
Il 17 gennaio, un convoglio di oltre 100 veicoli è arrivato nella capitale Bamako, le foro con dettagli di Analisi Difesa. Metà dei veicoli erano camion blindati Kamaz e veicoli per il Genio, ma c’erano anche carri armati T-72B3M, veicoli da combattimento di fanteria, veicoli corazzati e o protetti trasporto oltre a obici trainati, cannoni antiaerei e imbarcazioni per operazioni fluviali. Le scritte in cirillico e contrassegni militari russi fanno prevalere l’ipotesi che si tratti di mezzi a rinforzo dell’Africa Corps russa (ex Gruppo Wagner) o dell’esercito maliano assistito da consiglieri militari russi nelle operazioni contro i gruppi islamisti legati ad al-Qaeda e allo Stato Islamico e contro le milizie touareg dellla ‘Difesa del popolo di Azawad’.
Niger, Mali e Burkina Faso hanno annunciato il 23 gennaio la costituzione di una forza militare congiunta di 5.000 uomini, nell’Alleanza degli Stati del Sahel decisa nel settembre 2023, per contrastare le organizzazioni terroristiche che agiscono nell’area. Per voce del generale Salifou Modi del Niger, «Condividiamo lo stesso spazio, affrontiamo le stesse minacce, unire i nostri sforzi era una necessità. Questa forza unificata non avrà solo il suo personale, ma anche le sue risorse aeree, terrestri, di intelligence e, naturalmente, il suo sistema di coordinamento», ha detto Modi, precisando che in poche settimane la forza congiunta diverrà operativa.
Possibile quindi che i mezzi russi impiegati dall’Africa Corps supportino la forza congiunta composta dalle tre nazioni che hanno ottenuto l’aiuto politico, militare ed economico dalla Federazione Russa. A gennaio il presidente del Mali, generale Assimi Goita, ha annunciato la creazione di un’industria militare locale impegnata per ora nell’assemblaggio di armi individuali e collettive, veicoli, armi tattiche leggere e la fabbricazione di munizioni ed esplosivi per uso civile. «il processo di equipaggiamento delle forze armate e di sicurezza sarà migliorato nel 2025 con l’istituzione di un’industria militare».
Dettaglio successivo, «stiamo lavorando all’installazione di una fabbrica di armi con unità per l’assemblaggio di armi individuali e collettive, l’assemblaggio di veicoli tattici leggeri, la fabbricazione di munizioni ed esplosivi per uso civile». Nessun riferimento diretto alle armi della Russia dalla Siria, ma appare come molto evidente che l’arrivo di mezzi pesanti russi in Mali coincida con la capacità di curarne in loco la manutenzione.
Tutto ciò mentre ai confini orientali della Repubblica Democratica del Congo, accanto all’Uganda e al Ruanda è in corso da circa vent’anni un violentissimo conflitto che ha causato già circa 3 milioni di profughi, motivato ufficialmente da ragioni etniche (M23 è una milizia Tutsi, un gruppo minoritario in Congo), ma più profondamente da questioni economiche e strategiche. Il Nord Kivu è una regione ricca di risorse minerali, su tutte il coltan, componente fondamentale per il funzionamento di molti apparecchi elettronici della nostra quotidianità. Ma di Congo parleremo presto.