L’accordo, certo, è una resa dei conti col passato coloniale britannico. Quasi come quella che, 27 anni fa, vedeva Hong Kong tornare alla Cina. Le autorità di Port Luis hanno ottenuto la restituzione delle terre, ex colonie britanniche, che si era vista “strappare” mentre percorreva la strada verso l’indipendenza. Il Regno Unito, allora ancora impero, aveva già intuito l’importanza strategica di quel pugno di isole così, prima che Mauritius diventasse repubblica, se le intestò. Allora si poteva fare, ad alcune superpotenze ancora insistono a farlo. O almeno, a provarci.
Londra ha ceduto a Mauritius i territori di Chagos ma ha mantenuto per 99 anni il controllo di Diego Garcia, l’isola principale dell’arcipelago, dove ha sede una base militare condivisa, seppure in posizione subalterna, con gli Stati Uniti. Non una base qualunque: si tratta di quella che, a Oriente, in un angolo di Oceano a metà strada tra l’Europa, l’India e la Cina, fa da casa ai bombardieri statunitensi. E’ da questa base, costruita tra gli anni ’60 e ’70 sulla terra degli indigeni costretti a sgombrare, che si sono levati in volo anche i B-52, le cosiddette “Fortezze Stratosferiche”, che fecero piovere ordigni sull’Afghanistan e sull’Iraq e che sono gli “aerei strategici” Usa per il trasporto delle atomiche.
Il governo di Keir Starmer ha presentato l’intesa come un grande successo che metterebbe al sicuro, a lungo termine, le attività militari (soprattutto americane) a Diego Garcia. “E’ così esclusa – sostiene il ministro degli Esteri britannico, David Lammy – la possibilità che l’Oceano Indiano venga utilizzato come pericolosa rotta d’immigrazione illegale”. Immigrazione di flotte cinesi? Ovvio il plauso del presidente americano Joe Biden che ha sottolineato “la raggiungibilità di intese importanti attraverso diplomazia e partnership”. Con tutti meno che con Israele? E con un bel po’ di ipocrisia, “La sovranità di Diego Garcia, ‘fondamentale per la sicurezza nazionale, regionale e globale, continuerà ad essere degli alleati britannici”.
I termini della svolta non piacciono invece all’opposizione conservatrice britannica. Era stato con il governo dei Tory che due anni fa le trattative erano entrare nel merito. Per l’ex ministro degli Esteri, James Cleverly, “il patto è debole perché raggiunto in maniera frettolosa”. Quasi 60 anni… A destra pensano che si tratti di un ritiro bello e buono che mina la sicurezza del Regno Unito lasciando esposti gli alleati statunitensi. O viceversa, su chi difede chi, l’opinione di molti altri. Critiche durissime dalle associazioni che in questi anni si sono battute per i diritti degli indigeni allontanati dalla propria terra.
Clive Baldwin, consigliere legale di Human Rights Watch, denuncia che “l’intesa sembra vietare il ritorno dei Chagossiani sulla loro isola (la Diego Garcia) e non menziona le riparazioni che sono loro dovute per ricostruire il loro futuro”. La Corte internazionale di giustizia sancì nel 2019 che Londra le restituisse l’isola ai propri abitanti con una sentenza sostenuta a larga maggioranza dall’Assemblea generale dell’Onu e rilanciata da un appello di Papa Francesco, ricorda Avvenire, durante il suo viaggio pastorale a Mauritius. Pericolose sovversioni.