
La prima elaborazione della ‘teoria della congiura’ nell’età contemporanea risale alla fine della Rivoluzione francese: l’abate Barruel scrisse un’opera monumentale in cinque volumi in cui, riassumendo le cause che avevano portato alla rivoluzione, tra le prime indicò il ruolo degli intellettuali – che definì sempre ‘sofisti’ – e la massoneria, ovvero i più noti nemici della religione. Indubbiamente molti esponenti di spicco del movimento rivoluzionario appartenevano alle due categorie, ma mancava una descrizione della Francia prima del 1789, ossia di un paese tutt’altro che prospero.
A parte le spese folli della corte di Versailles che avevano reso spaventoso il deficit pubblico, non bisogna dimenticare che tra il 1787 e il 1789 si era verificata una vera e propria catastrofe economica che aveva portato alla carestia varie zone della Francia; prima nel 1787 piogge ed inondazioni e l’anno successivo grandinate e maltempo distrussero i raccolti; nell’estate del 1789 il prezzo dei cereali era raddoppiato e in conseguenza quello del pane. Nelle campagne si diffuse il brigantaggio e nelle città si urlò contro accaparratori e speculatori.
In realtà quindi il clima rivoluzionario esisteva già prima e della mancanza di cibo erano stati accusati i commercianti. Basata su questa latente sindrome cospiratoria, la teoria dell’abate ebbe facile diffusione, anche perché – aspetto invece vero e provato – la rivoluzione si abbandonò a violenze che sfociarono nel Terrore.
Nel clima reazionario della Restaurazione che seguì alle guerre napoleoniche, la teoria di Barruel ebbe enorme successo in quanto non solo forniva una ‘spiegazione semplice’ per comprendere un fenomeno di vasta portata, ma giustificava censura e repressione per evitare che si ripetesse un’altra esperienza rivoluzionaria. Lentamente però le istanze di rinnovamento politico, soprattutto in Francia, presero il sopravvento e si affermarono un cauto liberalismo e un moderato parlamentarismo.
Le teorie di Barruel ricomparvero dopo la caduta del Secondo impero e infine cambiarono veste o meglio obiettivo rivolgendosi contro tutti coloro che tentavano di riformare il paese. La teoria si radicò infatti soprattutto in Francia – ma meno negli altri paesi – fino a saldarsi con lo sciovinismo e l’antisemitismo che si svilupparono dopo la sconfitta del 1870.
Mentre negli altri paesi europei l’antisemitismo pur montante rimaneva confinato in determinati ambiti, in Francia comparvero aperte accuse ad un indefinito movimento internazionale che esplosero durante il celebre caso Dreyfus, quando cioè un ufficiale dell’esercito di origini ebraiche fu ingiustamente accusato di spionaggio a favore della Germania – per altro su prove false – negandogli un giusto processo e trattenendolo in carcere all’isola del Diavolo per più di cinque anni. Quanto radicate e longeve fossero in Francia queste teorie fu confermato al tempo della repubblica collaborazionista di Vichy.
Con analogie nel funzionamento simili al modello di Barruel la teoria della cospirazione si estese ad altri paesi creando altri casi. Nei primi anni del Novecento l’Ochrana, la polizia segreta zarista, compilò una falsa raccolta di documenti – i famigerati ‘Protocolli dei Savi di Sion’ – allo scopo di gettare discredito sul movimento rivoluzionario russo e sul nascente movimento sionista.
Sebbene ci si accorse subito della falsità dei documenti, la raccolta rimase per decenni alla base di tutte le teorie cospirative antisemite ed ancora oggi in ambienti estremisti se ne sostiene invece l’autenticità. Diverso il caso della nascita del nazismo, ma indubbiamente nel ‘Mein Kampf’ si rintracciano continui richiami alle precendenti teorizzazioni cospirative soprattutto antisemite.
All’indomani della sconfitta del 1918 infatti nacque la cosiddetta leggenda della ‘pugnalata nella schiena’: l’esercito tedesco, imbattuto sul campo per tutto il corso della guerra, fu costretto alla resa per il crollo del fronte interno, o meglio per il tradimento dei socialdemocratici e degli ebrei.Unito al nazionalismo del dopoguerra, l’immagine divenne uno degli strumenti più potenti della propaganda antisemita nazista alla quale in seguito si aggiunsero i temi della superiorità razziale.
Anche negli Stati Uniti la teoria della cospirazione ha trovato spazio, sebbene in maniera più confusa: ad una grande cospirazione contro l’America fece riferimento ad esempio il terrorista Timothy James McWeigh, condannato per l’attentato di Oklahoma City, e riferimenti alle stesse teorie sono comparsi nei processi contro i partecipanti all’assalto del Campidoglio del gennaio 2021. Ora graziati dal tornato presidente Trump.