“Un attacco israeliano ha preso di mira l’area di Mazzé a Damasco”, ha dichiarato l’agenzia di stampa Sana, citando informazioni preliminari e pubblicando un video di una strada che si riempie di fumo grigio. Nelle ultime settimane, questo quartiere è già stato colpito da bombardamenti imputati a Israele. A Baalbeck in Libano nove persone sono state uccise durante l’attacco israeliano nel quartiere di Al-Shaab e altre cinque sono rimaste ferite: lo riferisce L’Orient Le Jour. Le squadre della Protezione Civile sono ancora al lavoro per rimuovere le macerie.
Ron Dermer, ministro degli affari strategici di Netanyahu, è stato domenica scorsa a Mar-a-Lago, residenza di Trump in attesa di Casa Bianca, prima tappa del suo tour negli Stati Uniti, e ha detto a Donald Trump e Jared Kushner che Israele si sta affrettando a promuovere un accordo di cessate il fuoco in Libano. Lo riferisce il Washington Post, che cita tre attuali ed ex funzionari israeliani informati sull’incontro. L’obiettivo di Israele sarebbe garantire una rapida vittoria in politica estera al presidente eletto. “C’è un accordo sul fatto che Israele regalerebbe qualcosa a Trump… che a gennaio ci sarà un accordo sul Libano”, ha detto un funzionario israeliano.
Le forze armate israeliane hanno compiuto almeno un attacco aereo sulla periferia sud di Beirut, poco dopo aver lanciato un ordine di evacuazione immediata alla popolazione. Lo ha constatato l’Afp, citando l’AfpTv, che mostra immagini di una nuvola di fumo. Da martedì almeno 6 ondate di raid aerei hanno colpito, con le strutture Hezbollah nel mirino, la periferia sud della capitale libanese. “Vi trovate vicini a installazioni e strutture di Hezbollah, contro le quali l’Idf compirà operazioni nel prossimo futuro”, ha detto un portavoce dell’esercito, invitando gli abitanti di Chouaifat al-Omrousiya e al-Ghobeiry, nel sud della capitale libanese, a evacuare “immediatamente”.
L’Idf ha sfollato il 90 percento della popolazione palestinese, rivendicando la «Nakba di Gaza». Rapporto di Human Rights Watch, dal titolo emblematico: «Senza speranza, affamati e assediati: lo sfollamento forzato dei palestinesi a Gaza da parte di Israele», denuncia Enrica Muraglie sul manifesto. 184 ordini di evacuazione, immagini satellitari, video e fotografie dimostrano la distruzione diffusa che Israele ha agito a Gaza negli ultimi 13 mesi. Insieme a gravi errori nel sistema di evacuazione e a numerosi attacchi alle zone designate come «sicure».
La Convenzione di Ginevra stabilisce che i civili devono essere «evacuati in sicurezza», il rapporto di Hrw prova che le modalità con cui Israele ha sfollato la popolazione palestinese, dagli inizi dell’invasione, ha messo in pericolo di vita e spesso ucciso, piuttosto che proteggere. Decine di ordini emessi online durante i periodi di blackout totale, alcuni annunciati mentre i bombardamenti erano in corso o già iniziati da ore.
Avi Dichter, ministro israeliano dell’agricoltura e sicurezza alimentare: «Stiamo eseguendo la Nakba di Gaza dove «non c’è e non ci sarà alcun ritorno». E se il diritto internazionale umanitario stabilisce che deve essere permesso di tornare alle loro case, il rapporto di Hrw dimostra che per l’80 percento dei palestinesi non sarà possibile farlo. Mentre la Banca mondiale ha stimato che a gennaio 2024 oltre il 60 percento degli edifici residenziali e l’80 percento delle strutture commerciali sono stati danneggiati o completamente distrutti.
Oltre il 93 percento delle scuole e tutte le università di Gaza sono state distrutte o danneggiate, Il programma delle Nazioni unite per l’ambiente denuncia ’ecocidio in corso a Gaza: inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria, danni irreversibili agli ecosistemi naturali. Frutteti, campi e serre rasi al suolo. Distrutta anche la maggior parte delle infrastrutture idriche, energetiche e di trasporto della Striscia.
A luglio, l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha registrato più di mille attacchi a strutture sanitarie nei Territori palestinesi occupati dal 7 ottobre 2023 e ha rilevato che non ci sono più ospedali funzionanti nella città più meridionale di Rafah. Oggi i palestinesi sfollati sono 1,9 milioni, il 90 percento del totale. Quelli ancora vivi.