Davos oscurata da Trump, diseguaglianze ed Europa

L’apertura del World Economic Forum di Davos semi ignorata per l’insediamento del nuovo presidente Usa che ignora e non invita l’Unione Europea costretta a cercare mercati e alleati altrove (India e Cina), mentre non ottiene i titoli meritati il rapporto Oxfam sullo stato delle disuguaglianze economiche e sociali nel mondo. “Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata

Sistema economico di privilegio

La concentrazione della ricchezza descritta da Oxfam. Un sistema dove i Paesi del Nord del mondo drenano dal Sud 1.000 miliardi l’anno grazie ai vantaggi che vengono dalle valute e dai costi di finanziamento. I Paesi ricchi controllano il 69% della ricchezza globale, pur rappresentando solo il 21% della popolazione mondiale.

Più miliardari e più fame nel mondo

Un quadro sempre più allarmante sta emergendo a livello globale: da un lato, miliardi di persone vivono in povertà, mentre dall’altro, un numero ristretto di magnati  continua ad accumulare fortune a ritmi vertiginosi. Nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta, in termini reali, di 2 mila miliardi di dollari, pari a circa 5,7 miliardi di dollari al giorno, a un ritmo tre volte superiore rispetto all’anno precedente. Ogni settimana, in media, sono nati 4 nuovi miliardari. L’anno scorso la ricchezza dei 10 uomini più facoltosi al mondo è cresciuta, in media, di quasi 100 milioni di dollari al giorno.

‘Trilionari’: 1000 miliardi di dollari

La previsione della comparsa del primo trilionario, di chi cioè possiede un patrimonio pari a 1000 miliardi di dollari,  era prevista entro il 2030. Al tasso attuale di crescita della super-ricchezza, di trilionari ne avremmo cinque entro quella data. La ricchezza globale non solo è fortemente concentrata al vertice, ma in gran parte deriva anche da rendite di posizione. Basti pensare che oltre un terzo (il 36%) delle fortune dei miliardari deriva da eredità.

La povertà estrema che resiste

Il tasso di riduzione annua della povertà estrema (condizione in cui versa chi non dispone di risorse giornaliere superiori a 2,15 dollari) è in forte rallentamento. Il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è oggi lo stesso del 1990 e rapprresenta poco più di 3,5 miliardi di persone. Alle tendenze attuali, potrebbe volerci un secolo per riportare la popolazione del pianeta sopra tale soglia.

Tutti hanno un sud da sfruttare

Il rapporto insiste sulla natura delle relazioni economiche tra il Nord e il Sud del mondo, forme di moderno colonialismo. Il predominio delle valute del Nord nel sistema dei pagamenti internazionali e i costi di finanziamento più bassi nei Paesi ricchi sono alla base di quella che Oxfam chiama ‘estrazione’. Ed è ciò che favorisce i forti squilibri nei flussi di redditi da capitale tra le economie del nord occidentale e il Sud anche economicamente avanzato del mondo.

Il 90% della forza lavoro globale

Nonostante il Sud contribuisca al 90% della forza lavoro globale, riceve solo il 21% del reddito da lavoro aggregato; i salari nel Sud sono significativamente inferiori rispetto a quelli del Nord, con una differenza, tral’87 e il 95%. I Paesi a basso e medio reddito spendono quasi la metà delle proprie risorse pubbliche per rimborsare il debito estero, che ha raggiunto 307.000 miliardi di dollari. 3,3 miliardi di persone vivono in Paesi che pagano più per il servizio del debito (interessi) di quanto stanziano per l’istruzione e la sanità.

Cure possibili?

La controinformazione economica di Oxfam aggiunge all’analisi dei dati alcune ricette: «Bisogna far pagare le tasse per rendere più equo il sistema impositivo. Serve un’imposta progressiva sui grandi patrimoni e prelievi sulle grandi successioni, considerati strumenti efficaci per redistribuire la ricchezza. Rivedere il sistema di tassazione immobiliare, eliminare i condoni fiscali e rafforzare la lotta all’evasione». Vallo a dire a Trump, a Musk e alla congrega di supermiliardari attorno alla Casa Bianca (Trump parlerà in video il giorno 23).

‘Collaboration for the Intelligent Age’

L’edizione di quest’anno del Forum di Davos si svolge sotto il titolo di speranza e non certo di riscontro dei fatti: “Collaborazione per l’era intelligente”. L’esatto contrario di quanto ci dice il rapporto di Oxfam e di quanto è parzialmente costretta ad ammettere la stessa Unione Europe, non certo esempio di virtù occidentale rispetto al Sud del mondo largamente citatto sopra. Ma anche nel Nord della prevaricazioni, le differenze tendono ad accentuarsi con la nostra Europa che non convince rispetto alla crisi economica apertamente in corso.

La denuncia dell’HuffPost

A Davos la presidente della Commissione scopre le sue carte in mattinata al World Economic Forum di Davos: un lungo discorso basato sul pragmatismo, poca retorica sui valori fondanti dell’Ue e persino sull’Ucraina del troppo detto e del tanto dato.

Il messaggio che l’Unione, con il peso del suo mercato unico di 450milioni di persone, 20 per cento del pil mondiale, è pronta per ‘cambiare’. D’ora in poi, dice von der Leyen, «l’Ue cercherà la cooperazione non solo con gli amici di lunga data che la pensano come noi, ma con qualsiasi paese con cui condividiamo interessi». espone la strategia europea nella nuova era Trump.

 

 

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