Ferrovie in Russia? Storia di primati su primati, di record su record e dove le parole ‘transportnaya zabastovka’ (sciopero dei trasporti) per i cittadini prima sovietici e poi russi non vanno oltre alla pura conoscenza linguistica. Il comune denominatore è pulizia, sicurezza, puntualità e garanzia del collegamento, il surplus – in base al treno – sono lusso, raffinatezza, comodità, accoglienza e velocità. Le locomotive rosse o azzurre con i tre fanali accesi che si trascinando anche oltre venti carrozze nel cuore della taiga siberiana nel mezzo di una bufera di neve, non sono descritte solo nei libri ingialliti di epoca sovietica, ma sono suggestive ed affascinanti immagini-cartolina di oggi.
Sotto l’acronimo RZD – Rossijskie zeleznye dorogi, ‘strade ferrate della Russia’ – la rete ferroviaria è una diramazione nella diramazione indispensabile per le persone e per le merci. Il treno resta il mezzo più economico e, da queste parti, non c’è nessun timore o preoccupazione per i passeggeri se il viaggio dura, sei, dodici ore, o tre giorni come viaggiare dal gelo di Murmansk fino al mare di Sochi sul mar Nero. Dalla Kamchatka alla Chukotka fino alla terra dei Nenets, ci sono ancora territori dove la ferrovia non esiste e l’unico mezzo di collegamento è l’aereo.
Se la madre di tutte le ferrovie si chiama ‘Transiberiana’ – i treni partono dalla stazione Jaroslavskij e raggiungono Vladivostok sulle rive dell’oceano Pacifico dopo 9.289 chilometri –, molto importanti sono la ‘Transmongolica’ e la ‘BAM’. La prima taglia a Ulan Ude, la città dove si trova il monumento più grande del mondo in onore a Lenin, attraversa la steppa mongola, arriva a Ulan Bator e termina a Pechino. La seconda è la ferrovia Bajkal-Amur (4.287 km) che corre a nord della Transiberiana ed è stato il progetto più sofferto (soprattutto a livello di perdite umane per chi operava a -50 gradi) e più costoso dell’Unione Sovietica. La costruzione era iniziata sotto Stalin nel 1932 e ultimata solo nel 1989.
Del grande progetto voluto da Stalin, la ‘ferrovia transpolare’, restano solo binari arrugginiti e una vecchia locomotiva-monumento a Salekhard. Spezzato per sempre il sogno di collegare Igarka, ad oggi ci sono treni passeggeri che arrivano fino a Labytnangi e alla sperduta Vorkuta.
Famoso per la sua eleganza e raffinatezza il gioiello delle ferrovie russe che nel 2031 compirà 100 anni di attività è la ‘Krasnaya Strela’ (freccia rossa), treno notturno che collega Mosca e San Pietroburgo. Ed è già certo che nel 2028 sarà operativa la prima vera linea superveloce Mosca – San Pietroburgo per i treni ‘HSR-1’ e che copriranno la distanza di 635 chilometri in 2 ore 15 minuti con due fermate, Tver e Veliky Novgorod. Attualmente le due più importanti città sono collegate dal comodo e comunque veloce ‘Sapsan’ in poco più di quattro ore. Con il vecchio e caro elettrotreno ribattezzato ‘Elektrichka’ che sferraglia per servire il trasporto locale, una dozzina di anni fa sono stati introdotti prima lo ‘Strizh’ (arrivava fino a Berlino!) e poco dopo la ‘Lastochka’.
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Pensare che un tempo, non poi così tanto lontano (febbraio 2020), c’era ancora un treno con materiale rotabile marchiato RZD ribattezzato ‘Riviera Express’ che collegava Nizza con la capitale russa (stazione Belorusskij). Nell’estate del 1914, poco prima che tuonassero i cannoni, veniva effettuato l’ultimo viaggio dell’‘Espresso dello Zar’ che collegava la capitale dell’Impero russo, San Pietroburgo, alla cittadina termale di Merano in Alto Adige divenuta celebre alla fine dell’Ottocento grazie ai soggiorni dell’imperatrice Elisabetta d’Austria. Fino ad una ventina d’anni fa esistevano vetture che collegavano Roma Termini con ‘Москва’.