
‘Vkusno i Tochka’, dopo qualche iniziale difficoltà logistica, ora richiamano migliaia di persone, soprattutto giovani ma anche adulti che di tanto in tanto cercano un’alternativa alla squisita cucina russa, dal Borsch al Shashliky, dai Syrniki ai Pelmeni passando per la Soljanka. McDonald’s ha deciso di lasciare definitivamente la Russia pochi mesi dopo l’inizio dell’intervento russo in Ucraina. Affari, sempre e solo affari, vendendo tutte le sue attività all’imprenditore siberiano Aleksandr Govor che dagli 850 locali lasciati dalla catena americana ora ha come obiettivo di superare presto quota 1.000.
I ristoranti ‘Vkusno i Tochka’ offrono una vasta scelta di hamburger, patatine, succhi, dolci e gelati. I nomi rispetto a McDonald’s sono cambiati come il simbolo della catena che non è più la grande ‘M’ di colore giallo ma un punto rosso con accanto, sul lato destro, due bastoni inclinati di colore arancione (.\\) su sfondo verde che simboleggiano un hamburger e le patatine fritte. Il sistema di ordinazione resta uguale, grandi tabelloni dove si scelgono i prodotti e si paga alla cassa o con carta. Ad esempio, il ‘Filet-O-Fish’ è diventato ‘Fish Burger’, il ‘Royal Deluxe’ è ‘Grand Deluxe’. Non esiste il termine ‘Big Mac’, marchio registrato, che è diventato ‘Big Hit’.
Era il 12 giugno del 2022 quando venne inaugurato a Mosca il primo ‘Vkusno i Tochka’. Il luogo? Lo stesso di quando McDonald’s, il 31 gennaio del 1990, aprì il primo ristorante in Urss, quello in piazza Pushkin a due passi dalla sede del quotidiano Izvestija. Una fila lunghissima, proprio come quella di 32 anni prima che aveva raggiunto anche i 500 metri. L’ultimo giorno del gennaio del 1990, solo tre mesi dopo la caduta del muro di Berlino, quando l’inquilino del Cremlino era l’uomo della ‘glasnost’ e ‘perestrojka’, Mikhail Gorbaciov (oggi non proprio un idolo per i russi!), centinaia di persone sfidarono le rigide temperature mettendosi in coda già alle 4 del mattino toccando la punta massima di oltre 5000 al momento dell’apertura, verso le 10. Quel giorno vennero cucinati ben 30mila hamburger, un record per la catena nordamericana.
L’arrivo di McDonald’s nell’ex Unione Sovietica fu un evento simbolico, salutato dal Paese come l’apertura, non solamente economica, verso il mondo occidentale. Le trattative di portare McDonald’s nella capitale sovietica tra l’imprenditore canadese George Cohon e alcuni funzionari sovietici, iniziarono nel 1976 in occasione delle Olimpiadi di Montreal. Nel 1990, al fine di invogliare i moscoviti a gustare i prodotti della catena di fast food americana, lo slogan che andava in onda sulla televisione di Stato dell’Urss era “se non puoi andare in America, vieni al McDonald’s a Mosca”.
I locali ‘Vkusno i Tochka’ in alcune ore del giorno sono molto frequentati dai giovani in un clima di totale rilassatezza sia durante il rigido inverno che in estate. A Mosca e nei suoi vasti dintorni la vita prosegue regolarmente, nessuna scarsità di cibo. Nei ristoranti, anche quelli di lusso, è un brulicare di persone. Forse qualche prodotto occidentale in meno ma in Russia le materie prime di certo non mancano. Anzi.