
Meno facile di quanto sparato elettoralmente da Trump, il conflitto ucraino verrà risolto dalle due (o tre) grandi potenze, imponendolo alla povera Ucraina dopo aver mentito che sarebbe stata lei a decidere. Trump non ha mai nascosto di ritenere irrilevanti gli alleati europei, con Putin che ha sempre definito il governo di Kiev un fantoccio degli anglo-americani, e l’Europa politicamente a sovranità limitata nelle mani di Washington, o di commissari baltici che le sparano una più grossa dell’altra. Dall’armiamoci spendendo il 5, 6% dei nostri Pil nazionali, a chi immagina un’Europa pronta a sostituire di Usa nel sostegno militare e finanziario di Kiev.
Quesito chiave in questa fase di transizione geopolitica occidentale: Bruxelles più sede della Commissione Ue o del comando Nato? Troppo spesso i linguaggi dei due vertici si confondono, ma adesso con Trump certe affermazioni modello Kallas precipitano nel ridicolo. Tra irritazione e paura che Trump possa aprire il negoziato con l’Europa tagliata, relegata al massimo a un ruolo di comparsa. «Preoccupazione svelata dalla nuova narrazione con cui UE e NATO di casa cercano di nascondere quanto sta avvenendo sui campi di battaglia da cui, ci avrete fatto caso, giungono dai media notizie sempre più scarse mano a mano che la situazione per gli ucraini si aggrava».
L’11 gennaio l’ex presidente USA Biden dichiarava che «Vladimir Putin è in una situazione difficile in questo momento. Se l’Ucraina continuerà a ricevere il sostegno dell’Occidente c’è una reale possibilità che possa prevalere». Delle dichiarazioni degli Esteri Ue abbiamo già detto. Mentre il neo segretario generale della NATO, Mark Rutte, a Ramstein, «dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che l’Ucraina abbia ciò di cui ha bisogno per prolungare la lotta e prevalere». Analisi o favole? Tre punti: i russi non stanno vincendo, l’Ucraina può vincere, occorre continuare ad armare Kiev che può arruolare anche i ragazzi più giovani.
Peccato che nessuno dei tre punti appaia credibile, denuncia Analisi Difesa. Mentre qualcuno segnala -dati ufficiali certi-, che sui finanziamenti alla Difesa, la spesa russa (140 miliardi di euro nel 2024) è un terzo di quella delle nazioni europee (al 2% di Pil), e a quasi un decimo della NATO (inclusi gli USA). Quindi non è un semplice problema di quantità. O in tre anni la propaganda NATO/UE ci ha raccontato una montagna di frottole (ben supportata dal giornalismo copia-incolla di comunicati ufficiali) «oppure le fandonie le sta raccontando adesso ingigantendo la minaccia russa per l’Europa».
A Ramstein e ora Davos il presidente ucraino Zelensky ha invocato l’invio di truppe occidentali (eventualmente solo europee) «uno degli strumenti migliori per costringere la Russia alla pace». Difficile solo immaginare che i governi europei siano disposti a inviare brigate a combattere in Ucraina, che in pochi percepiscono come la ‘nostra guerra’ e contro una Russia che non in molti sentono come nemica. Analisi tecnica: le forze armate delle nazioni europee non potrebbero sostenere più di poche settimane lo sforzo bellico. Non stupisce quindi che l’arrivo di Donald Trump preoccupi gli europei e gli altri alleati degli Stati Uniti, come rivela un sondaggio del think-tank European Council on Foreign Relations.
Sul piano politico pesa la percezione che la sconfitta dell’Ucraina sarà anche quella dell’Europa che ha sacrificato sovranità, sicurezza energetica ed economica e oltre 100 miliardi di euro in armi e munizioni per supportare Kiev. «Oggi l’Europa si ritrova più povera, più disarmata, meno coesa e lo sforzo si sta rivelando inutile a evitare agli ucraini la sconfitta». In vista negoziati tra Trump e Putin (non facili documenta Orteca), le ‘potenze europee’ provano a riciclarsi se “scoppia la pace”». Gran Bretagna e Francia pronte ad inviare loro militari in Ucraina come parte di una ‘forza di pace’.
Decisamente improbabile che truppe di nazioni NATO/UE possano venire accettate come forza di interposizione dopo tre anni di aperto sostegno all’Ucraina e demonizzazione della Russia (persino dei suoi atleti e artisti). Come ucraini e occidentali non accetterebbero certo ‘forze di pace’ bielorusse o nordcoreane.