Troppa destra fa male: Germania e Austria nei guai

A Berlino l’Unione democratica di Merz apre ai socialdemocratici di Scholz ma potrebbe non essere sufficiente per la maggioranza parlamentare. In Austria stop alle trattative tra conservatori ed estrema destra, possibili nuove elezioni. Memoria del nazifascismo da non superare. Settimane difficili per tutta l’Unione europea. Fermare le forze populiste e di destra dice Merkel. Destra internazionale da Musk a Orban

Memoria del nazifascismo da non superare

Sarà pure il tempo del pragmatismo politico e del superamento delle ideologie, ma certi limiti restano per fortuna insuperabili. In Germania l’Unione democristiana di Merz apre ai socialdemocratici di Scholz, ma i numeri potrebbero non bastare rispetto al preannunciato successo degli ultra destri di AfD, con forti venature neo naziste e sponsor internazionali compromettenti. Intanto ieri nella confinante Austria sono saltate le trattative tra conservatori e destra ultranazionalista in sospettabile memoria hitleriana, con il leader Herbert Kickl che ha dovuto rinunciare a formare un governo, e ora non si esclude una nuova tornata elettorale.

Settimane difficili per tutta l’Unione

Berlino e Vienna sono alla vigilia di settimane difficili che potrebbero segnare il futuro politico dell’Unione europea, come segnala Vincenzo Savignano su Avvenire. Nella capitale tedesca si pensa sempre di più ad un esecutivo, anche di emergenza nazionale, in grado di garantire stabilità per uscire rapidamente dalla profonda crisi economica. Una strada indicata nei giorni scorsi anche dall’ex cancelliera Angela Merkel che trasformò l’esperimento politico della ‘Grande coalizione’, il governo tra democristiani dell’Unione Cdu/Csu e socialdemocratici della Spd, in una soluzione duratura, proposta per ben tre volte nel corso delle quattro legislature consecutive al governo tra il 2006 ed il 2021.

Fermare le forze populiste e di destra

«Credo che le forze democratiche di questo Paese debbano mettere da parte i dissensi e cercare un accordo che possa garantire un governo stabile e duraturo al Paese e fermare l’avanzata delle forze populiste e di destra». È stato l’appello dell’ex leader cristiano-democratica, simile al monito delle tre chiese tedesche, cattolica, ecumenica ed evangelica. Appelli che sembrano dare i primi frutti: ieri da entrambe le forze politiche, Cdu e Spd, sono giunti chiari segnali di avvicinamento. La ministra degli Interni, Nancy Faeser (Spd), ha usato toni molto concilianti nella disputa con l’Unione Cdu/Csu sulle politiche migratorie, dopo le grandi polemiche esplose a causa della mozione Merz votata al Bundestag anche da Afd.

Migranti ostaggio pagano pegno

«Sui migranti e rifugiati Cdu e Spd in realtà non sono così distanti», rilancia la ministra. Subito dopo è arrivato l’annuncio del cancelliere Scholz: «Il governo federale ha ordinato un’estensione dei controlli a tutti i confini tedeschi per altri sei mesi nella lotta contro l’immigrazione irregolare. La Commissione europea ne è stata informata. Con i controlli alle frontiere stiamo respingendo l’immigrazione irregolare, come dimostrano le cifre: 47.000 respingimenti, un terzo di domande di asilo in meno dal 2023 al 2024 e l’arresto di 1.900 trafficanti di persone». Le parole di Scholz come una mano tesa verso il leader cristiano-democratico Friedrich Merz. Secondo alcuni media sarebbero in corso già colloqui tra i due partiti per trattative lampo dopo il voto del 23 febbraio.

Destra internazionale da Musk a Orban

Ma i risultati elettorali potrebbero non garantire la maggioranza al Parlamento: gli ultimi sondaggi danno i cristiano-democratici (CDU) v in lieve calo al 30% e la Spd di Scholz ferma al 16%. A quel punto sarebbe necessario un allargamento a Verdi o a liberali della Fdp, possibilità che complicherebbe tutte le trattative. Intanto ieri il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha ricevuto la leader di AfD, Alice Weidel, che dopo l’osannante intervista incassata da Elon Musk, distribuisce lei attestati di validità politica,  ha elogiato molto l’Ungheria, descritta come un modello da seguire. «L’Ungheria è il baluardo contro l’immigrazione clandestina». Weidel e Orbán si sono incontrati nella residenza ufficiale del premier nell’ex monastero carmelitano del Castello di Budapest.

Troppe golosità ministeriali

Ma proprio nel corso dell’incontro in cui si discuteva della possibilità di Afd di entrare in un governo tedesco, è giunta da Vienna la notizia del fallimento delle trattative per la formazione di un esecutivo tra la destra populista della Fpö e i conservatori della Övp. Sospettabili vicinanze ideologiche ma contrastanti golosità di potere. Gli accordi sarebbero saltati perché Kickl voleva per il suo partito il ministero dell’Interno con l’obiettivo di approvare politiche molto restrittive sull’immigrazione. Il ministero dell’Interno ha però competenze anche sulle agenzie di intelligence, e i Popolari temevano che affidarlo all’estrema destra avrebbe potuto compromettere la credibilità e l’efficienza dei servizi segreti. Mercato fallito e almeno per ora l’Austria non avrà un cancelliere di estrema destra (sarebbe stata la prima volta dal dopoguerra).

Cosa potrà succedere ora?

Oggi il presidente Alexander Van der Bellen parla con i leader dei partiti per decidere come procedere. È possibile che affidi a qualche altro politico l’incarico di formare un governo, cerchi di formare un governo tecnico oppure decida di andare nuovamente a elezioni. È la seconda volta negli ultimi sei mesi che saltano i negoziati per formare un governo. L’Austria è in una situazione di stallo politico dallo scorso settembre, quando dalle elezioni era uscito un parlamento frammentato: la sospetta destra FPÖ era stato il partito più votato, con circa il 29 per cento dei voti (miglior risultato di sempre), I Popolari dell’attuale cancelliere Karl Nehammer avevano preso il 26 per cento, e il Partito Socialdemocratico (SPÖ, di centrosinistra) il 21 per cento.

Memoria dell’Hitler che era austriaco

L’FPÖ ha posizioni estremiste, euroscettiche, molto ostili all’immigrazione e anche no vax. A differenza di altri partiti di estrema destra relativamente nuovi, come AfD in Germania, è una forza politica radicata ( fondata nel 1956) che in passato aveva partecipato a vari governi: fra il 2017 e il 2019 fu in coalizione con i Popolari, quando il cancelliere era Sebastian Kurz.

A questo giro però, per i Popolari pur molto conservatori, oltre alle brame ministeriali di Kickl, avrebbe anche pesato la sua insistita retorica che richiama il passato nazista del paese. Durante la pandemia di Covid-19 ha promosso tesi complottiste e antiscientifiche, e ora propone la creazione di centri in paesi terzi (un po’ come sta cercando di fare l’Italia in Albania). Promuove la cosiddetta ‘remigrazione’ (Trump la chiama apertamente ‘deportazione’), ha idee antieuropeiste e al Parlamento Europeo l’FPÖ fa parte del gruppo dei ‘Patrioti per l’Europa’, quello tra gli altri di Matteo Salvini e Marine Le Pen.

 

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro