
Per mettere fine alla guerra Putin propone anche un luogo fisico dove negoziare: la Slovacchia, guidata dal premier Robert Fico, il quale nei giorni scorsi ha incontrato il presidente russo al Cremlino nonostante il coro di critiche espresse da molti partner dell’Ue, offrendo appunto di ospitare i colloqui. Opzione, ha spiegato Putin rispondendo a giornalisti, che a Mosca va bene perché oggi guarda al confine ucraino da una posizione di forza, dopo i pesanti danni all’infrastruttura elettrica nelle settimane più fredde dell’anno.
Ancora nelle scorse ore il presidente ucraino Zelensky ha ribadito la svolta: le ammissioni sulle difficoltà al fronte e, soprattutto, sul fatto che sul piano militare si debba ormai rinunciare a riprendere Donbass e Crimea aprono quello spiraglio in cui potrebbe infilarsi un tentativo di riportare le parti ad un tavolo negoziale. Le parole di Putin sono state precedute da quelle del suo ministro degli Esteri, Serghei Lavrov: “Se i segnali provenienti dalla nuova squadra di Washington per ripristinare il dialogo interrotto dagli Usa dopo l’inizio dell’operazione militare speciale saranno seri, ovviamente risponderemo ad essi. Il dialogo è stato interrotto dagli americani, quindi dovrebbero fare loro il primo passo”.
E’ drasticamente diminuita negli ultimi 12 mesi in Europa la disponibilità dell’opinione pubblica a sostenere l’Ucraina “fino alla vittoria”, emerge da un sondaggio condotto da YouGov in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Danimarca e Gran Bretagna. Il sostegno per una soluzione alternativa del conflitto aumenta di pari passo in ogni Paese. In Svezia il 50 per cento degli intervistati è favorevole a sostenere l’Ucraina fino alla vittoria, in Danimarca il 40 per cento, in Gran Bretagna il 36. Quando lo scorso gennaio erano rispettivamente il 57, il 51 e il 50 per cento. La percentuale di coloro che si dicono favorevoli a una pace negoziata è nello stesso arco di tempo salito dal 45 al 55 per cento in Italia, dal 38 al 46 per cento in Spagna, dal 35 al 43 per cento in Francia e dal 38 al 45 per cento in Germania.
La Russia è pronta a riprendere il transito del gas attraverso il territorio dell’Ucraina, anche attraverso terzi, ma Kiev blocca questa prospettiva per la sua causa legale. Lo ha detto in conferenza stampa il presidente Putin, citato dall’agenzia Tass. “L’Ucraina ci ha chiuso una delle rotte, e abbiamo un contratto con loro. L’hanno chiuso e poi ci hanno fatto causa chiedendo di pagare per ciò che non è transitato attraverso l’Ucraina”, ha aggiunto.
Il leader del Cremlino ha spiegato poi che la Russia è pronta a inviare le forniture di gas all’Europa attraverso la Polonia e la ripresa della rotta potrebbe avvenire immediatamente. “La Polonia ha chiuso il percorso attraverso il suo territorio, dove c’è un percorso attivo”, ha spiegato. A differenza di Nord Stream “non è stato colpito, non ci sono esplosioni, funziona. Bisogna solo premere il pulsante e basta”, ha aggiunto.