«La natura remota e impervia del territorio rende l’area particolarmente difficile da controllare, ma di enorme importanza strategica per le due potenze asiatiche, sia dal punto di vista della sicurezza nazionale sia per il controllo delle risorse idriche e delle rotte commerciali regionali», spiega Giuseppe Gagliano. Parliamo di interessi contrapposti tra le due superpotenze asiatiche India e Cina. Ma cosa ‘avevano’ di tanto difficile da ‘scalare’ le due diplomazie?
La Crisi sino-indiana per i territori di confine è una disputa territoriale su diverse aree limitrofe, come l’Aksai Chin e l’Arunachal Pradesh, per oltre 120.000 km² nella regione del Kashmir. Tutto ha origine dal cosiddetto ‘Grande gioco’, quando Regno Unito e Impero russo si contendevano l’egemonia sull’Asia: il Tibet, infatti, aveva fatto ampie concessioni territoriali all’India britannica. La Cina, non riconosce la validità di tali cessioni e rivendica la sovranità su tutto il Tibet. Contemporaneamente all’indipendenza di India e Pakistan del 1947, scoppiò un conflitto per il controllo del Kashmir, finito con una ‘linea di controllo’ che divideva in due la regione.
Dal punto di vista indiano, l’accordo potrebbe permettere a Nuova Delhi di allentare la pressione militare lungo il confine, pur mantenendo il controllo sulle proprie posizioni strategiche nel Ladakh e altre sue aree critiche. Il coinvolgimento cinese è più orientato a consolidare la sua influenza nella regione, senza mai rinunciare all’Arunachal Pradesh, territorio che Pechino considera parte del Tibet.
Dal punto di vista geopolitico, la situazione riflette la competizione per l’egemonia regionale tra le due potenze emergenti, reduci dal BRICS russo dei Kazan. L’India, con il suo allineamento strategico con gli Stati Uniti e i Paesi del Quad (Giappone, Australia e USA), un po’ ma non troppo, con la Cina come avversario strategico su spinta occidentale, non solo nel contesto del confine himalayano, ma anche nell’Oceano Indiano e nel Sud-Est asiatico. Pechino che rafforza la sua presenza nella regione attraverso l’espansione della ‘Nuova via della seta’ e il rafforzamento dei legami militari con il Pakistan, storico rivale dell’India.
Questo accordo, non risolve le questioni più profonde riguardanti la rivalità strategica e la diffidenza reciproca tra i due Paesi ma è segnale politico di grande rilievo. Dal punto di vista strategico-militare, la crescita sostanziale dell’accordo dipenderà molto dal coordinamento sul campo tra le forze armate di entrambi i Paesi, un aspetto che potrebbe rivelarsi complesso data la lunga storia di sfiducia e di scontri violenti lungo la ‘Linea di Controllo Effettivo’
L’area rimane comunque altamente militarizzata, con la possibilità che piccole scaramucce che possono degenerare in scontri più ampi. Fondamentale l’evoluzione delle relazioni tra i due Paesi, nel crescente protagonismo della Cina nel contesto BRICS e delle sfide economiche e politiche che l’India si troverà ad affrontare nella necessità di mantenere una posizione ferma lungo i suoi confini settentrionali. Un avanzamento nel dialogo diplomatico, ma la competizione strategica tra India e Cina rimane irrisolta.