
I confronti storici, riconosce il cronista, hanno una utilità limitata: quel che è certo, però, è che le bizzarrie di Trump (non ancora il cavallo fatto senatore), sono diventate tema di discussione in queste battute finali della campagna elettorale americana perché fanno pensare a un profondo declino cognitivo del candidato il sospetto pesante. Cattiverie elettorali avversarie? Certo i Dem, dopo tanto Biden subito, godono, ma i fatti a colpire sono pubblici. Quattro solo negli ultimi dieci giorni.
Uno: l’ex presidente ha cancellato tutte le interviste televisive, uno strumento essenziale negli ultimi venti giorni prima del voto (in realtà in parecchi Stati si sta già votando anticipatamente).
Due: qualche giorno fa Trump è stato intervistato dal caporedattore di Bloomberg, John Micklethwait, che gli ha chiesto se Google dovrebbe essere soggetta alla legislazione antitrust e spezzettata d’autorità per limitare il suo potere di mercato. Trump ha risposto che i democratici stavano compiendo dei brogli elettorali in Virginia. Quando Micklethwait ha ripetuto la domanda, Trump ha risposto che “Google has been very bad with me”, è stato molto cattivo con me, e poi ha cambiato argomento.
Tre: martedì, durante un comizio a Oaks, in Pennsylvania (lo Stato da cui dipende la vittoria o la sconfitta dei due candidati) ha usato gli ultimi 40 minuti del meeting facendo suonare i suoi brani preferiti e ondeggiando al ritmo della musica invece di parlare.
Quattro: giovedì, è rimasto a camminare nervosamente sul palco per 20 minuti perché i microfoni non funzionavano e poi se n’è andato. Cose che sarebbero bizzarre per chiunque parli in pubblico, ma incredibili per un candidato alla presidenza degli Usa.
L’elenco delle stravaganze non finisce qui: recentemente Trump si è autodefinito «il padre della fecondazione in vitro» di fronte a un pubblico femminile in Georgia (furono Patrick Steptoe e Robert Edwards, quest’ultimo premiato con il Nobel, a metterea punto la tecnica, nel 1978).
Ha definito «un giorno d’amore» il 6 gennaio 2021, quando i suoi scherani diedero l’assalto al Congresso per impedire la certificazione della vittoria di Joe Biden, provocando vari morti e feriti, oltre a 700 condanne tra i responsabili del tentativo insurrezionale.
Tre settimane fa, sempre in Pennsylvania, ha lasciato ammutolita una folla di sostenitori quando chiaramente si è visto che non era più in grado di parlare in modo coerente. Tra le risate della folla. Obama ha commentato: «Ma se vostro nonno si comportasse così non sareste preoccupati?».
Per la verìtà lo stile oratorio di Trump è sempre stato ondivago. I suoi discorsi saltavano spesso ‘di palo in frasca’ anche anni fa. Oggi, però, sono chiaramente sconnessi, privi di un filo logico, inzeppati di attacchi personali, esagerazioni e bugie che sostituiscono il messaggio che dovrebbe trasmettere. L’età ha il suo peso: Trump ha 78 anni e non è più il frizzante uomo di spettacolo che era otto anni fa. Basta guardare i video delle campagne elettorali del 2020 o del 2016 e confrontarli con quelli di quest’anno.
L’energia non c’è più. I discorsi si trascinano, gli ascoltatori sono molti meno e alcuni addirittura se ne vanno prima della fine. I meeting oceanici sono solo un ricordo e sarà interessante vedere, domenica prossima, come Trump se la caverà nel comizio annunciato in gran pompa al Madison Square Garden di New York.
In realtà Trump, spiega Tonello, che non è mai stato un candidato disciplinato capace di martellare gli avversari su uno o due temi politici vantaggiosi per lui, sta completamente ignorando i consigli dei suoi consulenti e, invece di parlare dell’economia e dell’immigrazione, gli argomenti che potrebbero far presa sugli elettori incerti, ripete incessantemente che Kamala Harris è «marxista», attacca furiosamente il «nemico interno» e vaneggia di usare l’esercito contro i suoi nemici politici.
Strategia geografica tutta sbagliata: ha fatto numerosi comizi in California e New York, Stati dove ha zero possibilità di vincere, invece che concentrarsi sugli Stati che potrebbero pendere dalla sua parte come Michigan, Wisconsin, Georgia e Nevada. In Pennsylvania è andato varie volte, ma non basta.
I sondaggi quotidiani che regola e rendono paranoica la politica americana dicono però che il pur svampito o solo stanco Trump, non solo regge ma addirittura, recupera. La media nazionale di tutti i sondaggi di ieri, ad esempio, lo davano in vantaggio abbastanza netto su Harris in Arizona, Nevada, Wisconsin, Michigan, Carolina del Nord e Georgia. Nella più decisivaPensylvania, parliamo di un vantaggio dello zero virgola qualcosa. Cosa vuol dire nel bilancio nazionale e nel complesso sistema presidenziale Usa? Poco più di niente, ma requilibrio tra ottimisti e pessimisti di parte, è una prudenza opportuna che vi dobbiamo.
Trump ha passato da un bel pezzo l’età in cui Caligola fu assassinato (28 anni)., ricorda la storia educatamente omessa all’inizio, – ma gli americani dovrebbero forse preoccuparsi non solo dei suoi annunci di vendette personali se viene rieletto, ma anche di cosa significa avere un presidente con un’incipiente demenza senile. Caligola aveva i suoi pretoriani, non il pulsante rosso per lanciare missili intercontinentali.