I rompighiaccio consentono di tenere aperto il famoso passaggio a Nord-Est per in transito delle, ma forniscono assistenza ad altre imbarcazioni, contribuiscono alle missioni di ricerca nelle regioni polari e trasportano facoltosi turisti vogliosi di raggiungere, spendendo anche 50mila euro, il Polo Nord. Sin dai tempi dell’Unione Sovietica i rompighiaccio hanno fatto parte del progetto di sviluppo diventando, nei decenni, sempre più sofisticati, performanti, belli da vedere, e soprattutto potenti.
Rompighiaccio, ma non nucleare fu il ‘Krassin’, noto all’Italia per essere stato impegnato nel recupero dei sopravvissuti dell’equipaggio del dirigibile ‘Italia’ comandato dal generale Umberto Nobile schiantatosi sul puck al ritorno dal Polo nel 1928.
A dare il là alla produzione dei ‘bestioni del mare’ con il supporto del nucleare, fu a metà degli anni ’50 l’allora leader dell’Urss, Nikita Krusciov. Il primo rompighiaccio a propulsione nucleare al mondo, varato nel 1957, venne ribattezzato ‘Lenin’ per onorare il padre dell’Urss e ora, adibito ad interessante museo, è ormeggiato al porto di Murmansk.
Il programma dei rompighiaccio proseguì. Dal cantiere navale del Baltic Shipyard in quella che un tempo si chiamava Leningrado, vennero varati ‘ledokol’ che hanno poi scritto la storia della navigazione polare mondiale. Le caratteristiche dell’‘Arktika’ consentirono di farla diventare la prima nave di superficie capace di raggiungere i 90 gradi del Polo Nord (il 17 agosto 1977). Seguirono il ‘Sibir’, il ‘Rossiya’ – fu il primo ad ospitare a bordo cittadini non appartenenti al blocco comunista (accadde nel 1990 con 40 tedeschi occidentali) – e i sempre più potenti e veloci ‘Sovetskiy Soyuz’ (‘Unione Sovietica’), ‘Jamal’ (ancora in servizio) e il ‘50 let Pobedy’ (‘50° anniversario della vittoria’ – ancora in servizio). Quest’ultimi tre, caratteristici per avere lo scafo nero e la parte superiore rossa, hanno trasportato migliaia di turisti salpati dalla base di Atomflot – durante l’Urss era la segreta Base 92 – alla periferia di Murmansk.
Dopo un rallentamento nella produzione dovuta alla ricerca per sviluppare una nuova concezione di rompighiaccio, dal 2020 i cantieri di San Pietroburgo, non distante alla nave-museo ‘Krassin’, costruirono imbarcazioni nucleari della classe ‘LK-60Ja’ (nota come Progetto 22220 Arktika). Rimasta invariata l’autonomia di navigazione di 220 giorni, le tonnellate sono state aumentate a 33.540 (la precedente classe non superava le 25.000), la lunghezza da 148 a 173, l’altezza da 11 a 15 metri e la velocità aumentata da 20 a 22 nodi (40,7 chilometri orari).
È notizia di questi giorni il varo del rompighiaccio nucleare ribattezzato ‘Chukotka’ per ricordare che l’omonimo circondario autonomo nell’estremo oriente russo, lontano nove fusi orari da Mosca, non è poi così dimenticato. Lo scafo di colore blu è in mare, ora sarà completato in acqua: la messa in servizio è prevista per l’autunno del 2026. Il ‘Chukotka’ avrà i colori dei precedenti della stessa classe, ‘Arktika’, ‘Sibir’, ‘Ural’ e ‘Yakutiya’. Si tratta di imbarcazioni col marchio ‘Rosatomflot’ che possono procedere sfondando/rompendo il puck con uno spessore anche di tre metri.
Negli ultimi 10 anni il traffico merci lungo la Rotta del Mare del Nord (NSR) è aumentato di quasi dieci volte e stabilisce ogni anno nuovi record. Nel 2024 sono già state trasportate più di 3 milioni di tonnellate di merci, ovvero il 40% in più rispetto allo scorso anno.
La rotta marittima NSR inizia amministrativamente al confine tra i mari di Barents e Kara e termina nello stretto di Bering (Capo Dezhnev a meno di 100 km dagli Stati Uniti) ed è lunga 5.600 chilometri. La NSR attraversa i mari dell’oceano Artico (Kara, Laptev, Siberia orientale, Chukotka) e serve i porti dell’Artico e i principali fiumi della Siberia. Nelle acque della Rotta del Mare del Nord si trovano attualmente sei grandi porti marittimi, Sabetta, Dikson, Dudinka, Khatanga Tiksi e Pevek.
La Russia, però, non si ferma e anche in questo campo guarda al futuro. È già in essere il Progetto 10510 ‘Leader’. Il primo rompighiaccio nucleare della nuova era è in fase di costruzione nello stabilimento Zvezda (San Pietroburgo) e si chiamerà ‘Rossiya’: a differenza di tutte le navi precedenti avrà la prua completamente chiusa. Tra le tante caratteristiche ha quella di avanzare quando i ghiacci, cambiamenti climatici permettendo, hanno uno spessore di quattro metri.