Il Cremlino degli Zar opera del genio italiano

Non molti sanno che il Cremlino di Mosca – il monumento più ‘russo’ di tutta la Russia, secolare simbolo della potenza degli zar – fosse frutto del genio italiano? Pochi studiosi di cose d’arte, ma è la realtà. Benché l’Europa sia da secoli teatro di mille guerre e battaglie, è sempre stata anche un insostituibile teatro di scambi commerciali e di circolazione delle idee. Anche con la ‘remota’ Russia.

Mosca alla fine del XV° secolo

Ciò che accadde a Mosca alla fine del XV° secolo. Ai tempi Leonardo da Vinci era solo un ragazzino e Cristoforo Colombo non sapeva ancora niente dell’America. Era il marzo del 1475 quando nel cuore della Russia, alla corte dello zar, arrivò tale Aristotele Fioravanti da Bologna. Lo accompagnavano i due figli Pietro e Andrea. Ma cosa ci facevano quei tre italiani Mosca?

L’architetto Aristotele Fioravanti

Aristotele Fioravanti era stato invitato, anzi espressamente convocato, dal potentissimo zar Ivan III, il Grande. Lo aveva fatto arrivare fin lì, al termine di un impegnativo viaggio durato molti mesi, perché ‘doveva costruirgli‘ il suo nuovo Cremlino: il centro della agognata ‘Nuova Roma’. E doveva essere in pietra, perché fino ad allora i palazzi-fortezza degli zar, erano sempre e solo in legno.

Dalle principali corti di allora

A fine Quattrocento la fama di Fioravanti era nota in tutto il mondo. Lui, architetto e costruttore, era apprezzatissimo e richiestissimo non solo nella natia Bologna, ma anche alle corti dei Medici a Firenze, a quella degli Sforza di Milano e perfino a Venezia. Aristotele era capace di “spostare torri e raddrizzare campanili”! Un autentico ‘genio italico’ richiesto anche dal re d’Ungheria Matteo Corvino a Budapest e dal sultano Maometto II a Costantinopoli.

Prima, la Cattedrale dell’Assunzione

Al Cremlino di Mosca, Fioravanti realizzò anche – utilizzando tecnologie fino ad allora mai viste in Russia e coniugando mirabilmente antichi stilemi bizantini con i nuovi canoni rinascimentali italiani – la nuova Cattedrale dell’Assunzione.

Prestigio, ricchezza ma esilio

La sua vita alla corte dello zar fu estremamente avventurosa. Ricoprì incarichi prestigiosi (anche militari) e divenne ricchissimo. Era tanto stimato da Ivan III che non poté, però, mai più tornare in patria. Si narra che proprio il suo desiderio disperato di far ritorno a casa gli sia costato la vita. Morì, infatti, nel 1468 in circostanze misteriose.

Nella torre Taynitskaya del Cremlino

Si narra che fu lo zar stesso a farlo uccidere per ‘gelosia’ delle sue capacità artistiche. Una tenebrosa leggenda popolare racconta che il suo corpo venne murato nelle pareti della torre Taynitskaya del Cremlino.

I grandi costruttori lombardi a Mosca

A Mosca la straordinaria vicenda umana ed artistica di Aristotele Fioravanti non fu un caso isolato. Tutt’altro. In pochi anni si costituì un’autentica colonia di costruttori e ingegneri italiani al servizio dello zar Ivan III e del suo successore Basilio III. Erano in grande maggioranza lombardi che avevano lavorato alla fabbrica del Duomo di Milano o ad altre difese militari. Tra loro Marco Ruffo, Antonio Gilardi, Aloisio da Carcano, lo stesso figlio Andrea Fioravanti e soprattutto il grande Pietro Antonio Solari. A loro si deve l’attuale bellezza delle possenti mura in mattoni rossi del Cremlino e delle sue straordinarie 18 torri.

I ‘Frjazin’ genovesi

Tutti erano (e lo sono ancor oggi) noti a Mosca come i Frjazin, tanto da sembrare componenti di una stessa famiglia. In realtà Frjazin in antico russo voleva dire ‘forestiero”’ e nello specifico ‘italiano’ o ‘genovese’.

La torre Spasskaya sulla piazza rossa

Un’ultima curiosità. All’architetto Pietro Antonio Solari si deve anche la realizzazione della splendida torre Spasskaya. E’ quella che più di ogni altra caratterizza il Cremlino visto dalla piazza Rossa.

Sempre il Solari, assieme a Marco Ruffo, firmò anche lo straordinario Palazzo delle Faccette. Il palazzo moscovita era tanto bello che gli Este di Ferrara, venendone a conoscenza, vollero che per loro venisse realizzato quel capolavoro che oggi è il Palazzo dei Diamanti.

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