Intanto il tipo di armi che l’Italia fornisce. Abbiamo fornito armamenti tanto sofisticati in grado di colpire nel cuore della Russia? Complimenti Presidente, complimenti, Ministro, complimenti governo! Ma a quanto se ne sa, l’Italia invia all’Ucraina armi per la difesa antiaerea, utilizzabili solo a scopo difensivo. Quindi divieto pro Russia esibizione politica inutile, o armi segrete più micidiali mentendo al parlamento.
Le richieste che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avanza da mesi ai partner occidentali riguardano essenzialmente i missili ATACMS e Storm Shadow. I primi sono di fabbricazione americana, i secondi vengono prodotti da un consorzio europeo a cui partecipano Francia, Regno Unito e Italia. Il governo statunitense e quello britannico hanno iniziato a inviare queste armi da tempo, ma autorizzando gli ucraini a utilizzarli solo a scopo difensivo. Ora Zelensky vorrebbe (e ha recentemente fatto), colpire depositi di munizioni, basi militari e altre infrastrutture in territorio russo che l’esercito russo utilizza per condurre gli attacchi contro le città ucraine. Ma quelli italiani, quelli che abbiamo in arsenale e dovremmo ancora avere? Mistero. Mentre Statunitensi e britannici i loro missili li ’teleguidano via satellite’, e quindi sono loro di fatto a spararli sulla Russia. Noi potremmo essere semplici ‘terzi trasportati’ su bersaglio ignoto.
Quando gli ucraini sono penetrati nel territorio russo, occupando parte della regione di Kursk, hanno ovviamente utilizzato anche/soprattutto armi occidentali. Alcuni servizi di intelligence europei, tra cui quelli francesi, hanno poi verificato a posteriori se e in che modo nell’avanzata fossero stati adoperati mezzi forniti dalla Francia. Ciò dimostra come sia difficile per i paesi occidentali – tranne, forse, per gli Stati Uniti – conoscere col giusto preavviso gli esatti dettagli logistici delle azioni militari condotte dall’esercito ucraino. Quel che si sa, è che di certo nell’area di Kursk gli ucraini stanno utilizzando armi, munizioni e mezzi statunitensi e britannici, col tacito consenso da parte dei rispettivi governi.
E lo stesso principio, sia pure in scala ridotta, vale anche per altri paesi europei e nessun governo ha espresso divieti particolari. La logica è quella per cui, almeno ufficialmente, gli occidentali non chiedono e gli ucraini non dicono. L’Italia, in questo senso, sia pur limitatamente alle non rilevanti forniture militari inviate, non fa eccezione.