Le armi italiane a Kiev tra Segreto di Stato e pateracchio

È praticamente impossibile sapere come l’Ucraina usa le armi italiane. Il governo afferma di vietarne l’utilizzo in territorio russo, ma controllare cosa succede agli aiuti militari inviati è irrealistico, avverte Valerio Valentini sul Post. Secondo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, se anche i paesi della NATO dovessero accordare al governo ucraino di sparare con la loro armi su Mosca, quelle italiane restano vietatissime, oltre che segrete. Doppia presa in giro.

Il sistema di difesa antimissile SAMP-T

 Vietare cosa e soprattutto come?

Intanto il tipo di armi che l’Italia fornisce. Abbiamo fornito armamenti tanto sofisticati in grado di colpire nel cuore della Russia? Complimenti Presidente, complimenti, Ministro, complimenti governo! Ma a quanto se ne sa, l’Italia invia all’Ucraina armi per la difesa antiaerea, utilizzabili solo a scopo difensivo. Quindi divieto pro Russia esibizione politica inutile, o armi segrete più micidiali mentendo al parlamento.

I missili ATACMS e Storm Shadow chiesti da Zelensky

Le richieste che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avanza da mesi ai partner occidentali riguardano essenzialmente i missili ATACMS e Storm Shadow. I primi sono di fabbricazione americana, i secondi vengono prodotti da un consorzio europeo a cui partecipano Francia, Regno Unito e Italia. Il governo statunitense e quello britannico hanno iniziato a inviare queste armi da tempo, ma autorizzando gli ucraini a utilizzarli solo a scopo difensivo. Ora Zelensky vorrebbe (e ha recentemente fatto), colpire depositi di munizioni, basi militari e altre infrastrutture in territorio russo che l’esercito russo utilizza per condurre gli attacchi contro le città ucraine. Ma quelli italiani, quelli che abbiamo in arsenale e dovremmo ancora avere? Mistero. Mentre Statunitensi e britannici i loro missili li ’teleguidano via satellite’, e quindi sono loro di fatto a spararli sulla Russia. Noi potremmo essere semplici ‘terzi trasportati’ su bersaglio ignoto.

Armi occidentali nell’incursione ucraina Kusk

Quando gli ucraini sono penetrati nel territorio russo, occupando parte della regione di Kursk, hanno ovviamente utilizzato anche/soprattutto armi occidentali. Alcuni servizi di intelligence europei, tra cui quelli francesi, hanno poi verificato a posteriori se e in che modo nell’avanzata fossero stati adoperati mezzi forniti dalla Francia. Ciò dimostra come sia difficile per i paesi occidentali – tranne, forse, per gli Stati Uniti – conoscere col giusto preavviso gli esatti dettagli logistici delle azioni militari condotte dall’esercito ucraino. Quel che si sa, è che di certo nell’area di Kursk gli ucraini stanno utilizzando armi, munizioni e mezzi statunitensi e britannici, col tacito consenso da parte dei rispettivi governi.

E lo stesso principio, sia pure in scala ridotta, vale anche per altri paesi europei e nessun governo ha espresso divieti particolari. La logica è quella per cui, almeno ufficialmente, gli occidentali non chiedono e gli ucraini non dicono. L’Italia, in questo senso, sia pur limitatamente alle non rilevanti forniture militari inviate, non fa eccezione.

 

 

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