Ucraina al buio, l’arma inverno entra in guerra

In Ucraina si dice che i russi stanno «armando l’inverno contro di loro». Il secondo attacco massiccio contro le infrastrutture energetiche del paese in dieci giorni e l’undicesimo dall’inizio dell’anno ha lasciato quasi un milione di persone al buio. In 48 ore sono stati lanciati 100 missili e 466 droni sull’Ucraina, «una risposta al lancio degli Atacms statunitensi», dice Mosca. Mentre i proiettili fabbricati in Ucraina non esplodono.

La guerra si internazionalizza

Massiccio bombardamento sulle maggiori città ucraine, oltre un milione di persone senza corrente. «Risposta al lancio degli Atacms statunitensi». A prescindere dalla motivazione fornita alla stampa, sottolinea Sabato Angieri sul manifesto, è il fatto che i missili a lungo raggio occidentali hanno contribuito a internazionalizzare di nuovo il conflitto in Europa dell’est. Basta leggere i titoli dei giornali. Si parla di escalation, di minaccia nucleare, dell’attesa di Trump, della Nato che deve attrezzarsi al nuovo missile balistico russo Oreshnik, ma non di come stiano andando gli scontri nel Donetsk.

La geopolitica e l’Ucraina che soffre

L’esercito russo avanza, molto lentamente, ma avanza. Mentre ciò che resta all’Ucraina del suo esercito dotato adesso di supermissili ma sempre con pochi soldati, resiste dove e come può, colpendo ad est oltre la Crimea. Ma nulla di militarmente decisivo. La campagna di reclutamento non dà i risultati sperati e si moltiplicano le video-denunce di prelievi coatti dei renitenti. Intanto, secondo Associated Press, per ingrossare le fila dell’esercito gli Usa avrebbero chiesto all’Ucraina di iniziare a reclutare anche i diciottenni.

I due eserciti a problemi incrociati

I russi hanno aperto un altro fronte, verso Kurakhove, e anche qui stanno mettendo in difficoltà il nemico. Ma il fronte non si è spezzato ancora. Meriti bellici della coriacea resistenza ucraina, demeriti della vetusta organizzazione militare russa, denuncia il reporter sul campo. «Ma tre inverni di freddo, fame e stenti non lasciano indenni. E solo i sordi e gli illusi credono al «sostegno a Kiev per tutto il tempo necessario e fino al raggiungimento di una pace giusta che a meno di 48 ore dalla vittoria di Trump sembrava già una frase sbiadita su un manifesto consumato dal tempo».

Dunque, cos’è cambiato?

Per la prima volta gli stati europei, con la Germania in testa, si sentono minacciati direttamente. Ieri Berlino ha offerto alla Nato di dislocare in Polonia uno dei nove sistemi missilistici Patriot attualmente sul suo territorio. Per difendere la linea di approvvigionamento che porta «veicoli, armi e munizioni» in Ucraina, sostengono. Se le indiscrezioni secondo le quali Joe Biden avrebbe intenzione di chiedere al Congresso 24 miliardi di dollari da destinare a Kiev e a rinfoltire le scorte statunitensi sono veritiere, ciò acquisterebbe un senso ancora maggiore.

Improbabili miliardi di Biden

Numeri politici al Congresso Usa che rendono il Biden-ucraino in uscita sempre meno credibile. Indicativa la cattiveria di Elon Musk, che accusa il presidente uscente di non poter neanche spendere i 6,5 miliardi rimanenti dai precedenti finanziamenti approvati. «Queste armi vanno difese ma ancora di più va difeso il fronte est della Nato». E il nuovo missile russo, l’Oreshink, può essere usato anche contro chi arma l’Ucraina. Con problemi che si moltiplicano sul fronte minizioni che anche gli amici occidentali stanno esaurendo. Ma peggio per le munizioni di casa.

Problemi ucraini sulle armi prodotte in casa

Come riportato da Politico, il Ministero della Difesa ucraino sta indagando sul ‘malfunzionamento’ diffuso dei proiettili da mortaio che produce in casa e che dovrebbe impiegare sul campo di battaglia. Secondo quanto riportato, i proiettili di Kiev non esplodono all’impatto e non possono essere utilizzati .

Il sostegno militare all’Ucraina spacca l’Italia

Mercoledì la spaccatura in aula a Strasburgo sul nuovo governo Ue, col Pd a favore (tranne Marco Tarquinio e Cecilia Strada) mentre M5S e Avs (verdi e sinistra) hanno detto no. Ieri il replay sull’ennesima risoluzione di sostegno a Zelensky. Dove le divisioni sono state ancora più frastagliate e hanno riguardato anche la piccola delegazione di rosso verde di Avs (I quattro presenti in aula si sono divisi in tre parti: Ignazio Marino ha votato a favore, Ilaria Salis contro e Leoluca Orlando e Benedetta Scuderi si sono astenuti).

Caos nel Pd sui missili contro la Russia

Caos nel Pd, che si è diviso nel voto sugli emendamenti, mentre sul testo finale tutti hanno votato a favore tranne Tarquinio e Strada (astenuti). Sul paragrafo 19 del testo, poi approvato dall’Eurocamera, che esprime sostegno alla scelta di Biden di permettere all’Ucraina di colpire sul territorio russo il Pd si è spaccato in tre: sì dei ‘turbo atlantisti’ Giorgio Gori, Pierfrancesco Maran, Pina Picierno e Irene Tinagli, no di Strada, Tarquinio e Alessandro Zan. Alto il numero delle astensioni: Lucia Annunziata, Brando Benifei, Stefano Bonaccini, Annalisa Corrado, Antonio Decaro, Camilla Laureti, Giuseppe Lupo, Alessandra Moretti, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Raffaele Topo e Nicola Zingaretti.

Missili a lungo raggio e corto consenso

Qui c’è stato il no di Lucia Annunziata, Benifei, Corrado, Decaro, Laureti, Lupo, Ricci, Ruotolo, Strada, Tarquinio, Topo, Zan Zingaretti: a favore Gori, Maran, Moretti, Picierno e Tinagli, astenuto Bonaccini. Sulla difesa aerea, con la richiesta di invio di Patriot e Samp-T, la delegazione del Pd vota a favore, tranne Strada e Tarquinio. Sulla fornitura dei missili tedeschi Taurus l’unica a favore è stata Picierno.

Spaccature anche nel centrodestra

Sulla mossa di Biden per colpire la Russia Forza Italia e Lega hanno detto no, mentre quelli di Fdi si sono astenuti. Sui missili a lungo raggio i salviniani confermano il no, Fi vota a favore e Fdi si astiene. Nel voto finale Fdi e Fi dicono sì e la Lega no. Il quadro complessivo resta quello delle votazioni precedenti: Lega e 5s confermano il no al sostegno militare a Kiev, mentre Pd, Fdi e Fi ribadiscono di essere a favore.

 

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