«Milton è il secondo uragano a colpire il Golfo in meno di due settimane e come già il precedente, Helene, la sua forza distruttiva è stata moltiplicata da un ciclone di disinformazione», la premessa di Luca Celada, che sul Manifesto generalmente si occupa più di politica che di uragani. Ma in questo caso, è la professionalità che serve. La prima tempesta -Helene-, era atterrata sulla stessa costa, ma ha provocato i danni peggiori per le inondazioni negli stati del sud est. Particolarmente colpite sono state Georgia, North Carolina e Tennessee e le zone rurali dell’Appalachia, dove ad oggi le vittime dell’alluvione sono oltre 200.
Ma il disastro è stato aggravato dal flagello di una campagna elettorale mai così disonesta. In particolare, la tragedia è stata prontamente strumentalizzata da Donald Trump mentre era ancora in corso, mentre Elon Musk con X amplificava fingendo informazione.
L’ex presidente, che nel 2017 aveva visitato il Portorico prostrato dopo l’uragano Maria, e, davanti alle telecamere aveva lanciato rotoli di carta assorbente alla folla, adesso definisce «patetica e incompetente» la risposta del governo che ha specificamente accusato di colpevole negligenza nei confronti di popolazioni di fede repubblicana. Solo quelle a voto accertato, e non i ‘cittadini’ e basta, che potevano anche votare democratico e quindi era meglio affogassero prima.
Trump ed il suo vice, JD Vance, hanno quindi rincarato la dose affermando che Biden rifiutava le richieste di aiuto delle autorità locali. Pur smentito da diversi governatori repubblicani che hanno parlato di assistenza apprezzata, ha infine calato l’immancabile carta sovranista ed identitaria, attribuendo la presunta incapacità di aiuti ad una ‘distorsione di risorse’ a favore di immigrati clandestini (ospitati, ovviamente, nei mitologici alberghi di lusso, mentre onesti cittadini americani annaspavano nei flutti).
La narrazione è stata prontamente amplificata da Elon Musk su X, l’ex Twitter oramai megafono full-time di allarmismo xenofobo sull’usurpazione ad opera di immigrati clandestini. Con variazioni sul tema. Durente Helene, Musk ha sposato la variante di ‘sostituzione etnica’, denunciando inoltre il presunto ostruzionismo statale al soccorso della sua azienda Space X. «Incredibile – ha postato il magnate – Fema (la protezione civile, ndr) non solo ha fallito la missione, ma blocca i cittadini che vogliono aiutare!». Il, governo, secondo Musk, aveva chiuso lo spazio aereo del North Carolina per interdire soccorsi di velivoli privati. (In seguito Musk ha ignorato la smentita del ministro dei trasporti, Pete Buttigieg, annunciando invece «un mese di internet gratis» per i clienti alluvionati di Starlink.)
Intanto, mentre Biden e Harris, nei primi giorni, affermavano di «voler lasciar lavorare i soccorritori», Trump, è volato in Georgia con imponente seguito di sicurezza Secret service incontrandosi con personale addetto e alluvionati selezionati per una ‘photo-op’ riciclabile in pamphlet elettorali. Pur aspramente criticate dallo stesso Biden come «irresponsabili», le boutade hanno messo sulla difensiva il governo e la campagna di Kamala Harris, obbligati a rispondere e difendersi dal crescendo di false accuse, in una classica dinamica maccartista (questa settimana esce in ‘America The Apprentice’, sulle lezioni impartite a Trump negli anni 70 da Roy Cohn, braccio destro del senatore McCarthy).
I casi Milton ed Helene hanno dimostrato come la polemica politica sia del tutto estranea alla realtà, denuncia ancora Celada. Sui social ed in rete infatti è piovuto un tripudio di «iconografia sintetica», raffigurante ad esempio una bambina inzuppata che in lacrime stringe un cucciolo bagnato (didascalia: «abbandonata dallo Stato»). Foto da Pulitzer, se non fosse stata prodotta con l’intelligenza artificiale, al pari di quella di un Trump in tenuta da soccorritore che assiste una vittima con piglio social-realista. «Ma non hai nemmeno un briciolo di empatia?» è stata la risposta di Harris, intervistata martedì.
Il diluvio di falsità ha costretto la Fema a creare un apposito sito anti-disinformazione, mentre la Casa bianca ha aperto un canale Reddit per identificare e smentire le bufale.
«Una battaglia perduta, o quantomeno di retroguardia –avverte sconsolato Luca Celada-, dato che intanto portavoce trumpisti, come Marjorie Taylor Greene, sono passati oltre, insinuando una mano democratica nel ‘generare artificialmente le perturbazioni’ per indirizzarle verso regioni repubblicane del paese».