Trump: grazia per l’assalto al Congresso, poi Ucraina e Nato

Donald Trump nella sua prima intervista da quando è stato rieletto presidente, prima gli affari personali e poi un po’ di mondo. Tra le affermazioni più discusse quella di voler dare la grazia a molte delle persone condannate per l’assalto al Congresso statunitense del 6 gennaio 2021, quando un gruppo di suoi sostenitori tentò di sovvertire il risultato delle elezioni vinte da Joe Biden proprio contro Trump. Poi ha parlato anche di guerra in Ucraina e della NATO mai amata.

Trump, prima i sostenitori e solo dopo Ucraina e Nato

La prima intervista da quando è stato rieletto presidente degli Stati Uniti, con l’emittente televisiva NBC su di cosa intende fare nei quattro anni del suo nuovo mandato. E si conferma per quello che già era noto, rispetto alle sue priorità di valori. «Mi muoverò molto rapidamente, il primo giorno», ha detto Trump all’intervistatrice Kristen Welker.  A parte ribadire che deporterà tutti gli immigrati illegali, abolirà lo ius soli e grazierà tutti gli ‘insurrezionisti’ a suo sostetgno. Intenzionato a graziare le circa 900 persone che hanno ammesso la propria colpevolezza ma che hanno detto di non aver aggredito agenti, sulle quali Trump ha suggerito che possano essere state spinte a dichiararsi colpevoli.

Il pluri inquisito contro la magistratura (vizio diffuso)

Le persone condannate o che si sono dichiarate colpevoli dell’assalto al Congresso sono oltre 1.200, di cui 645 condannate a periodi di detenzione che vanno da pochi giorni a 22 anni. Le indagini sull’attacco al Congresso sono state condotte da una commissione della Camera dei rappresentanti, il parlamento statunitense. ‘Liberi tutti’ per gli amici, e carcere per i parlamentari nemici. Tutti quelli della Commissione che ha giudicato colpevoli i suoi sostenitori che assaltarono il Congresso. Loro patrioti, e quei parlamentari in carcerfe -auspica l’ormai prossimo presidente-, dando la colpa in particolare a Liz Cheney, una delle due persone del Partito Repubblicano (lo stesso di Trump) che ne facevano parte.

Dopo le questioni personali, anche un po’ di mondo

Nell’intervista, durata più di un’ora, Trump ha parlato anche delle sue intenzioni sulla politica estera. Le cose più rilevanti le ha dette sulla guerra in Ucraina, sostenendo la necessità di un «immediato cessate il fuoco» e di cominciare un negoziato. Ha anche detto che l’Ucraina dovrà aspettarsi un sostegno militare minore da parte degli Stati Uniti quando lui tornerà presidente. Meno Ucraina e meno Nato europea se non paga in contanti. Una minaccia lanciata anche durante il suo primo mandato alla Casa Bianca e ribadita più volte in campagna elettorale ma che, a un mese dall’insediamento e con il caos di guerre e conflitti in Europa e Medio Oriente, fa tremare i polsi ai partner dell’Alleanza.

Stati Uniti ancora nella Nato?

“Devono pagare i loro conti”, è l’attacco del tycoon che da anni accusa i Paesi del Vecchio Continente di non spendere abbastanza per la difesa e di approfittare dell’ombrello americano, soprattutto in questi ultimi due anni con l’aggressione della Russia all’Ucraina. Anche su questo tema Trump resta coerente con le sue promesse elettorali avvertendo che un taglio agli aiuti a Kiev è molto probabile. A onor del vero, l’intervista con Nbc news è stata registrata venerdì, quindi prima dell’incontro a Parigi con Volodymyr Zelensky. Dal colloquio all’Eliseo, sancito da una simbolica stretta di mano tra i due, e dove, era stato riferito al mondo,  Zelensky che ora punta ad un “cessate il fuoco immediato e l’avvio di negoziati” per raggiungere un accordo e mettere fine al conflitto, secondo Trump.

Bugie allo scoperto

Una “pace giusta e duratura” nelle parole del leader di Kiev, che ha sottolineato la necessità di garanzie e ha chiesto ai Paesi amici, Stati Uniti per primi: non ‘chiudere un occhio’ sull’occupazione russa, principale timore degli ucraini quando alla Casa Bianca non ci sarà più Joe Biden. Dalla dichiarazione di Zelensky la immediata replica dal Cremlino. Il portavoce Peskov ‘ha letto con interesse’ le dichiarazioni di Trump con replica immediata: «È importante ricordare – ha precisato Peskov – che è l’Ucraina che ha rifiutato e continua a rifiutare i negoziati. Inoltre Zelensky, con il suo decreto, ha vietato a se stesso e alla sua amministrazione qualsiasi contatto con la leadership russa».

Ancora Nato

Gli Stati Uniti nell’alleanza militare atlantica di 32 paesi occidentali: ha detto inizialmente di sì, «se gli altri paesi pagheranno i loro conti». Disposto a cambiare idea se le cose da questo punto di vista dovessero andare diversamente. Da quando fa politica Trump ha sempre avuto posizioni critiche sulla NATO e ha sempre fatto riferimento a questioni economiche e pagamenti da parte degli stati membri per giustificare un suo disimpegno nell’alleanza. Da parte sua un’incomprensione di fondo sul funzionamento della NATO, che non ha un bilancio centralizzato e dove ciascuno paga per la propria difesa, ribadisce il Past.

Economia di casa

Trump ha parlato anche di questioni economiche interne e ha detto qualcosa di nuovo su quello che intende fare con Jerome Powell, il presidente della Federal Reserve, la banca centrale statunitense. Il suo mandato scade nel 2026, ma negli ultimi mesi Trump – che lo aveva nominato durante il suo primo mandato, salvo poi criticarlo moltissimo – se l’era presa con lui per come aveva gestito i tassi di interesse, e in particolare lo aveva accusato di averli ridotti a ridosso delle elezioni per favorire i Democratici. Aveva perciò detto di volerlo sostituire una volta eletto: ora invece dice di non avere intenzione di farlo.

 

 

 

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