutivo ormai fuori gioco. Per le opposizioni si doveva solo votare sulla presa d’atto delle dimissioni del governo. Dai banchi dell’opposizione, esposti striscioni con scritte quali ‘La Serbia si solleva per rovesciare il regime’, ‘Le vostre mani sono sporche di sangue’.
La contestazione dell’opposizione in parlamento è andata di pari passo con il proseguire delle proteste di piazza da parte di studenti e altre categorie di lavoratori, con raduni, cortei e blocchi stradali a Belgrado, Novi Sad e altre località della Serbia. Una mobilitazione che va avanti da novembre, dopo il crollo alla stazione di Novi Sad con la morte di 15 persone. Dopo la grande manifestazione di sabato scorso a Nis (sud) con decine di migliaia di persone in piazza, un altro grande raduno è previsto a Belgrado per il 15 marzo.
https://www.youtube.com/watch?v=Wol2LZ92ZKc
https://www.remocontro.it/2025/01/28/serbia-dopo-mesi-di-proteste-si-dimette-il-premier/