Ricevuto il riconoscimento ufficiale di Paese candidato all’Unione europea, a fine 2023, La Giorgia inciampa nella sua politica interna, E non è sempre detto che troppa destra porta ad occidente. ‘Sogno georgiano’, il partito al governo fondato dal miliardario Bidzina Ivanishvili nel 2012, sta suscitando le preoccupazioni di molti osservatori internazionali, per alcune leggi che ne disegnano la democrazia come viene localmente interpretata da una consistente parte del Paese.
Prima, la legge “sugli agenti stranieri” dello scorso maggio 2024 (con quello che stiamo scrivendo noi già saremmo candidati alla galera), oltre alla più recente legge contro la “propaganda LGBTQ+”. Le scelte di orientamento sessuale che da personali diventano di Stato. Leggi che hanno creato moltissime polemiche interne, segnando un’inattesa svolta autoritaria per il Paese, che potrebbero interrompere il già discusso processo di avvicinamento all’UE. Quali le ragioni di questa inversione di rotta della Georgia? Come per la Moldavia, ancheil Paese caucasico vive una situazione politica in bilico, “sospesa” tra Occidente e Russia, ma per Diana Mihaylova, su InsideOver, addirittura più complessa.
Lo scorso maggio il Parlamento georgiano ha approvato una legge sulla “trasparenza nell’ingerenza estera”, subito denominata informalmente legge “sugli agenti stranieri”, col nome della legge fotocopia già in vigore in Russia dal 2012. Il provvedimento prevede che tutti gli enti, Ong, società e media georgiani che ricevono più del 20% di fondi dall’estero, debbano dichiararsi e sottoporsi al controllo ‘contabile’ e non solo, delle autorità, come già avviene in Russia. Per questo da maggio a Tbilisi, così come in molte altre città georgiane, si sono verificate massicce proteste, l’ultima domenica 20 ottobre, praticamente vigilia elettorale.
Ooi la più recente legge contro la “propaganda delle relazioni omosessuali e dell’incesto” (miscuglio malizioso tra libera scelta sessuale consenziente e l’incesto reato universale), legge approvata a inizio ottobre, anche in questo caso ispirata a una legge già presente in Russia, un po’ meglio scrittqa, che prevede numerose restrizioni di rappresentanza della comunità LGBTQ+. Entrambe le leggi sono state proposte da ‘Sogno georgiano’, partito guidato dall’ex primo ministro Irakli Gharibashvili, nonostante la contrarietà della presidente filooccidentale Salome Zourabichivili, che aveva rifiutato di firmarle, considerata come leader dell’opposizione liberale.
Salome Zourabichivili, scrittrice e politica francese, naturalizzata georgiana, è la prima Presidente donna della Georgia e in passato era anche stata sostenuta politicamente da ‘Sogno georgiano’. Tuttavia negli ultimi anni, e in particolar modo dopo le due controverse leggi citate, è diventata la prima promotrice dell’adesione all’Unione Europea, tanto che, lo scorso 19 ottobre, nel corso di un incontro con Pawel Herichinski, diplomatico polacco e ambasciatore dell’UE in Georgia, a proposito delle elezioni del 26 ottobre ha dichiarato: “Ho profonda fiducia nel fatto che i nostri partner [europei] ci stanno accanto; ciò è confermato dalle recenti dichiarazioni di Bruxelles e del Consiglio dell’Unione europea”, oltre aver parlato anche di una “volontà incrollabile” per la Georgia di “ritornare in Europa”.
A febbraio il governo ha proclamato una riduzione dei tassi di interesse per oltre 150.000 pensionati che avevano ricevuto prestitia tassi più elevati. Ad aprile il parlamento aumenta le pensioni da 560 a 1.000 lari (un euro sono circa 3 lari) per le forze dell’ordine. Lo stesso mese il governo ha deciso di rinunciare alle passività fiscali sostenute e non pagate prima del 1° gennaio 2021, una misura che ha interessato circa 145.000 contribuenti. A giugno primo ministro ha annunciato che 1.855 individui e 38 società sarebbero state esentate dalle sanzioni imposte durante la pandemia di COVID-19. A settembre, il parlamento ha promulgato un’amnistia per un’ampia gamma di condannati.
Domenica scorsa migliaia di georgiani, avvolti da bandiere dell’UE, si sono riuniti nella centrale Piazza della Libertà di Tbilisi, per sostenere Zourabichivili e l’opposizione filo-occidentale, costituita dalla coalizione del ‘Movimento Nazionale Unito’, che nelle elezioni del 26 ottobre sfiderà Sogno georgiano. Tuttavia, ‘Sogno georgiano’, al potere dal 2020 dopo aver vinto le elezioni parlamentari per la terza volta, non sembra un avversario facile da battere e, secondi alcuni osservatori, potrebbe portare il Paese ad un avvicinamento alla Russia, soprattutto su spinta del fondatore del partito Bidzine Ivanishivili, che sarebbe vicino a Mosca.
Sebbene negli anni passati Ivanishivili avesse infatti espresso idee più centriste e una volontà di cooperare con l’UE, dopo la crisi del Nagorno Karabakh e il proseguimento infinito del conflitto in Ucraina, Paesi e crisi entrambi geograficamente vicine alla Georgia, si è recentemente spostato su posizioni decisamente più autoritarie. Per queste ragioni, i rapporti della Georgia con Bruxelles nel 2024 si sono fatti sempre più gelidi e c’è moltissimo fermento in vista delle elezioni del 26 ottobre, che saranno cruciali, poiché l’equilibrio politico della Georgia, ancora più che in Moldavia, appare molto precario.