Israele colpisce in Cisgiordania. Amnesty: crimini di guerra a Gaza

Nella notte fra martedì e mercoledì l’esercito israeliano ha compiuto una grossa operazione militare in quattro città della Cisgiordania, un territorio che secondo la comunità internazionale spetta ai palestinesi ma che ancora oggi è in gran parte sotto il controllo di Israele. Violento attacco a Tulkarem: 10 vittime. I coloni con libertà d’uccidere: il numero dei palestinesi colpiti a morte dal 7 ottobre da soldati e coloni è salito a 651.
Amnesty: indagate i raid di Israele a Gaza come crimini di guerra. Onu: 1,8 milioni di palestinesi stipati in 40 chilometri quadrati. ‘Ordine di sfollamento dall’esistere’? Un ostaggio auto liberato in salvo.

Cisgiordania, terrorismo di chi?

Mercoledì mattina l’esercito israeliano ha diffuso un comunicato in cui ha detto che l’operazione ha avuto l’obiettivo di contrastare «attività terroristiche» in Cisgiordania. L’esercito ha detto che nell’operazione sono stati uccisi nove palestinesi: tre, che ha definito «terroristi armati», sono stati uccisi con un attacco aereo a Jenin, altri due in un’operazione di terra sempre a Jenin, e quattro in un attacco aereo a Tubas. In tutto sono state attaccate contemporaneamente almeno quattro città: Jenin, Tulkarem, Nablus e Tubas. Diversi giornali stanno paragonando l’operazione a quelle su larga scala che Israele faceva circa vent’anni fa durante la seconda Intifada. Al momento le informazioni sull’operazione sono ancora piuttosto confuse. Al Jazeera scrive che l’esercito israeliano ha impiegato centinaia di soldati, oltre a droni e mezzi corazzati. A Jenin sembra che siano state bloccate le strade principali di accesso alla città, e che ci siano stati scontri armati nel campo profughi della città, dove vivono migliaia di persone e dove da diversi anni sono attivi diversi gruppi armati palestinesi.

Tulkarem bersaglio e i coloni ‘fuori controllo’

Sembra che gran parte delle forze israeliane si sia concentrata a Tulkarem, una città da 64mila abitanti nel nord della Cisgiordania. Il Times of Israel scrive che secondo alcune sue fonti militari l’operazione avrebbe riguardato una rete accusata di organizzare l’attentato suicida avvenuto dieci giorni fa a Tel Aviv, in Israele, durante il quale era stata ferita una persona. Per ora l’esercito israeliano non ha confermato questa ipotesi. Lunedì il campo profughi di Tulkarem era stato bombardato dall’aviazione israeliana; nell’attacco erano morte cinque persone, fra cui un funzionario del gruppo radicale Hamas. Ma in tutta la Cisgiordania i coloni israeliani appaiono sempre di più fuori controllo. Lunedì sera, mentre a Nur Shams (Tulkarem) un drone uccideva cinque militanti di Hamas, un civile palestinese Khalil Khalawi, è stato ucciso dai proiettili sparati da coloni entrati nel villaggio di Wadi Rahal (Betlemme) dopo il lancio di sassi da parte di ragazzi palestinesi contro auto israeliane. Il capo del consiglio municipale di Wadi Rahhal, Hamdi Ziadeh, ha riferito che i coloni hanno attaccato diverse abitazioni vicino alla scuola e che i soldati, giunti poco dopo, non hanno fatto nulla per proteggere gli abitanti del villaggio.

Amnesty: i raid di Israele a Gaza crimini di guerra

Si sono radunati quasi in riva al mare, prima a centinaia poi a migliaia, hanno di nuovo montato le loro tende sperando di sfuggire ai bombardamenti e ai combattimenti nell’area tra Deir al Balah e Khan Yunis dove avanzano i reparti corazzati israeliani con l’appoggio dell’aviazione. L’offensiva militare israeliana è interminabile. I civili di Gaza speravano che dal Cairo arrivasse l’annuncio del cessate il fuoco. Le cose ancora una volta sono andate diversamente e l’ottimismo artificiale degli Stati Uniti sull’andamento «positivo» delle trattative non convince chi ogni giorno deve lottare per mangiare e cercare di rimanere vivo. «Scappando siamo arrivati al mare, la prossima volta dovremo entrare in acqua per salvarci» commenta con amarezza Aya Yazji, una sfollata intervistata da una agenzia di stampa. «Ci dicono che i colloqui procedono e che un accordo è vicino, poi tutto cade come polvere -ha aggiunto la donna-. I negoziatori sanno che ogni giorno più famiglie vengono spazzate via dai bombardamenti israeliani? Il mondo capisce che ogni giorno ci costa vite umane?». Se lo chiede Aya Yaziji, e ce lo chiede Michele Giorgio sul Manifesto.

41 uccisi nella quotidianità militare da becchini

Almeno 41 palestinesi ieri sono stati uccisi dagli attacchi israeliani a Gaza, riferiscono dal ministero della Sanità. Decine i feriti, che non si sa più dove portarli. L’avanzata dei mezzi corazzati ha messo ulteriormente sotto pressione l’ospedale Al Aqsa di Deir al Balah. L’ordine di evacuazione lanciato domenica ha spinto centinaia di pazienti, personale medico e sfollati a fuggire in preda al panico. Dei circa 650 ricoverati, solo 100 rimangono in ospedale, di cui sette in terapia intensiva. Tra il 16 e il 25 agosto 2024, l’esercito israeliano ha emesso cinque ordini di sfollamento nella zona centrale di Gaza, a Deir Al-Balah e le aree circostanti: tutte designate come parte della cosiddetta zona di ‘sicurezza umanitaria’. Le Nazioni unite stimano l’88,5% del territorio di Gaza sia stato sottoposto a ordini di sfollamento. «Circa 1,8 milioni di palestinesi sono stipati in un’area di 40 chilometri quadrati, ossia l’11% di Gaza. Nella zona di Mawasi la densità è incredibile: 45.000 persone per chilometro quadrato e qualsiasi singolo attacco in quell’area potrebbe uccidere centinaia di palestinesi in una volta», avverte spiega Samir Zaqout, il direttore della ong ‘al Mezan’.

‘Ordine di sfollamento dall’esistere’?

A questo proposito Amnesty International, con una indagine pubblicata ieri, afferma che lo scorso maggio, le Forze armate israeliane non hanno preso le necessarie precauzioni per ridurre al minimo i danni agli sfollati mentre realizzavano attacchi contro comandanti e combattenti di Hamas e del Jihad Islami nel sud della Striscia. Entrambi gli attacchi, sostiene Amnesty, dovrebbero essere indagati come crimini di guerra. Il 26 maggio, riferisce l’ong, due attacchi aerei sul Kuwait Peace Camp, a Tal al-Sultan (Rafah), hanno ucciso almeno 36 persone, tra cui sei bambini. Solo quattro delle vittime erano combattenti, tra cui due comandanti di Hamas. L’attacco è stato compiuto con due bombe guidate GBU-39 di fabbricazione statunitense che esplodendo proiettano frammenti mortali su un’ampia area. Da qui l’elevato numero di vittime. Il 28 maggio, nel secondo incidente indagato, l’esercito israeliano ha sparato almeno tre colpi con un carro armato in una località nell’area di al-Mawasi (Rafah), designata come zona umanitaria. Le cannonate hanno ucciso 23 civili, tra cui 12 bambini, sette donne e quattro uomini. Gli obiettivi apparenti dell’attacco erano un combattente di Hamas e uno del Jihad ma le munizioni, usate in un’area piena di sfollati, non potevano non causare una strage di civili.

Un ostaggio auto liberato e coloni con licenza d’uccidere

A Gaza ieri è stato recuperato Qaid Farhan Alkadi, un palestinese beduino con cittadinanza israeliana, preso in ostaggio il 7 ottobre. L’esercito israeliano ha detto di aver messo in atto una «operazione coraggiosa e complessa» per trovare Alkadi in un tunnel nella zona meridionale di Gaza. L’uomo, hanno aggiunto i media israeliani, sarebbe riuscito a fuggire da solo prima dell’arrivo dei soldati che l’hanno trovato. Le sue condizioni di salute sono buone. Sono poco più di 100 gli ostaggi ancora a Gaza, un terzo dei quali morti secondo le informazioni in possesso di Israele.

In Cisgiordania i coloni israeliani appaiono sempre di più fuori controllo. Lunedì sera, mentre a Nur Shams (Tulkarem) un drone uccideva cinque militanti di Hamas (totale 10 vittime), un civile palestinese Khalil Khalawi, è stato ucciso coloni entrati nel villaggio di Wadi Rahal (Betlemme) dopo il lancio di sassi da ragazzi palestinesi contro auto israeliane e i soldati, giunti poco dopo, non hanno fatto nulla per proteggere gli abitanti del villaggio. Durante la prima metà del 2024, i coloni hanno uccisi 7 palestinesi. Con Khalil Khalawi il numero dei palestinesi colpiti a morte dal 7 ottobre da soldati e coloni israeliani è salito a 651.

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