
La notizia è stata all’inizio così sorprendente che le agenzie di stampa l’hanno tenuta in sospeso, in attesa di verificare se si trattasse di un’azione da parte di hacker e cyber-truffatori. Invece, è tutto vero e la «meme coin» Official Trump ha guadagnato quasi il 16 mila per cento. La meme-coin è l’immagine delle monete digitali e che in questo caso raffigura il neo presidente nell’iconica posa del dopo attentato con pugno alzato al grido di “Fight-Fight-Fight”.
La società che ha lanciato il progetto ha immesso sul mercato 200 milioni di monete digitali denominate «$TRUMP». Le due società sono riconducibili al nuovo presidente degli Stati Uniti, la Trump e la Fight Fight Fight Llc e detengono i restanti 800 milioni di «meme-coin» che, ai prezzi attuali, valgono quasi 24 miliardi di dollari. Somme enormi che Trump potrà intascare nei prossimi tre anni se le quotazioni dovessero mantenersi su questi livelli.
Durante tutta la campagna elettorale il tycoon ha sostenuto l’introduzione delle critpovalute tanto da voler far diventare gli Stati Uniti il primo Stato con moneta virtuale nelle sue riserve. L’elezione alla Casa Bianca ha messo le ali al Bitcoin che ieri è tornato sopra soglia 100 mila dollari. Si moltiplicano le voci secondo cui Trump dopo il suo insediamento, firmerà un ordine esecutivo per costituire una riserva strategica in Bitcoin per gli Stati Uniti.
Se così fosse sarebbe l’atto definitivo della consacrazione dell’industria tecnologica nella politica economica statale. Una tendenza che mira a consolidarsi nella finanza internazionale. Le grandi banche si stanno già muovendo in questo senso. Il primo istituto europeo è stata l’italiana Intesa SanPaolo che ha acquistato recentemente 11 Bitcoin per un totale di 1 milione di euro.
«È assolutamente folle», ha detto Jordan Libowitz, vicepresidente dell’organizzazione non-profit Citizens for Responsibility and Ethics di Washington, intervistato da Politico.
«Dopo decenni in cui abbiamo visto i presidenti eletti che nel tempo che precede l’insediamento sono più o meno impegnati a separarsi dalle loro finanze per dimostrare di non avere conflitti di interesse, ora abbiamo un presidente eletto che, il fine settimana prima dell’insediamento, lancia nuove attività finanziarie personali».