Mosca viaggia Dragone e non ama più le ruote europee

 

I russi viaggiano, guardano avanti, scoprono nuove mete (non solo turistiche) e stringono accordi fuori dal Vecchio Continente. Con gli scaffali dei supermercati russi pieni di prodotti e marchi europei, soprattutto italiani (vino e pasta vanno sempre per la maggiore) , dall’inizio della ‘SVO’, come viene ribattezzata la ‘Spetsiálnaya voyénnaya operátsiya’ (l’operazione militare speciale), sono crollate le vendite delle autovetture europee.

Tu mi sanzioni e io cambio auto

Le sanzioni non hanno messo in ginocchio l’economia russa come era stato auspicato da Bruxelles e dalla maggior parte dei Paesi di costellazione Us. L’Unione Europea di tanto in tanto emette nuovi pacchetti di sanzioni che sono arrivati a bloccare più l’economia europea, nei confronti della Russia, che il contrario.

Non servono tante statistiche, basta guardare

Le auto che circolano sulle strade della capitale russa dove la vita prosegue e dove un biglietto di metro o autobus costa 57 rubli (al cambio attuale circa 55 centesimi di euro), un litro di benzina al massimo costa 63 rubli (61 centesimi di euro) e l’organizzazione è da sempre l’arma vincente. Con le mitiche ‘Moskvich-412’, ‘Niva’ e ‘Zigulì’ entrate a far parte di musei e dei preziosi gioielli di famiglia, girando per Mosca e dintorni è chiaro che le autovetture di fabbricazione europea, seppur ‘tirino’ ancora nei sogni del maschio russo, sono sempre meno. Pressoché sparite le auto italiane, Fiat e Alfa Romeo, quelle tedesche tengono testa ma Audi, Mercedes e Bmw sono di seconda o terza mano o di versioni precedenti.

Cina efficente e meno costosa verso le 600mila

I russi restano a piedi a sfidare il gelo siberiano? Sicuramente no. Ecco che, puntuale con la situazione internazionale, a sbarcare nella ‘Madre Russia’ è la Cina con le sue lussuose autovetture, meno costose rispetto a quelle europee. Merito dello storico legame tra Russia e Cina, frutto della partnership illimitata tra i due presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping. Dando un’occhiata ai dati, nel 2023 le case automobilistiche cinesi hanno venduto in Russia un numero record di auto, 553mila (al termine del 2024 potrebbero sfiorare quota 600mila), il 49% dell’intero mercato russo guidato dalla mitica Lada.

Il Dragone preferito

Ma quali sono i brand cinesi che sfrecciano sulle strade russe? Le auto del Dragone più in voga sono Haval di Great Wall, Geely e Chery con aumenti sensazionali, 134%, 185% e 64%. Quinta azienda cinese in Russia è Changan che ha incrementato le vendite dell’805% rispetto al 2022. Se la Cina è entrata prepotentemente sul mercato russo, in Russia si è tornati a produrre autovetture. È il caso della Volga con tre modelli, la C40 e i Suv K30 e K40, tutte dotate di motore Changan. Va precisato che le case cinesi avevano tentato di sfondare nel mercato russo già vent’anni fa ma non erano riuscite a farsi largo nella decisa e più qualitativa offerta europea. Ad oggi l’unica casa cinese che produce sul territorio russo è la Haval: dalla fabbrica di Uzlovaya nell’Oblast di Tula escono pronti chiavi in mano Suv e crossover.

La Russia produce e Usa più auto, ma l’amore Europa è finito

A livello generale la produzione di autovetture in Russia è aumentata: nel periodo gennaio-luglio 2024 è stato registrato un +55,2% rispetto all’anno precedente. Nei primi sette mesi di quest’anno sono stati prodotti 108.000 autocarri, e una quantità Paurosa di autobus. Quando ritorneranno le automobili europee a sfondare nel mercato russo? Una domanda che, ad oggi, non trova risposta ma la sensazione è, forse mai più.

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