La fine di tutte le guerre promessa da Trump

Il prossimo presidente americano promette di fermare subito il conflitto fra Russia e Ucraina. Sul Medio Oriente del suo amico Natanyahu per il momento tace. Kiev fa buon viso a cattivo gioco, con grandi timori sul futuro degli aiuti economici e militari. Il Cremlino non esulta per evitare imbarazzi, e fino all’insediamento del nuovo presidente, l’esercito di Putin continuerà ad avanzare il più possibile, a prendersi più confini di un ‘cessate il fuoco’.
Tra i mille timori e misteri della prossima presidenza Trump, l’attualità irrisolta delle guerre in corso.

Per l’Ucraina la vittoria di Trump non è una buona notizia

Probabilmente per nessun paese come per l’Ucraina queste elezioni sono state davvero cruciali, la premessa all’analisi dell’Ispi, studi di politica internazionale. L’Ucraina dipende totalmente dagli aiuti occidentali e statunitensi in particolare, soprattutto per il budget della difesa. Secondo i dati del SIPRI, Kiev è ormai ottava al mondo per spese militari. La sua spesa militare è aumentata del 51% nel 2023, con 64,8 miliardi di dollari, di cui oltre la metà (35 miliardi) vengono da donatori occidentali. Di quei 35 miliardi di dollari, oltre 25 sono donazioni americane. Diventa evidente, dunque, quanto lo sforzo bellico ucraino sia dipendente dagli aiuti americani e, di conseguenza, quanto l’elezione di Trump metta Kiev in agitazione.

Trump e la fine della guerra in 24 ore

Sparate elettorali a parte, l’elezione di Trump apre diversi scenari non positivi per la leadership ucraina. Trump ha più volte messo in dubbio il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina, affermando che l’Europa dovrebbe farsi maggior carico nel sostenere Kiev contro l’invasione russa, e ha gettato ombre sul futuro della NATO. Soluzione rapida: secondo gli analisti il piano di pace di Trump non può non prevedere cessioni territoriali a Putin. Un sondaggio dell’Istituto di Sociologia di Kiev, ha rilevato che il 32% degli intervistati accetterebbe qualche forma di concessione territoriale. Ma il Cremlino oltre la Crimea, vuole le quattro regioni annesse tramite referendum nel 2022 e ora quasi totalmente conquistate militarmente.

L’ansia di Zelensky: pace sulla linea sul fronte attuale

Zelensky si congratula con Trump. “Apprezzo l’impegno del presidente Trump per l’approccio ‘pace attraverso la forza’ negli affari globali. Questo è il principio che può avvicinare la pace giusta in Ucraina. Spero lo metteremo in pratica insieme”. Pace giusta da concordare! Molto difficile da ottenere per l’HuffPost. La prospettiva più probabile è quella che Kiev teme di più: un congelamento del conflitto tirando la linea lungo il fronte attuale. In questo modo le armi verrebbero messe a tacere, ma i russi rimarrebbero nei territori occupati mangiandosi la parte di Ucraina che si affaccia sul Mar d’Azov, il Donbass. Mentre grossa parte di aiuti di Biden non è ancora arrivata.

Medio Oriente e l’amico ‘Bibi’: Fulvio Scaglione

«Trump si presenta come il presidente che vuole concentrarsi sui problemi interni degli Usa e che, non ha fatto e non vuole fare guerre. Premessa affascinante ma impegnativa. Per mantenerla, Trump dovrà trovare una soluzione negoziale per la guerra russa in Ucraina senza mortificare le sofferenze e le esigenze di sicurezza degli ucraini. E placare la furia di Benjamin Netanyahu che, non a caso, ha approfittato della notte del voto per liberarsi del ministro della Difesa Gallant, l’uomo che teneva i contatti con la Casa Bianca. Netanyahu che a Trump deve molto, se ricordiamo gli Accordi di Abramo e il Piano per il Medio Oriente varati nel 2020, con l’annessione a Israele delle Alture del Golan e di Gerusalemme Est e uno Stato palestinese previsto ma ridotto a sottoscala dei voleri israeliani».

Riunioni di emergenza in Europa

I 47 paesi della ‘Comunità politica europea’, velleitaria struttura che riunisce paesi Ue e non Ue (escluse Russia e Bielorussia), oggi a Budapest. Principale tema di discussione, il ritorno di Trump per la sicurezza e la stabilità in Europa di fronte a un disimpegno Usa nell’aiuto all’Ucraina. Già ieri un affannato incontro a Parigi tra i ministri della difesa di Francia e Germania. L’Europa ha un cattivo ricordo del primo mandato di Trump e ora la situazione è peggiore: allora c’era Angela Merkel e un’illusione di stabilità, mentre adesso la Ue è più debole, denuncia Anna Maria Merlo sul Manifesto. Con i due principali paesi, Germania e Francia, in crisi profonde. E opinioni sulla crisi Ucraina sempre più diversificate.

Le guerre di Trump saranno sul fronte dei dazi

Ma il fronte della tensione Ue-Trump più probabile sarà economico. Trump ha definito la Ue «una mini Cina» e minaccia un aumento dei dazi sull’import dall’Europa del 10%, per «riequilibrare» la bilancia commerciale che è a favore di Bruxelles. E l’Ue corre il rischio di un “si salvi chi può” che mette in concorrenza gli stati membri, soprattutto quando si diffonde la crisi del settore auto, con Volkwagen e Michelin che chiudono fabbriche in Germania e Francia.

Trump ha detto chiaramente che colpirà l’import di auto e al tempo stesso favorirà chi apre industrie negli Usa. E la minaccia di aumento dei dazi fino a un più 60% per il made in China rischia di veder riversarsi sui mercati europei il surplus della produzione cinese.

Tags: Guerre Trump
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