
Esteri Ue, l’ex premier estone
Una Commissione molto più a destra di quella precedente, situazione che dipende dai colori dei governi dei 27, come osserva Anna Maria Merlo sul Manifesto, «a cui la presidente Ursula von der Leyen si è adeguata ‘con grande agio’». Non moltissimi i tifosi personali per la presidente Bis, che aumenta il suo potere personale in nome e per conto dell’ala destra del Partito Popolare europeo, anche grazie alla debolezza dei due grandi in Consiglio, la Francia in piena crisi politica e la Germania con il governo Scholz incalzato dalle destre.
«Una Commissione liquida, con attribuzioni fluide e spezzettate, che si incrociano, dove a qualche apertura si affianca immediatamente la chiusura, all’europeismo il sovranismo», l’efficace immagine critica di Anna Maria Merlo.
Partito Popolare piglia tutto. 14 commissari del Ppe, 5 a Socialisti e Renew, con von der Leyen, i Popolari salgono a 15 esponenti. Cinque, invece, gli esponenti Liberali, che esprimeranno due vice presidenze esecutive. Anche ai Socialisti spettano cinque commissari designati, con due vicepresidenze esecutive. A completare la squadra ci sono poi Raffaele Fitto, dei Conservatori e Riformisti (Ecr) e Oliver Varhelyi, ungherese di Fidesz e quindi membro dei Patrioti. La copertura a destra di Ursula Bis.
Oltre alla vicepresidente esecutiva Teresa Ribera, che guiderà l’intero ‘Green Deal’ Ue, le deleghe ‘verdi’ della prossima Commissione europea saranno due: l’olandese Wopke Hoekstra sarà il nuovo commissario per il Clima e la svedese Jessika Roswall sarà responsabile per l’Ambiente e la Resilienza idrica. Correlate all’agenda ambientale dell’Ue anche la delega per la Pesca e gli Oceani assegnata al cipriota Costas Kadis, il portafoglio per la Salute e il benessere animale affidato all’ungherese Oliver Varhelyi, l’Energia al danese Dan Jorgensen, e l’Agricoltura al lussemburghese Christophe Hansen.
La nuova Commissione europea sarà composta da undici donne, 40% dell’intera squadra. Le proposte iniziali dei Paesi membri prevedevano una quota di donne pari al 22%. “Era del tutto inaccettabile”, ha sottolineato von der Leyen, riconoscendo che, nonostante i progressi, c’è “ancora molto lavoro da fare”.
La supervisione dell’economia e dei conti pubblici dell’Ue per i prossimi cinque anni sarà affidata a Lettonia e Slovacchia. Nella nuova squadra di Ursula von der Leyen il veterano Valdis Dombrovskis, pur privato della vicepresidenza esecutiva, continuerà ad avere la delega per l’Economia e la Produttività. Al suo fianco lo slovacco Maros Sefcovic, titolare del Commercio e della Sicurezza economica. Responsabile del Bilancio Ue il polacco Piotr Serafin. Alla portoghese Maria Luís Albuquerque la delega per i Servizi finanziari. La carica economica di maggior rilievo tra i vicepresidenti esecutivi all’Italia, con Raffaele Fitto a guidare il maxi-portafoglio dei fondi di coesione Ue e delle riforme, anche se da condividere.
Il ministro austriaco delle Finanze, Magnus Brunner, assumerà la delega Affari Interni e Migrazione, incarico assunto finora dalla svedese Ylva Johansson. Il delicato dossier migratorio passa quindi nelle mani di un esponente del Ppe dopo i cinque anni in cui a guidarlo è stato la socialista Ylva Johansson.
Discutibile lettera d’incarico della presidente della Commissione Ue alla neo ‘Alto rappresentante esteri Ue’, l’estone Kaja Kallas, con storici problemi nei confronti della confinante Russia. «L’Europa deve darsi i mezzi per proteggersi e difendersi, scoraggiando potenziali avversari». L’ex premier estone avrà un portafoglio pesante, che comprenderà l’assistenza all’Ucraina, “finanziaria, militare e di ricostruzione”, e la creazione di una “Unione della Difesa”.
Sempre a Kallas farà a capo il dicastero del Mediterraneo, governato dal Mar Baltico. Non la prima e neppure la più clamorose delle contraddizioni da andare via via a scoprire, sempre che il voto parlamentare di domani alla Neo Commissione non riservi qualche possibile sorpresa, rispetto alla maggioranza assoluta dei 720 eurodeputati necessaria.