Sudan: fame, colera, bombe sui profughi, e l’Onu

La guerra civile in Sudan da aprile 2023. Negli ultimi giorni, le Forze di Supporto Rapido (Rsf) -una delle fazioni armate-, ha colpito il campo profughi di Zamzam, uno dei più grandi del Darfur, L’esercito sudanese ha reagito lanciando raid aerei nella regione. Stragi insensate su tutti i fronti che si aggiungono a fame e malattie. Epidemia di colera in corso.

Chi è il più crudele del reame

Il bombardamento ha aggravato una situazione già drammatica per i residenti del campo, che soffrono la fame a causa della scarsità di aiuti umanitari e delle restrizioni imposte dalle Rsf. Ad essere colpiti sono stati luoghi come mercati e scuole. Bersagli scelti su base etnica. Contemporaneamente, le Forze Armate hanno lanciato attacchi aerei sulle aree controllate dalle Rsf nel Darfur settentrionale, causando altre morti. Controaccusa di “genocidio sistematico” nel Darfur settentrionale, chiedendo all’Onu di indagare sugli attacchi aerei, sostenendo che abbiano ucciso più di 3mila civili tra ottobre e novembre.

Crisi alimentare ed epidemia

Le Nazioni Unite hanno lanciato l’ennesimo allarme sulla gravità della crisi nel Paese, considerata la più grave al mondo in questo momento storico per numero di sfollati e fame. L’Onu ha denunciato che più della metà della popolazione sudanese è in condizione di carenza di cibo grave. Si parla di 26,5 milioni di persone. Il Programma Alimentare Mondiale (Pam) ha inviato oltre settecento camion con aiuti alimentari in grado di sfamare la popolazione solo per un mese. Gli sfollati hanno raggiunto i 12 milioni, dei quali 3,2 hanno trovato rifugio nei paesi limitrofi.

Morire di fame e di colera

Una delle conseguenze più drammatiche della condizione di crisi attuale, sono le malattie dovute a debolezza fisica e carenza di igiene. Una serie di epidemie sta infatti emergendo nel contesto di una sanità pubblica già al collasso. Il colera è la minaccia più recente, con oltre 43.000 casi e circa 1.800 decessi secondo una nota emessa dal ministero della Salute. Le aree più colpite sono Khartoum, Al Jazieah, Al Qadarif, Kassala, Gedaref e Nilo. Condizioni estreme come l’accesso limitato a acqua potabile. Il colera è una malattia batterica che viene trasmessa prevalentemente attraverso acqua contaminata e causa diarrea grave e disidratazione e può essere fatale in poche ore se non trattata.

Consiglio di sicurezza Onu

Il 18 novembre la Russia ha posto il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per imporre un cessate il fuoco immediato in Sudan. La risoluzione, proposta dal Regno Unito e dalla Sierra Leone, aveva ottenuto il sostegno di 14 dei 15 membri del Consiglio, inclusa la Cina, ma è stata bloccata dalla Russia. Mosca ha giustificato il veto accusando il testo della risoluzione di avere un approccio “postcoloniale” e di non rispettare la sovranità del Sudan. La Russia sostiene che una tregua debba essere decisa dalle parti coinvolte e non imposta dall’esterno.

La giunta militare

La decisione è stata accolta con favore dalla giunta militare. La mossa è stata oggetto di molte critiche internazionali. Il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di essere un ostacolo alla pace, sottolineando come il veto abbia negato un aiuto necessario a milioni di persone colpite dal conflitto e dalla crisi umanitaria. Alcuni hanno interpretato la posizione russa come un allineamento strategico con il governo militare sudanese, denuncia su InsideOver Simona Losito.

‘Autorità legittime’ per chi?

La Russia ha contestato la risoluzione per non aver citato “le legittime autorità del Sudan”, facendo riferimento alla giunta militare del generale Abdel Fattah al Burhan, di cui Mosca è sostenitrice. La risoluzione invitava inoltre la comunità internazionale a “evitare interferenze che alimentino il conflitto e a rispettare l’embargo sulle armi”.

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