Al teatro Dubrovka di Mosca, 22 anni dopo la strage

Mosca è la capitale dove la storia la si può vedere e toccare con mano, anche nei suoi aspetti più tragici e drammatici. A Mosca ci sono le bellezze e i tesori degli zar, le opere degli architetti italiani (San Pietroburgo ne è la culla). Ed è la città che meglio sposa e quello che fu il passato più glorioso dell’Unione Sovietica con il presente, è la città – come del resto tutta la Russia – culla delle più antiche tradizioni, è una città moderna e dalle tante innovazioni.

‘Zolotaya Osen’, autunno del 21 del 23 ottobre 2002

È autunno, l’autunno dorato come si dice da queste parti, la prima nevicata c’è già stata, le temperature sono già quelle frizzanti che portano all’inverno e, tra i tanti ricordi, c’è uno cupo che non si può cancellare, quello terribile, atroce, che costò la vita a 130 persone, 40 terroristi comnpresi: la ‘crisi del teatro Dubrovka’. Meglio, ‘la tragedia Dubrovka’.

Dalle 21 di quel 23 ottobre, tre giorni di speranza e disperazione

Tre giornate di ansia, dei lunghi tentativi di negoziazione, di terrore, di morte. Ventidue anni dopo resta tangibile il ricordo e il dolore per quell’attacco di un commando di 40 terroristi ceceni (tra esse molte donne, coperte in volto con cinture esplosive), armati di fucili che fecero irruzione nella sala – c’erano circa 850 persone – ed iniziarono a sparare.

Giornate infinite tra speranze e disillusioni

Seguirono giornate infinite, tra richieste da parte degli aggressori fedeli al movimento separatista islamista in Cecenia, che volevano l’immediato ritiro delle forze russe dalla repubblica caucasica, e tentativi di negoziazione. Alcuni ostaggi vennero liberati col contagocce, alcuni scapparono con le mani alzate, poi il complicato e tragico intervento risolutivo delle forze speciali russe. I soccorsi, il recupero delle salme, le identificazioni, i feriti, la disperazione dei parenti.

Fermata  Proletarskaja

Per ritornare in quel luogo che ventidue anni fa tenne incollati davanti al piccolo schermo milioni di persone, si scende alla fermata Proletarskaja: l’omonima Dubrovka è più a sud, vicino ad un grande centro commerciale.

Allora lo spettacolo ‘Nord-Ost’

Delle vittime del teatro Dubrovka che andarono ad assistere lo spettacolo ‘Nord-Ost’, su piazza lungo la Dubrovskaya ulitsa che fa angolo con ulitsa Melnikova, ci sono tre siti che le ricordano. Una camminata di pochi minuti e sulla sinistra si viene attratti da una stele di cemento sormontata da tre cicogne in metallo che spiccano il volo. Sotto, su un blocco di granito è scolpita una frase in russo, “in memoria delle vittime del terrorismo” con accanto alcuni peluche in ricordo dei dieci bambini morti. A pochi passi, di fronte, la chiesa in onore ai santi Metodio e Cirillo in memoria delle vittime dell’attacco terroristico al teatro inaugurata il 29 aprile del 2011.

Patriarca Cirillo

Il 13 dicembre 2015, Sua Santità, il Patriarca Cirillo di Mosca e di tutta la Rus’ ha celebrato il rito della grande consacrazione della chiesa. I parrocchiani raccolgono regolarmente vestiti e cibo per i senzatetto e, su richiesta, forniscono assistenza a chi ne ha bisogno. Una signora anziana ricorda quei giorni, “ho seguito tutto dalla finestra della mia casa, è stato terribile…”.

‘na Melnikova’

Sulla piazza antistante il teatro, all’esterno rimasto lo stesso di allora ma ribattezzato ‘na Melnikova’ dove in questi giorni va di scena lo spettacolo musicale ‘Notre Dame de Paris’, non c’è più il grande parcheggio ma, a lato, solo alcuni posti auto. Avvicinandosi, sulla destra c’è un palazzo di epoca sovietica ora dismesso, e l’ingresso ricorda quello delle immagini irradiata in mondovisione ventidue anni fa.

Sulla sinistra una stele che riporta in bassorilievo i nomi delle vittime: ogni anno il 26 ottobre viene recitato il requiem, data lettura delle 130 persone decedute, deposti fiori e lumini, e lanciati in cielo altrettanti palloncini bianchi. Alla commemorazione partecipano non solo i famigliari delle vittime, ma anche i superstiti del sequestro.

 

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