Se Pechino si arrabbia contro le Big Tech Usa

Dopo che gli Usa hanno deciso sanzioni al 10% su molti beni cinesi, la State Administration for Market Regulation, l’antitrust di Pechino, ha annunciato di aver aperto indagini per violazioni delle regole sulla concorrenza da parte di Google e Nvidia, «due gioielli della corona dell’impero tecnologico a stelle e strisce», riservandosi ulteriori azioni sul colosso dei chip (in crisi) Intel.

I colpi cinesi in arrivo

«Le indagini antitrust sulle grandi aziende tecnologiche statunitensi potrebbero portare a sanzioni commisurate ai ricavi globali delle aziende stesse o alla perdita di un accesso al mercato in uno dei loro maggiori mercati internazionali», avverte il Financial Times. E i colpi in arrivo puntano su Intel, Nvidia e Google. Con dettagliati conto in tasca, sapendo chi, come dove colpire a fare più male.

America letta in cinese

Google, che non opera come motore di ricerca in Cina, ma trae profitto dalla Repubblica Popolare per le inserzioni pubblicitarie delle sue aziende sulle pagine Alphabet. Nvidia genera un quarto del suo fatturato in Cina e ha subito di recente i limiti all’export dell’amministrazione Biden per le schede grafiche da lei progettate e una prima indagine concorrenziale a Pechino. Intel, che viene da un 2024 di grande sofferenza, potrebbe essere l’azienda più colpita avverte il Ft, «perché la Cina è il suo più grande mercato, con vendite per 15,5 miliardi di dollari nel 2024, pari al 29% del suo fatturato globale».

La sfida del capitalismo politico

La mossa della Cina comprende anche la stretta sulle forniture di metalli strategici prospettata da Pechino verso Washington, che continua a dipendere dal Dragone in diverse filiere strategiche. La Repubblica Popolare ha scelto di non andare al braccio di ferro commerciale mostrando di aver molte carte da giocare e scoprendo prima l’uso geopolitico del diritto e delle regole di concorrenza, rispetto all’escalation sanzionatoria.

In epoca di “capitalismo politico” e di compressione delle logiche del mercato di fronte a esigenze della sicurezza nazionale non sono gli Usa di Trump a fare scuola. Anche la Cina sa dove colpire. E questo Trump e i colossi del Big Tech sempre più vicini a lui lo devono tenere a mente.

Tags: Cina dazi Usa
Condividi:
Altri Articoli
Remocontro