Ali silenziose: parapendio e paramotori arruolati

Come clamorosamente e tragicamente emerso dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, l’impiego di parapendio e paramotori non è più limitato allo sport.  Economicità, compattezza e leggerezza, il volo a bassa quota, manovrabilità e visibilità sono state sfruttate da diverse ‘entità’, statali e non, per vere e proprie operazioni militari. Tra questi Stati Uniti, India, Corea del Nord, ma anche PKK, al-Qaeda, ISIS e, perfino, i Narcos.

Il ‘parapendio’ vola silenziosamente verso la guerra

Il parapendio, volo libero senza motore o traino, spiega Pietro Orizio in Analisi Mondo, con prestazioni di volo in gradi di sorprendere: da pochi minuti a diverse ore a seconda della presenza di correnti ascensionali di aria calda -le termiche- e dell’esperienza del pilota, coprendo anche distanze di centinaia di chilometri ad una velocità sino a 45 km/h e altitudini medie tra i 2.500 e i 3.500 metri. Orizio spiega le ragioni tecniche che avrebbero fatto invidia a Leonardo da Vinci, ma l’interesse poco scientifico e poso sportivo che prevale è quello dei suoi molteplici usi. Nel bene e nel male.

Poi i ‘paramotori’

L’8 giugno 1980, Mike Byrne si era librato in volocon un paracadute ed un motore fatto in casa legato alla schiena. L’applicazione di un motore ad una vela, il paramotore o parapendio, e si passa dal volo libero agli ultraleggeri. Nella configurazione più semplice il motore viene posto sulla schiena del pilota, a mo’ di zaino. Altre più articolate presentano dei ‘paracarrelli’ a tre o quattro ruote con motori anche elettrici. I paramotori possono essere mono, biposto o, addirittura, senza pilota, e diventano UAV, droni.

Impieghi militari tattici

Favile immaginare alcuni degli svariati impieghi militari: «infiltrazione/esfiltrazione di forze speciali, ricognizione e sorveglianza, controllo dei confini, supporto alle comunicazioni, operazioni psicologiche, coordinamento di attacchi, ricerca e soccorso, valutazione danni in caso di calamità naturali, prevenzione della criminalità, localizzazione di veicoli rubati, attività anti-bracconaggio ecc..», l’elenco di Analisi Difesa. Insomma, puoi farci quasi di tutto, nel bene e male. Li traporti su una utilitaria, quasi totalmente silenziosi e e semi invisibili ai radar.

Operazione al-Aqsa Flood

All’alba del 7 ottobre 2023, dalla Striscia di Gaza sono state lanciate salve di razzi per saturare radar e sistemi di difesa aerea israeliani. Allo stesso tempo un imprecisato numero di paramotori si è alzato in volo per oltrepassare la recinzione di confine, mantenendosi ben al di sotto della quota di rilevamento dei radar. Gli uomini volanti di Hamas – lo “Squadrone Falcon” – sono atterrati alle spalle di diversi posti di sorveglianza israeliani, cogliendo di sorpresa i militari a presidio. All’impiego di paramotori, i militanti di Hamas si sarebbero addestrati per più di due anni fuori dalla Striscia di Gaza.

Corea del Nord, inaspettato produttore

Uno dei maggiori produttori al mondo, la sudcoreana Gin Gliders, possedeva uno stabilimento a Kaesong, area economica speciale in Corea del Nord. Il sito a ridosso del confine è stato abbandonato nel febbraio 2016 per rappresaglia politica, ma ha lasciato sul posto materiali, macchinari ed attrezzature con cui i nordcoreani hanno riavviato la produzione. Nel gennaio 2020 bando di gara della Marina degli Stati Uniti per un paramotore per operazioni di ricognizione sotto costa e decollo/appontaggio di personale dei Marines da unità navali. Ovviamente non prodotti dal Kim.

Esibizioni militari

Nel maggio 2024 a Tampa (Florida), evento annuale per la comunità delle forze speciali, i paramotori si sono ritagliati per la prima volta il loro spazio. In una delle dimostrazioni del reparto Operazioni Speciali del Corpo dei Marine, hanno impiegato paramotori. E la manifestazione era passata dall’anti terrorismo tipo Iraq o Afghanistan, a «conflitti ad alta intensità». Stessa arma, cambia l’uso con i paramotori in funzione anti-drone e guerra elettronica. L’analisi di Orizio prosegue con un lungo elenco degli usi resi noti di azioni armate condotte usando quelle così romantiche vele volanti.

Nel nome di Leonardo, volare in pace

«Pur avendo attirato l’attenzione mediatica solo di recente, Forze Armate e gruppi paramilitari di diversi Paesi hanno valutato ed adottato da tempo parapendio e paramotori per accrescere mobilità e potenzialità dei propri operatori». Forse anche militarmente utili ma non magici. Anzi, conclude l’analisi di Pietro Orizio. I parapendio comunque rumorosi, visibili di giorno e vulnerabili sia al fuoco nemico che alle condizioni metereologiche (nebbia, temporali e forti venti). Ma il bilancio tra pro e contro gioca, comunque, a loro favore.

«Sempre più Forze Armate e gruppi paramilitari sono interessati ad un loro impiego. L’ampia casistica di questi quarant’anni, quindi, risulta fondamentale nell’individuazione di modalità di impiego e, soprattutto, di contrasto più efficaci per restare al passo coi nuovi contesti operativi, sempre più asimmetrici. Nel frattempo l’inquietante ronzio dei paramotori di Hamas continua a riecheggiare come monito».

 

 

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro