L’Italia ha continuato a esportare “materiale d’armamento” a Israele, anche dopo l’inizio dell’offensiva militare sulla Striscia di Gaza. L’attività di sostegno agli M-346, aerei non impiegati in combattimento ma comunque usati dai piloti della Israeli Air Force per l’addestramento, prima di guidare altri caccia in operazioni belliche in Medio Oriente.
L’Italia ha continuato a esportare “materiale d’armamento” a Israele, anche dopo l’inizio dell’offensiva militare sulla Striscia di Gaza. L’attività di sostegno agli M-346, aerei non impiegati in combattimento ma comunque usati dai piloti della Israeli Air Force per l’addestramento, prima di guidare altri caccia in operazioni belliche in Medio Oriente.
I ministri Esteri e Difesa avevano garantito la sospensione delle esportazioni militari verso Israele. I dati ISTAT dicono che la sospensione dell’export riguarda solo le nuove licenze, mentre le consegne per licenze già approvate sono continuate. Situazione adottata anche da altri Paesi che non ha fermato le forniture nel conflitto che non trova fine.
L’Italia era il terzo esportatore di armi verso Israele nel decennio 2013-2023, dopo Stati Uniti e Germania. Questi armamenti includono componenti per aerei F-35, bombe, droni, munizioni e altri sistemi bellici che, verosimilmente, sono stati impiegati nei bombardamenti su Gaza e altre zone del Medio Oriente, come Yemen, Libano e Siria.